L'IMBOSCATA - Sarri ogni mattina si sveglia con un macigno sulle spalle. Infortuni, non solo sfiga. Misteriosa sparizione dopo Juve-Sassuolo. Paratici e il colpo per affondare l'Inter. I canali aperti con Raiola. Pallone d'Oro, l'ombra del Real...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
06.12.2019 16:24 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Sarri ogni mattina si sveglia con un macigno sulle spalle. Infortuni, non solo sfiga. Misteriosa sparizione dopo Juve-Sassuolo. Paratici e il colpo per affondare l'Inter. I canali aperti con Raiola. Pallone d'Oro, l'ombra del Real...

Accadeva anche con Allegri. La Juve che non riesce a “tenere“ il vantaggio per più di cinque minuti. Le occasioni (tante) create e poco sfruttate. Il masochismo degli allenatori.

 Allegri si fustigava spedendo Dybala a settanta metri dalla porta avversaria sostenendo fosse un “centrocampista“.

Sarri, Dybala lo vede attaccante, ma visto che il suo centrocampo non riesce a sostenere tre attaccanti, ecco che Dybala (in turnover con Higuain) finisce per mezza gara in panca. E fa nulla se al momento Dybala (con Bonucci ) sia di gran lunga il giocatore della Juventus più in forma. Sarri ha dimostrato di non essere un “integralista“. Ma scorie di fondamentalismo permangono nella sua filosofia. Come Allegri pretendeva Dybala a centrocampo, così Sarri pretende Bernardeschi trequartista, nonostante in quella posizione il buon Federico la becchi poco.

Il pareggio con il Sassuolo (meritato dall'undici di De Zerbi)  ha lasciato l'amaro in bocca. Molti hanno scritto che lo sciroppo è stato aspro perché l'Inter ha superato in classifica la Juventus. A dicembre, un punto di differenza è nulla.

Le verità sono altre. Lo sciroppo è risultato acido perché ad allenare l'Inter c'è Antonio Conte. E Conte all'Inter (fino a qualche mese fa un ossimoro), adesso è realtà: indigesta nelle contrade bianconere.

Sarri ogni mattina si sveglia con un macigno sulle spalle. Perché un macigno (per chiunque ci si sia seduto) è sempre stata la panchina della Juventus . Della quale Sarri ha preso possesso con altri “pesi“ aggiuntivi.

 In primis quello dei “paragoni“, con Conte ed Allegri .  . 

Dirige, Sarri, la squadra che ha Cristiano Ronaldo e che in estate ha preso De Ligt. Dirige una Juve zeppa di star. Dirige una squadra reduce da 8 scudetti di fila, qualche coppa nazionale, due finali di Champions. Dirige la squadra di una società che spende una tombola ogni stagione per la gestione. Che ha i conti in rosso (con debito peraltro sostenibile) ma anche con un fatturato in costante espansione.

Insomma guida una Ferrari. E pilotare una Ferrari non è come pilotare un'altra supercar. Oltre a sfruttare motore, cavalli, gomme, tecnologia, se hai in mano il volante di una Rossa, “piloti” la Storia .

In più a Sarri hanno chiesto “il bel gioco“ . Perché nell'odierno mondo, apparire è più importante che “essere“: la società dello spettacolo profetizzata da Guy Debord già negli anni Sessanta. Oggi alla Juventus vincere non è più “l'unica cosa che conta“ . Oggi, oltre a vincere, devi anche piacere. Perché se piaci, gli sponsor si moltiplicano, ti chiamano per lucrose tournée, il tuo merchandise spopola, tutti vogliono le tue magliette e i tuoi gadget. E poi ci sono i follower: ogni click corrisponde a dobloni sonanti.

Ma benché seduto su una gran vettura, Sarri arrischia ogni settimana il fuoripista. Sul collo ha una dirigenza che ambisce alla Champions, la coppa che manca alla Juve da decenni . Ma che vorrebbe  anche il "resto“ imbandito sulla tavola. Perché se c'è una cosa che la Real Casa proprio non ha mai digerito è quel triplete di cui si fregiano i suoi più acerrimi inimici.

Non hai un attimo di tregua, se sei Sarri. Ti sei qualificato con anticipo per gli ottavi di Champions? Meglio se  arrivi primo nel girone: ogni vittoria, in Europa, significa denaro. Hai da recuperare un punto in classifica in campionato. Te la vedrai domani con Lazio, ma presto ancora con Immobile e soci tra palme e grattacieli a una trentina di gradi di temperatura, per la Supercoppa. In Coppa Italia incrocerai l'Udinese che ha fatto poker contro il Bologna. Ed è solo un assaggio del complessivo menù.

Metteteci anche la sfiga che notoriamente ha una vista di dieci decimi. Scrivo sfiga, ma confesso che  penso anche ad “altro“ . Gli infortuni di Chiellini, Costa, Khediria, Ramsey sono differenti nella tipologia. Ma che si trattasse di soggetti a rischio era noto. Non da ieri. Diciamo almeno dall'altro ieri .

Sul collo di Sarri ci sono anche gli juventini che non hanno mai digerito il suo pregresso partenopeo e certe sue esternazioni. Ci sono le vedove di Conte e quelle di Allegri. E poi ci sono i media. Che se va bene risultano ipercritici, con Sarri, con la Juve, con i giocatori della Juve, con il magazziniere della Juve, con le hostess e gli steward della Vecchia Signora. Se va male “tifano“.  Arrivando, come è accaduto in Juventus- Sassuolo ad omettere (resoconti, pagelle, rubriche arbitrali) quello che è accaduto. Per esempio un doppio fallo da rigore (su De Ligt e su Higuain) non sanzionato dall'arbitro, non esaminato dal Var, in area del Sassuolo, nel corso della medesima azione. Qualcuno (pochi) hanno segnalato. Evidenziando (giustamente) che peraltro anche il Sassuolo si è ritrovato “orbato“ di un rigore su Duncan .

Ora, i meriti del Sassuolo (affondato peraltro in casa in Coppa Italia dal Perugia)  si sono sommati ai demeriti della Juventus  E io non mi sorprendo per un uno (o molti ) errori arbitrali. Mi scandalizzo per certe inspiegabili (o forse no) omissioni mediatiche. 

L'Inter è meritatamente in testa al campionato . Ha un punto in più della Juve, segna più di quanto non segni la Juve. Ha nettamente subito nello scontro diretto , ma non infrequentemente ha finora giocato meglio della Juve . 

Cosa deve fare la Juventus? Due cose, a mio parere.

 Dare una risposta immediata. Andando a vincere a Roma contro la Lazio che è in striscia da sei giornate ed  ha un Immobile, formato Pippo Inzaghi .

Non sarà facile.

La  seconda:  a gennaio chiudere per Tonali ambito anche dall'Inter. Dare insomma un segnale.  Prendere Tonali sarebbe importante quanto aver preso De Ligt.

Dice che la Fiorentina vorrebbe Emre Can. Che Paratici avrebbe sondato Comisso per Chiesa e Castrovilli.

Se la sbrigherà don Fabio. Al quale mi permetto di dire: chiuda (in fretta) per Tonali. Perché non chiudere potrebbe significare ritrovarsi il futuro centrocampo dell'Inter con Barella. Tonali e Sensi. E io credo che una tale eventualità, Paratici la debba (e spero  la voglia)  scongiurare.  Secondo modesto consiglio:  al posto di Paratici, una nuova occhiata agli Orsolini, ai Mandragora, ai Traorè che la Juve ancora in qualche modo controlla, la darei. 

Un messaggio forte (e pesante) la Juventus lo ha mandato al Real Madrid in relazione alle polemiche su Ronaldo e il mancato Pallone d'Oro. C'è chi si è meravigliato per come sia stato votato Messi, piuttosto che un giocatore del Liverpool.

La Coppa Campioni nasce dal legame fortissimo negli anni Cinquanta tra il suo inventore  (francese ) e il Real Madrid. Che aveva i giocatori più forti d'Europa da Di Stefano a Kopa, da Puskas a Gento. E che aveva, tra i suoi dirigenti, un vero Mazarino del pallone: si chiamava Saporta e si occupava, diciamo così, di “politica calcistica“. Il Pallone d'Oro nasce come cordone ombelicale della Coppa Campioni. Fosse stato “aperto“ al mondo, invece che (lungamente) solo ai giocatori militanti in Europa, Pelè ne avrebbe vinti probabilmente 15 di fila.

 Probabilmente:  perché al netto di qualche porcheria tra i votanti (emersa anche  nella passata edizione), il Pallone d'Oro è cosa politicamente “intricata“ . Lo vinse un anno un russo di nome Belanov: bravo e basta. Lo vinse un tedesco  di nome Summer, un buon ex mediano diventato un buon difensore centrale. Non l'hanno mai vinto (e mi fermo a giocatori italiani, Buffon, Paolo Maldini, Zoff ) . Lo ha vinto Cannavaro, sottraendolo nel 2006 a Buffon . Una rarità la vittoria di un difensore in un premio dove da padrone la fanno gli attaccanti .

Il Real Madrid ha più che probabilmente esercitato il suo peso politico, la scorsa stagione, adversus Ronaldo,  per far vincere Modric.

A Madrid da un anno e mezzo veicolano questa fiaba : Ronaldo ha lasciato il Real, ma il Ronaldo della Juve è un giocatore finito.

La Juve ha reagito. Perché Ronaldo è il suo più grande investimento. E gli investimenti vanno tutelati. Anche mediaticamente .

Ronaldo non sta attraversando un buon momento di forma. Se per i fastidi al ginocchio, se per il gioco di Sarri, se per altro, non saprei dire. Il mio parere è che si ritroverà, giocando . E che, nondimeno,  manchi a Ronaldo, in mezzo all'area avversaria la fisicità di uno come Mandzukic. Che non gioca e che verrà ceduto. Paratici ne era consapevole: al punto da essere disposto a  sacrificare Dybala pur di prendere uno come Lukaku, adatto a fare le veci del croato. Sappiamo come è andata.

 Ecco perché la Juve si è mossa con Raiola per Haaland. Anzi : se risulterà vera, la notizia che per 20 milioni il norvegese, grazie ad una clausola può essere preso già a gennaio, credo che la Juve possa correre sul velluto rispetto alla concorrenza. Perché l'agente del giovanotto si chiama Raiola. E con le commissioni prese dalla Juve (per Pogba e De Ligt) Mino Raiola ha assicurato il futuro ai suoi famigliari per un paio di generazioni. 

 Higuain sta facendo benissimo ma non è un armadio di 1.95 che in mezzo all'area fa paura. E soprattutto Higuain sul passaporto non ha scritto: 2000 e dintorni .

La partita con il Real, tuttavia, la Juve non la gioca su Ronaldo o sul Pallone d'Oro che verrà. La giocherà a giugno su Pogba. Che Zidane vuole, che Florentino vuole e che anche la stampa iberica vuole. Perché sostenere che Valdverde vale Pogba neppure è una menzogna. E ridicolo. Ma Pogba lo rivuole anche la Juve. Se il suo migliore amico (a Torino) si chiama Paulo, il suo principale sponsor, pare, si chiami Cristiano. Fate voi .