SOTTOBOSCO - La grande impresa di un'Italia bella e vincente. Bonucci e Chiello monumentali. Ceferin dimentica che il Capitano azzurro gioca nella Juventus

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
12.07.2021 01:45 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO  - La grande impresa di un'Italia bella e vincente. Bonucci e Chiello monumentali. Ceferin dimentica che il Capitano azzurro gioca nella Juventus
© foto di Andrea Bosco

Grande  impresa. Targata Roberto Mancini e Nazionale. Tutti meritevoli. Anche quelli non impeccabili. Campioni d'Europa. A casa degli inglesi. A casa dei 60.000 britannici per la gioia di un intero paese e dei 10.000 arrivati dall'Italia.

La Nazionale di Mancini ha fatto una cosa grande. Unica, per bellezza. Ha scritto “Il giovane Holden“ come Salinger. Ha scritto “Il cavaliere inesistente“ come Calvino. Ha dipinto “Guernica“ come Piacasso. Ha composto “Like a rolling stone“ come Bob Dylan. Ha messo “quel“ canestro passato alla storia: quello di  MJ. Ha fatto il gol di Diego Armando. Guarda caso anche lui contro gli inglesi. Insomma ha fatto, come dicono a Bologna “un bambino con i baffi“. Solo un sognatore come Roberto Mancini poteva convincere un truppa demoralizzata (dopo aver fallito la qualificazione al Mondiale con Ventura)  che con il gioco, l'applicazione, la pazienza, la passione si potesse realizzare l'impensabile. Certo c'è chi ha dato di più. Donnarumma che ha parato l'imparabile. Bonucci e Chiellini monumentali. Verratti, “conto in banca“ nella gestione del pallone. E Federico Chiesa che ha segnato gol importanti e da solo ha spaventato gli inglesi quando la Nazionale per la prima volta in questo Europeo si è trovata a dover rimontare.

E' un bel viatico per i mondiali in Qatar. Ma è anche un messaggio enorme al Paese, dopo la tremenda pandemia che ancora ci sta affliggendo. L'Italia è bella. E non solo perché le star di mezzo mondo vengono in vacanza nelle nostre città e nelle nostre contrade. L'Italia è bella perché sa creare: arte,  cibo, design, moda, musica, vino. Parliamo dell'oggi. Perché se poi mettessimo  in pista i nostri  Dante, Caravaggio, Leonardo, Michelangelo, Verdi, allora vinciamo stabilmente 6-0, 6-0, 6-0. Berrettini non è riuscito a farlo. Ma  ha giocato da protagonista perdendo solo contro Nole che non a caso è il numero 1 del mondo. Un serbo dalla forza mentale incredibile. Ma in Serbia, la Nazionale del basket di Meo Sacchetti  era andata a sbancare Belgrado, prendendo il pass per le Olimpiadi. Saranno i serbi a vederle dal divano.

Siamo belli, anche calcisticamente parlando. Quasi il 70% di possesso palla contro il 30 e rotti degli inglesi. Se sento ancora dire che l'Italia fa “catenaccio“, querelo. Lo hanno fatto gli inglesi. Giochiamo  bene il nostro calcio. Che non è perfetto, che non ha un bomber della qualità di un Gigi Riva o di un Paolo Rossi. Ma che è che un “mutuo soccorso “ del gol.  Voglio elogiare le gare di Insigne: gran giocatore. Però mandi a quel paese chi lo paragona a Del Piero: E lui sa perché. Alla premiazione in uno stadio dove solo il presidente Mattarella indossava la mascherina, gli inglesi, una volta ricevutala si sono tolti la medaglia. L'Italia gli aveva  distrutto un sogno. Ma francamente non mi è parso il caso. Sempre alla premiazione il presidente dell'Uefa Ceferin ha sorriso a Giorgio Chiellini. Forse dimenticando che il capitano dell'Italia gioca nella Juventus. Ha vinto l'Italia e quindi ha vinto anche Gabriele Gravina. Che giustamente ha  il diritto di festeggiare come tutti stiamo facendo. Oddio, tutti. C'è gente che “dopo il 2006  proprio la Nazionale non la regge“. Sbagliato. L'arbitraggio è stato perfetto. E quindi mi cospargo il capo di cenere. Anzi, forse il “cascatore“ Sterling, in una occasione nell'area di rigore di Donnarumma era stato aiutato a cascare. Viva l'Italia, dunque. Da celebrare cantando una delle canzoni di Raffaella Carrà. Oggi veramente si  gode “da Trieste in giù“. Viva l'Italia se volete, con De Gregori. Viva   il nostro Paese. Che a volte ci sembra ingiusto, inadatto, ma che in fondo è lo specchio di quello che siamo tutti noi : un poco anarchici, indisciplinati, passionali, capaci di incredibili imprese. Già aveva goduto con il  celebre gol di Capello , ma ad occhio e croce, credo che là nel Paradiso dei radiocronisti il grande Nick Carosio, al quale batteva il cuore per la Nazionale, si sia scolato uno dei suoi memorabili  whiskacci in onore degli Azzurri. Con altro stile Fabio Caressa ci ha trasmesso la sua medesima passione. La Nazionale non può essere raccontata  senza emozioni. Mi spiace per chi la pensa diversamente: bravi Caressa e Bergomi. Bel lavoro.  Nella notte in cui celebrando il nostro inno nazionale tutti ci siamo sentiti “fratelli d'Italia“. E' la magia del calcio. Domani magari riprenderemo a litigare. Ma per un mese la Nazionale ha unito il Paese. Come era già successo. E come succederà ancora. Perché ha torto marcio Gary Lineker: “Il calcio è quello che sport nel quale 11 giocano contro 11” . Ma alla fine “non vincono i tedeschi“. Vincono gli italiani .