Gazzetta - Raiola: "Marotta ha il dovere di cercare il meglio, ma credo che Gigio non abbia la Juve in testa. In prospettiva è più forte di Buffon. Presto Kean rinnoverà, ma non è stato semplice"
Mino Raiola, agente di Gigio Donnarumma, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole rilasciate a Carlo Laudisa: "Mi prendo io tutte le colpe, ma lascino in pace Gigio. Sono arrivate addirittura minacce di morte alla sua famiglia, è incredibile. Ho sbagliato a non fermare subito questa macchina infernale. Perché tutta quella fretta? Tante pressioni? E il diktat del 13 giugno? Con quel martellamento non potevamo dire sì. E' arrivata un’offerta da 50 milioni lordi per 5 anni? Non c’erano i presupposti per un’intesa. Avevamo chiesto tempo e discrezione per lasciare Gigio sereno. Il Milan ha informato la stampa di ogni passaggio. I risultati si sono visti. Il mondo rossonero ce l’ha con Raiola? Sono abituato. Purtroppo, però, è successo dell’altro. Una parte dei tifosi s’e messa contro Gigio e la società non l’ha tutelato. Lo striscione sotto la sede non è stato rimosso, così come non gli è mai stata espressa solidarietà. E ora Gigio è triste. Intanto lo contestano anche in Nazionale? Spero che almeno la Federa zione lo tuteli. Noi ci stiamo già organizzando, approntando un servizio di sicurezza. Tocca a noi pensarci nel disinteresse generale. È assurdo. In pochi capiscono questo no? Gigio inizialmente era convinto di restare al Milan, anche perché ricordo che a 14 anni scelse lui questi colori, dopo i contatti con l’Inter, nonostante la sua famiglia lo sconsigliasse dopo la delusione per la cessione del fratello Antonio. Gli ultimi tempi, però, sono stati tremendi. In particolare lo ha colpito quella frase di Mirabelli: se non firmi vai in tribuna. Vediamo che succede ora, ma qui c’è puzza di mobbing. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio".
Sulle voci che vorrebbero Donnarumma verso Madrid: "La convinzione è che ci sia già d’accordo con il Real? Assolutamente no. Anzi, che si sappia: per andare a Madrid non ho bisogno di Galliani. La verità è che lo cercano in tanti, come già a 16 anni. Invece lui preferì il suo Milan".
Sull'interesse della Juventus: "Anche la Juve è in corsa? Non ho parlato con Gianluigi di questa opportunità. Anche perché io non apro la porta a nessuno. Marotta ha il dovere per i suoi azionisti di cercare il meglio, ma credo che Gigio, per rispetto del suo Milan, non abbia in testa i bianconeri".
Sul valore del portire: "Ma quanto vale Donnarumma? Non ha prezzo, e comunque non lo faccio io: tocca al Milan. Io so che è l’unico portiere in grado di vincere più Palloni d’oro. In prospettiva è più forte di Buffon. Sia chiaro, fra 30 anni nascerà uno più forte di lui. È nell’evoluzione del ruolo. Se è vero che ho chiesto 10 milioni di clausola? Non abbiamo mai trattato davvero. Alla provocazione da 200 milioni del Milan, ho risposto con 10 e 5 in caso di mancata Champions. Ma era un pour parler».
Sulle sue commissioni: "Io guadagno di più? Premesso che io non faccio fir mare contratti ai miei assistiti, con loro tutto si basa sulla fiducia. Certo, non sono un romantico più loro guadagnano più porto a casa anch’io. Ma cifre non ne faccio. Su Pogba avete letto di 27 milioni solo per me? Dico solo che non è una cifra esatta: magari è meno, ma forse anche di più. Di sicuro la Fifa non ha aperto alcuna inchiesta sul trasferimento di Paul allo United. E nel suo caso la Juve, comunque, ha saputo usare le maniere giuste. Quando nel 2015 Marotta ci ha chiesto di restare, lo ha fatto con i dovuti modi. Tant’è vero che poi l’anno dopo Pogba è andato via con la soddisfazione di tutti.
Su Kean: "Porto i giocatori dove torna utile al sottoscritto? Si, dove è utile a loro. Ad esempio presto rinnoveremo con la Juve per Kean, non è stato semplice. Anche in quel caso abbiamo coinvolto la madre e sono certo che troveremo insieme la migliore soluzione perché giochi. Lo vuole mezza A, vediamo se andrà all’estero. Anche Pellegrini della Roma lo vogliono in tanti, ma noi non lo spostiamo. In 25 anni ho portato in Italia molti giocatori importanti. Ho litigato con il Barcellona per vestire Ibra di rossonero. E si sappia che in tanti grandi club io ho più di un giocatore perché ho buoni rapporti con i dirigenti. Invece al Milan mi sa che hanno acquistato il brand ma non lo stile".