Caldara e il consiglio di Chiellini mai ascoltato: "Ho sbagliato in pieno, non dovevo lasciare la Juve: è il rimpianto più grande della mia vita"
La carriera di Mattia Caldara si è chiusa troppo presto, a soli 31 anni, il 15 novembre scorso. A fermarlo definitivamente è stata una caviglia senza più cartilagine, con un verdetto medico durissimo: continuare avrebbe significato rischiare una protesi nel giro di pochi anni. L’ultimo atto di una via crucis iniziata subito dopo aver sfiorato il paradiso calcistico, tra Milan, Juventus e una serie infinita di infortuni gravi. Ma oggi, più del dolore fisico, a pesare è un rimpianto che Caldara definisce il più grande della sua vita: non aver dato ascolto a Giorgio Chiellini.
Lo racconta senza filtri in un’intervista a Fanpage. Siamo nell’estate del 2018. Caldara, allora 24enne, va in ritiro con la Juventus, che lo aveva acquistato dall’Atalanta nel gennaio 2017 lasciandolo in prestito a Bergamo. In bianconero però lo spazio è poco e arriva l’offerta del Milan, nello scambio che riporta Bonucci a Torino. Una scelta che oggi non rifarebbe: “Avrei dovuto essere più forte mentalmente e caratterialmente. Resistere, restare lì anche senza giocare. Intanto avrei osservato, imparato, magari Giorgio mi avrebbe dato ancora più consigli”.
Ed è proprio Chiellini il punto centrale del suo rimorso. Il capitano bianconero lo aveva invitato a restare, a crescere nell’ombra: “Ho sbagliato, ho sbagliato in pieno. È il rimpianto più grande della mia vita. Non averlo ascoltato è come se avessi tradito un mio idolo. Sono stato scarso caratterialmente”.
Caldara scelse il Milan pensando di trovare più spazio: un club in ricostruzione, l’ambizione di riportarlo in Champions, la spinta di amici come Andrea Conti. “Il Milan è il Milan”, dice oggi, riconoscendo quanto quel fascino abbia inciso sulla decisione.
Poi gli infortuni, uno dietro l’altro, hanno cancellato tutto. E restano solo i “se”: cosa sarebbe stato senza la sfortuna, e cosa sarebbe stato se avesse ascoltato Chiellini. Un rimpianto che oggi pesa quanto una carriera interrotta troppo presto.
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