SOTTOBOSCO - Una sola parola: vergogna. Nessun rispetto per la maglia. Ora serve sangue giovane. L'esempio da seguire: c'è una Juventus che non tradisce mai

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
23.05.2022 00:55 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Una sola parola: vergogna. Nessun rispetto per la maglia. Ora serve sangue giovane. L'esempio da seguire: c'è una Juventus che non tradisce mai
© foto di Andrea Bosco

Scudetto al Milan: strameritato. Inter seconda: giusto. Napoli terzo: forse meritava di più. Juventus quarta: in un mare di delusione.

Non chiedetevi perché, questa settimana, la mia rubrica risulterà “tirchia”. Il motivo è semplice: per  protesta. Verso la squadra in primis: la maglia va rispettata (anche se non ha più molto della divisa originale). Anche  in una gara di fine stagione che conta un tubo. Vergogna è l'unica parola che mi sembra adeguata. Ma la mia protesta ha anche altre motivazioni. Un vertice societario incline a “sottrarsi“ piuttosto che  a dar conto del proprio operato. Un allenatore che racconta “mentendo“ di aver visto per lunghi tratti una “buona partita“. Infine l'ignavia della Juventus nei confronti della classe arbitrale. La  Juve, che ha confezionato una peggiori annate della sua storia, ci ha messo del suo. Ma che l'annata sia stata costellata da orrori arbitrali e varistici è fuori di discussione. Molte società possono recriminare: la Juventus è tra queste .

Non mi addentro nel futuro. I nomi che circolano sono (Di Maria, Perisic, Acerbi, lo stesso Pogba ) ultra stagionati. Ma certamente hanno  qualità. Personalmente non è la strada che seguirei. Ne prenderei uno (Pogba) al massimo due. Serve sangue giovane. Avrei preferito una rivoluzione alla Boniperti- Allodi-Picchi. Le grandi squadre nascono da una buona semina. Ma notoriamente Allegri non ama lavorare con i giovani. E forse ha ragione lui. La Juventus che non vince violenta il suo dna. E per cercare di tornare a vincere in fretta servono campioni collaudati. Sperando che la salute li assista.  Intanto la Juve maschile impari da quella femminile. Una squadra che (a differenza di quella maschile) non tradisce mai. Hanno vinto in rimonta nei minuti finali anche la Coppa Italia, dopo aver incamerato la  SuperCoppa, lo Scudetto e aver tenuto testa alla grandissima al Lione laureatosi campione d'Europa per l'ottava volta, proprio all'Allianz contro il Barcellona. Questione di attributi.