Bucchioni su TMW: “Nazionale di Tafazzi”

Il collega Bucchioni su Tmw: Basta farci del male da soli, non ne posso più di questa continua autoflaggellazione: quando si parla della Nazionale siamo diventati un popolo di Tafazzi. Basta. Non serve a niente. Negatività porta soltanto negatività.
E non lo scrivo oggi soltanto perchè sono eccitato dal cinque a zero all’Estonia, sarebbe ingenuo, superficile e se volete un po’ folle.
I problemi del calcio italiano sono evidenti, la crisi strutturale c’è, due mondiali mancati ne sono la dimostrazione e una ferita ancora aperta, mancano i campioni, ma la qualità media dei giocatori che sono nel giro della Nazionale non è così bassa come viene troppo spesso descritta. Ovviamente non siamo al livello della Francia o della Spagna, tanto per dirne due, ma non possiamo pensare di essere meno forti della Svizzera o della Norvegia, non ci può far paura giocare contro la Svezia o la Macedonia. Basta, lo ripeto.
Le difficoltà ci sono e non se ne esce ingigantendole, quasi arrendendosi, quando ci sono dei problemi vanno affrontati con lucidità e risolti per quanto possibile.
“Non siamo così male, in Nazionale ci sono degli ottimi giocatori”, sono state le prime parole che mi ha detto più di due mesi fa Rino Gattuso appena nominato Ct della Nazionale. E’ da li che lui è ripartito.
E’ da questo concetto che noi dobbiamo invertire la percezione che abbiamo della nostra Italia.
I settori giovanali non funzionano e non sfornano più talenti, gli stranieri sono troppi e nella prima giornata di questo campionato è stato addirittura battuto un triste record, hanno giocato soltanto novantotto italiani, servirebbero delle riforme, ma anche se da domani cambiasse tutto, per avere dei benefici, per ritrovare talenti, per tornare grandi, servirebbero anni.
E allora ripartiamo da quello che abbiamo, valorizziamolo, esaltiamolo, sviluppiamolo, supportiamolo, tiriamo fuori il meglio da ogni giocatore e da ogni situazione.
E’ quello che ha deciso di fare Gattuso e sono assolutamente d’accordo: è l’unica strada. Forse l’ultima.
Carattere, grinta, coraggio, senso di appartenenza sono qualità che si possono innestare in un gruppo di giocatori mediamente forte per ritrovare una squadra mediamente forte. Che può diventare ncora più forte lavorandoci sopra.
Chi non è d’accordo, chi sguazza nel mare del pessimismo e della negatività, può far un bel ripasso sul valore degli azzurri.
Cominciamo da portiere. Non è Donnarumma uno dei migliori del mondo, se non il migliore, fresco vincitore della Champions, appena comprato dal City? Lo è. E non è solo.
Per il cuore della difesa possiamo vantare Calafiori dell’Arsenal e il giovane Leoni del Liverpool. Che dire di Bastoni? Non è uno dei più forti d’Europa? Tornerà Buongiorno. Ce ne sono altri, ma sto basso. Sugli esterni Udogie gioca nel Tottenham, c’è Cambiaso, lo voleva il City.
Di Lorenzo e Di Marco sono giocatori affidabili. In mezzo Tonali sta facendo molto bene in Premier, Barella è di livello internazionale. Davanti Retegui e Kean possono competere ad alto livello, Raspadori è appena andato all’Atletico, non una squadra banale. Sugli esterni la qualità di Orsolini e Zaccagni, l’affidabilità di Politano ci sono. Poi tra qualcuno da recuperare come Fagioli e Ricci, Chiesa (speriamo), qualche infortunato, giovani in rampa di lancio come Koleosho, Kayode che anche lui fa bene in Premier, o Comuzzo che tutti volevano, dei giovani di valore ci sono. E ne dimentico.
Qualcuno penserà che stiamo raschiando il barile e può essere anche così visto che appena novantotto azzurrabili dal campionato sono numeri bassissimi, ma una trentina di giocatori di buon livello con qualche eccellenza comunque ci sono.
A tutti questi va restituita l’autostima, va tolta la paura di sbagliare (s’è vista anche venerdì sera fino al primo gol liberatorio), deve sparire l’ansia del voler dimostrare, l’angoscia di toppare un altro mondiale che toglie lucidità e fa diminuire il valore.
I dirigenti della Federcalcio sono i principali responsabili di quello che è accaduto in questi anni, sono loro i primi che devono cambiare rotta. Far passare il messaggio, come hanno fatto, che i giocatori sono tutti scarsi è un alibi per coprire la loro incapacità gestionale. Incapacità che ha portato in nazionale allenatori non adatti come Ventura (suo il primo naufragio mondiale) o che non ha fatto capire a Gravina di mandare via Mancini dopo l’Europeo, quando aveva esaurito la sua spinta energetica.
Ha fallito anche Spalletti, è vero. In Federcalcio però si sarebbero dovuti accorgere prima, guardando gli allenamenti, parlando con i giocatori e con lo stesso Ct, che le sue idee erano troppo complicate, le pressioni troppo alte e il gruppo stava avendo una crisi di rigetto. Non è intervenuto nessuno per tempo perchè la Federcalcio è in mano a Nessuno. Ci fosse stato un dirigente carismatico e autorevole avrebbe potuto e dovuto aprire un confronto con il Ct per evitare il disastro.
Ora il disastro lo prova a evitare Gattuso rivitalizzando al massimo le potenzialità di questo gruppo, alleggerendo le pressioni, proponendo un calcio meno cervellotico e più pratico. Con una idea ben precisa che i giocatori sembrano avere già recepito: siamo l’Italia, sono gli altri che devono avere paura di noi, giochiamo con coraggio, affrontiamo le sfide, cerchiamo di andare in campo con il sorriso, divertiamoci durante gli allenamenti.
Una cosa buona questa volta la Federcalcio l’ha fatta, Gravina si è defilato da questioni tecniche, ha messo dietro Gattuso una catena di comando di ex grandi giocatori come Buffon e con personalità come Bonucci. Loro, a contatto con il gruppo, hanno la sensiblità per capire, intuire, annusare, prevenire, stimolare.
E Gattuso è centrale un Ct-esempio. Non era un campione, ma è diventato campione del mondo e ha vinto tutto quello che ha vinto, tirando fuori quello che aveva e anche di più. E’ andato oltre. La sua sfida l’ha vinta, può vincerla anche l’Italia.
Dalla prima partita sono arrivati segnali incoraggianti, al netto dell’Estonia. Si stanno semplicemente mettendo le basi per ricostruire qualcosa e sappiamo che non sarà facile, a cominciare da domani con Israele. Ma con energia e positività si può, i Tafazzi fateli fare ad altri.