Chiellini tra passato e futuro: "Posso ancora migliorare. Vi dico come si supera la delusione azzurra"

17.11.2017 16:34 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
Chiellini tra passato e futuro: "Posso ancora migliorare. Vi dico come si supera la delusione azzurra"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Randstad Next, meeting organizzato all'Allianz Stadium da Randstad, tra i primi operatori al mondo di risorse umane e official partner di Juventus,è stata l'occasione per sentire parlare Giorgio Chiellini dopo l'eliminazione dell'Italia dalla corsa al Mondiale. Il difensore bianconero, in realtà, tocca il campo solo di striscio, concentrandosi più sulla sua vita e su cosa significa essere calciatore anche nel futuro. D'altronde, oggi l'argomento era proprio percorso di orientamento professionale dedicato a sportivi dopo il ritiro dell’attività agonistica.

Chiellini è uno che al futuro pensa, c'è una laurea a dimostrarlo. Ottenuta non senza sforzi, come prevedibile:  Ho sempre pensato di andare all'università, e mi sono preparato per farlo. Interrogazioni programmate, recuperi e tanta volontà, e le numerose difficoltà non mi hanno impedito di uscire con 92/100. All'università ho scelto poi Economia, avrei forse fatto Medicina se non avessi giocato, perché mio padre era un ortopedico. Ovviamente, ho sempre dato la priorità al calcio e avevo accantonato gli studi. Ero già professionista, tra la serie B con il Livorno e la serie A con la Fiorentina. Ho dato giusto un esame, per saltare il militare... Arrivato a Torino, mi sono accorto di avere tanto tempo libero, nel pomeriggio o dopo l'allenamento. Ho preferito studiare che giocare alla playstation o guardare un film. Ho portato avanti il mio percorso di studi verso la triennale in pochissimo tempo. Mi sono laureato dopo un Europeo e un Mondiale...".

Il titolo di studio, però, non è visto come un paracadute post carriera calcistica:  "L'ho sempre fatto per il presente, non pensando mai a quando avrei smesso di giocare. Anche, e soprattutto, per avere un pensiero diverso e migliore durante la mia carriera sportiva. Ovvio, la specializzazione in business administration potrà aiutarmi in futuro". Ma quando sarà il momento di appendere le scarpette al chiodo? "Il vuoto sarà inevitabile, dopo tanti anni dedicati allo sport che amiamo. Ho 33 anni, è normale cominciare a pensare a quando appenderò gli scarpini al chiodo, cercando di aprirmi qualche nuova strada. Non so cosa farò di preciso in futuro, spero solo di non trascorrere troppo tempo lontano dalla famiglia. Insomma, potrei rimanere nel calcio ma non vorrei stare 200 giorni all'anno lontano da casa. Uscire dal calcio? Ora sono concentrato su questo mondo, non è facile trovare spazio in altri ambiti lavorando nella stessa eccellenza che ho vissuto nello sport e con la Juventus".

Inevitabile un riferimento al fallimento azzurro: "Le esperienza ti aiutano a superare le difficoltà. E quando si è giovani, è più difficile farlo. La famiglia in tutto questo è fondamentale, un elemento di vitale importanza per ogni ragazzo, insieme alle figure più esperte nello spogliatoio, quando mancano le certezze, dopo i fallimenti". E dato che si parla di campo, una domanda che si rivolge spesso agli sportivi: quanto conta lo spogliatoio? "Il campione è la persona che gioca bene per se stesso, il fuoriclasse fa giocare bene chi gli sta intorno. Atleti compagni come Buffon e Pirlo, oltre ad avere qualità tecniche indescrivibili, facevano crescere in campo i compagni. Nello spogliatoio di oggi ci sono 6 sudamericani, 3 tedeschi e 2 croati, ad esempio, ed è difficile convivere con culture differenti. Per alcuni è sempre 'toda joia', noi siamo un po' più musoni".

Sul Chiellini giocatore: "Innanzitutto la predisposizione fisica, sin dall'inizio, dalle selezioni regionali passando dall'unger 15 alla maggiore. Però ero sempre considerato più bruttino: sgraziato, grezzo. Poi sono migliorato con gli anni, anche grazie ad allenatori che hanno creduto in me. A 17 anni è stata dura, quando i miei amici uscivano il sabato sera e io dovevo pensare al pallone. Se lo si fa con passione, però, viene più semplice. Tanti grandi talenti non sono riusciti ad arrivare ad alti livelli proprio per la costanza. Alla mia età posso ancora migliorare, oggi la testa compensa quello che ho perso a livello fisico".