Amauri: dalla porta chiusa in Brasile al sogno realizzato in Serie A con Juventus e Palermo

Amauri: dalla porta chiusa in Brasile al sogno realizzato in Serie A con Juventus e PalermoTuttoJuve.com
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di Redazione TuttoJuve

Amauri: dalla porta chiusa in Brasile al sogno realizzato in Serie A con Juventus e Palermo, ne parla Gazzetta 

Gli inizi difficili e la svolta in Italia

«Vado al Torneo di Viareggio e mi prometto che sarebbe stata l’ultima spiaggia», racconta Amauri. Invece, da quella esperienza è nata una nuova vita. Dopo la delusione iniziale, il destino gli apre una porta in Italia, dove inizia un lungo percorso che lo porterà a vestire maglie prestigiose come quelle di Chievo Verona, Palermo e Juventus.

L’era Zamparini e i sogni sfiorati con Roma e Milan

Il trasferimento al Palermo segna la sua definitiva consacrazione. «Zamparini era un presidente unico, esuberante ma molto presente», racconta Amauri.
Dopo un anno straordinario, su di lui si muovono Roma e Milan. «Baldini mi disse che sarei stato perfetto accanto a Totti. Anche Ancelotti mi voleva per il dopo Inzaghi».

L’esperienza alla Juventus e il gol al Real Madrid

Nel 2008 Amauri approda alla Juventus, dove vive momenti indimenticabili. «Era un mondo diverso, con una cultura della vittoria incredibile. Segnai contro il Real Madrid: un sogno».
Proprio i Blancos lo avevano cercato. «Mourinho mi voleva al Bernabeu, ma io stavo bene alla Juve».

Dalla delusione juventina alla rinascita con il Parma

Dopo l’esperienza a Torino, arriva la rinascita a Parma. «Mi chiamò Crespo e mi convinse: “Se vieni tu, ci salviamo”. Così fu. Segnai tanto e aiutai la squadra a evitare la retrocessione».
Un infortunio gli negò una seconda chiamata in Nazionale, ma Amauri non smise mai di crederci.

I rimpianti e i ricordi migliori

«Cambierei qualcosa, soprattutto nella gestione degli infortuni», ammette. «Dopo l’esordio con l’Italia avrei dovuto fermarmi, ma continuai a giocare e non rendevo al meglio».

Tra i compagni d’attacco, Amauri non ha dubbi: «Del Piero era perfetto, ti faceva sentire parte del gruppo. E poi Miccoli: a Palermo eravamo una coppia perfetta».