Caressa: "Italia liquefatta, serve identità. I playouff? Evitare le squadre con punte forti"
Fabio Caressa, volto storico di Sky Sport, analizza senza filtri la crisi della Nazionale all’indomani del pesante 1-4 contro la Norvegia. Una sconfitta che, a suo dire, non era affatto prevedibile dopo il buon primo tempo: “La squadra si è liquefatta nella ripresa. Questo è l’aspetto più preoccupante: emotivamente non è a posto. Bisogna arrivare a marzo con idee chiare, non si può cambiare modulo ogni partita”.
Su Gattuso, Caressa parla con affetto ma anche con lucidità: “Siamo tutti di parte con Rino, ci auguriamo faccia bene. Ma deve tranquillizzarsi e guidare la squadra con consapevolezza”.
Il problema principale? La paura. “Con la Moldova abbiamo iniziato bene e ci siamo spaventati dopo 10 minuti. Con la Norvegia è successo due volte. Serve fiducia nei propri mezzi”.
Per uscire dal momento, Caressa non ha dubbi: “Serve una squadra più fisica e corta. Il possesso palla non serve, lo dicono i numeri. La soluzione migliore? Le due punte vicine: è ciò che funziona meglio”.
Quanto al valore dell’Italia, la fotografia è onesta: “Siamo inferiori a Francia, Spagna, Inghilterra e Portogallo. Ma non a Germania o altre. Siamo noni nel ranking e qualcosa significa”.
In vista dei playoff, una speranza e una paura: “Evitare le squadre con punte forti. Quelle possono decidere tutto. Ma gli attaccanti forti li abbiamo anche noi”.
Da Caressa anche un’ampia parentesi sulla Serie A: Conte, Allegri, il “cazzeggio creativo”, la sorpresa Roma e un derby d’Italia che, secondo lui, potrà finalmente rivelare il vero livello delle due milanesi.
Il suo desiderio? “Un derby pieno di gol, meno simulazioni e meno interruzioni. Il calcio italiano ne ha bisogno”.
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