CHIELLINI A SKY: "Ci manca qualcosa che è dentro di noi. Sconfitte dopo gare dominate, ma non è casuale. Nazionale? Non so ancora se lasciare"

19.11.2017 18:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
CHIELLINI A SKY: "Ci manca qualcosa che è dentro di noi. Sconfitte dopo gare dominate, ma non è casuale. Nazionale? Non so ancora se lasciare"
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Intervistato nel dopo partita di Sky, il difensore della Juventus Giorgio Chiellini ha analizzato il 3-2 incassato sul campo della Sampdoria. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

Settimana negativa...

"Non c'è fine al peggio. Finire così non è possibile".

Avete cominciato bene, ma amnesie nel secondo tempo...

"Quest'anno spesso pigliamo lo schiaffo e partiamo. Abbiamo controllato la gara, ed eravamo sotto 0-3 per una gara giocata bene e con personalità. E' difficile perdere punti con altre squadre, c'è un grosso gap con le altre e dobbiamo tirare fuori ognuno di noi qualcosa per superare le difficoltà quando le incontriamo. E non è una questione tecnica".

Subite troppi gol, come detto da Allegri.

"In altre gare avevamo giochicchiato male, oggi no. Non abbiamo quasi mai rischiato, controllando palla e con la sensazione di poter far male. I gol finali sono di rabbia, ma oggi era una gara da 2-0 per la Juve per quanto visto e invece eravamo 0-3 loro...".

Casualità?

"Non esiste il caso o la sfortuna. Ti manca qualcosa, chi si attacca a qualcosa è un debole e non un vincente".

Voi difensori vi sentite responsabili dei gol presi?

"E' un pensiero negativo e distruttivo. Le fortune e sfortune di una squadra dipendono dal gruppo. Non è che se un singolo si scaricano le colpe, siamo tutti insieme. Bisogna trovare dentro noi qualcosa, perchè abbiamo qualità e possiamo vincerne diverse. Alle prime difficoltà ci fermiamo, è un campanello d'allarme".

E' una questione di coperta corta?

"L'anno scorso svoltammo a gennaio con il 4-2-3-1 e però non subivamo gol nonostante tutto. Eravamo uniti, corti e compatti. Quello fu il segreto per sopperire ad alcune mancanze che giocatori offensivi possono avere, per rimanere ordinati ed equilibrati. Nei novanta minuti ci manca attenzione e voglia nei recuperi, ed entrano più facilmente. Qualcosa ci sta mancando. Appena si alza il livello delle avversarie perdiamo punti, nonostante prestazioni praticamente dominate come con Atalanta e Lazio, e pure oggi. Ma nulla accade per caso".

In Nazionale c'è stato un confronto negli spogliatoi?

"Sì, abbiamo cercato di dare una mano a ct e più giovani. Nessuno si è mai permesso di dire chi giocasse o meno. Siamo rispettosi dei ruoli, il giocatore deve fare il giocatore. Se vuoi fare più cose perdi il focus. Le riunioni erano concordate al fine di aumentare il potere dell'allenatore nel convincere la squadra. I risultati hanno portato l'apocalisse, ma le colpe sono di tutti. Bisogna essere equilibrati e pazienti. Se si vuole cambiare il calcio in un giorno si sbaglia, ci sono diversi mesi prima della Nations League, non corriamo e lavoriamo bene. Portiamo gente credibile, senza caccia alle streghe. Anche ex calciatori possono essere utili".

Sentirti parlare è un piacere.

"Sì, ma dato che parlo quando si perde io spero di non venire più".

Lasci la Nazionale?

"Non so. Dopo il Mondiale avrei lasciato a 34 anni, temevo di non gestire il doppio impegno. Ora giocherei ancora, ma l'Europeo è tra tre anni. Non mi tiro indietro, ma spero di vedere giovani che escano. L'Euro 2020 è in casa a Roma, cerchiamo di ripartire con l'entusiasmo di Milano. L'inno a 10 dalla fine mi lascia ancora i brividi. Con questo appoggio i ragazzi italiani possono riportare in alto il nostro calcio".

Cosa ti aspetti dal Consiglio Federale?

"Non so, spero non ci sia chi senza programmi vada li a rubare la poltrona. Ci vogliono candidati credibili, possiamo aspettare anche alcuni mesi ma ci vuole credibilità. L'esperienza nel calcio mi dice che la fretta è cattiva consigliera, ci vuole equilibrio e pazienza".