Corsport - Aic, vicepresidente Calcagno: "Tornei da finire e non paghino solo i calciatori. Modello Juve non replicabile"

03.04.2020 09:20 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Corsport - Aic, vicepresidente Calcagno: "Tornei da finire e non paghino solo i calciatori. Modello Juve non replicabile"
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© foto di Emiliano Crespi

L'avvocato Umberto Calcagno, vice presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco le sue considerazioni: 

Sulla ripresa degli allenamenti: "Quando riprenderanno? Non possiamo saperlo, ma abbiamo la responsabilità di lavorare ogni giorno per creare le condizioni per riprendere la stagione e portarla a termine regolarmente. È quello che stiamo facendo con la Fifpro, il sindacato mondiale, che è interlocutore di Fifa e Uefa, per capire quali tecnicismi adottare per programmare anche la prossima stagione".

Sulla volontà dei calciatori: "I calciatori vogliono tornare in campo? Sì. È una questione di responsabilità del sistema sportivo. Se non sarà possibile, sarà solo per colpa dell’emergenza. Ma noi ci auguriamo di uscire presto dalla crisi, quando si tornerà a parlare di calcio giocato sarà un segnale importante per il Paese".

Sulla tratativa con i club: "Tra calciatori e agenti corsa a scavalcare l'Aic? Noi siamo in contatto con tutti i rappresentanti all’interno delle squadre e sappiamo bene che un accordo quadro valido per tutte le società non può essere raggiunto. Ci sono tante realtà differenti, all’interno della stessa Serie A, poi in B e in Lega Pro, che forse è quella più omogenea. Quanto agli agenti, non siamo in contrapposizione: noi non negoziamo contratti, dobbiamo tutelare invece posizioni collettive".

Sull'accordo Juve-calciatori: "Il modello Juve, con due mensilità e mezzo spalmate sulla prossima stagione, non è replicabile altrove? Vero. Alla Juve non c’è nessun contratto in scadenza al 30 giugno, è risaputo che con alcuni calciatori (Chiellini, Buffon e Matuidi, ndr) c’era già l’accordo per il rinnovo. E comunque ricordiamoci che è difficile trovare una sintesi anche all’interno della stessa squadra: ci sono situazioni disomogenee. Il problema però è un altro. C’è troppa demagogia sugli stipendi dei calciatori, da parte di tutti. Noi calciatori facciamo la nostra parte, ma tocca anche agli altri soggetti del sistema calcio che è arrivato a questa emergenza con i conti non in ordine. Questa crisi deve essere l’occasione per riequilibrare il sistema e riformarlo".

Sulla richiesta dell'Aic: "Cosa chiediamo? Una nuova distribuzione delle risorse, visto che siamo il sistema più sperequato che ci sia in Europa. Parlo di squilibri sia all’interno della Serie A che tra la A e le altre leghe con l’attuale ripartizione stabilita dalla legge Melandri. Per questo vogliamo il Fondo di solidarietà: il 10% di una mensilità lorda deve servire a tutelare i redditi più bassi, penso a chi è al minimo federale ma anche alle ragazze di A e B, ai giocatori di calcio a 5, che sono professionisti di fatto perché vivono di calcio. Ma, ripeto: serve una riforma strutturale, non la soluzione temporanea a un’emergenza"