Fulvio Bianchi: "Il capo dell'Osservatorio: “Riporteremo le famiglie negli stadi” "

Parla il giornalista.
24.06.2017 21:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Fulvio Bianchi: "Il capo dell'Osservatorio: “Riporteremo le famiglie negli stadi” "
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Attraverso la rubrica su Repubblica.it "Spy Calcio" il giornalista del quotidiano romano Fulvio Bianchi ha parlato del futuro del calcio italiano. Novità: "Daniela Stradiotto da un anno è a capo dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive: è una poliziotta dal brillante curriculum (prima dirigeva la scientifica, prima ancora si occupava di omidici, rapine, sequesti di persona). Quando il Capo della Polizia le ha chiesto di occuparsi di sport, di ultrà, di violenza e dintorni l'ha vista come una sfda, un'opportunità, non certo una rogna. E' la prima donna presidente dell'Osservatorio (che ha vissuto anni felici, altri meno). Viene dal mondo del rugby: crede che non si debbano vietare le trasferte e che gli stadi del calcio debbano stare aperti il più possibile. "Ho visto Foggia-Lecce, un clima molto bello. Abbiamo fatto giocare Catania-Messina, prima non succedeva". Un passo avanti: il bilancio, un anno dopo, è "moderatamente soddisfacente", Moderatamente perché gli idioti sono sempre in agguato, si sa. E magari si sono spostati dagli stadi, dove non succede quasi nulla (ricordate nel 2007?), alle autostrade, agli autogrill, alle stazioni. "Delinquenza pura. Con lo sport non ha nulla a che fare". Cani sciolti che gravitano intorno al calcio. Non bastano a volte i Daspo a fermali. Ma, certo, rispetto ad un passato di cui vergognarsi, la situazione sta migliorando. Maggiore attenzione da parte di qualcune questure, in passato forse un po' troppo "distratte". Rapporti buoni con le istituzioni dello sport. "Ottimi con la Federcalcio e con le Leghe", spiega la dottoressa Stradiotto. All'Olimpico sono state tolte le barriere: ora si potrà tornare allo stadio, senza più alibi. "Sì, sono state tolte la barriere... Ma ricordo che si sono giocati due derby di sera, una finale di Coppa Italia che è stata una festa dello sport. Si può vivere la partita in allegria. E se in alcuni stadi c'è stato un calo di spettatori penso che sia una somma di molti fattori". E' vero.

Ma c'è la voglia, la convizione che si sta tornando "allo stadio in modo civile. Noi vogliamo vedere sempre più le famiglie sugli spalti. Ma gli impianti devono migliorare, e non ne faccio una questione fra privati e pubblici: lo stadio devo sentirlo come mio. Bisogna abituarci ad andare per tempo, non è una questione vessatoria da parte nostra ma viviamo tempi difficili con il terrorismo: i cittadini ci devono aiutare. Ma ci vogliono anche impianti migliori: non è possibile che una donna per andare al suo bagno debba passare dai bagni degli uomini. Succede anche questo, purtroppo". Lo sforzo della polizia è ancora enorme: uomi e mezzi, più o meno come l'anno precedente. "Vedremo di abbassarlo, se possibile: meno polizia negli stadi e intorno agli stadi". Il ruolo degli stewards sarà sempre più importante. La battaglia non si conduce solo coi Daspo (a volte purtroppo necessari) ma con un processo di educazione. Lento. Costante. Il capo dell'Osservatorio ci crede. Bene è andata anche con le Coppe europee, tutto è filato liscio. "E' bello stare in uno stadio, chiacchierare, incontrarsi". Non è utopia, quella della Stradiotto. Lei, certo, è per aprire le porte. Ma mai ai delinquenti. Quelli avranno vita sempre più dura. Perché, come detto, l'obiettivo è "riportare le famiglie negli stadi". E se ci sarà meno gente in tribuna ma migliore sarà comunque un successo. Un successo di civiltà".