SOTTOBOSCO - Disastro Juve: non è solo una sconfitta. Coppa maledetta, sembra una makumba. Fondamenta instabili, squadra da rifare. Ripartenza con i giovani e con un nuovo ds, Allegri pensi solo ad allenare

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
18.03.2022 00:12 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Disastro Juve: non è solo una sconfitta. Coppa maledetta, sembra una makumba. Fondamenta instabili, squadra da rifare. Ripartenza con i giovani e con un  nuovo ds, Allegri pensi solo ad allenare
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Un disastro. Lo 0-3 rimediato contro il Villareal è ingiusto, quanto ineccepibile. C'è stata una squadra dai difetti endemici che dopo una promettente ventina di minuti è  uscita dalla partita. Il Villareal ha fatto poco. Ma quel poco lo ha fatto in maniera  letale. Come un crotalo nascosto tra le rocce,  all'improvviso micidiale. La Juventus ha provato a vincerla nel primo tempo, scoppiando dopo la mezz'ora. Quella contro il Villareal non è solo una sconfitta. E' un fallimento. 

In tre anni la Juventus ha cambiato tre allenatori. Ha inforcato tre diverse strade. Ha mischiato nello stesso pentolone carne e pesce, ortaggi e frutta dolce. Ne è uscita una schifezza alimentare.  La squadra va rifatta. E ci vorrà pazienza. Le ultime tre stagioni sono risultate complicate, nonostante lo scudetto di Sarri e le due coppe nazionali di Pirlo. Complicazioni logiche se per tre volte di fila cambi il progetto. In tre anni  la Juventus non è migliorata: con Allegri sembra persino peggiorata. L'idea che la Juventus sia in “ricostruzione“ è una idea suggestiva. Ma le fondamenta della Juve sono troppo instabili per pensare di poter poggiare su quei “mattoni“. Serve azzerare, tenendo il poco di buono esistente e rinnovando: spietatamente.

Il covid è risultato una jattura per i conti della Juventus. Ma una jattura maggiore (anche contabile) sono risultati quei giocatori tesserati con superficialità in base al “censo” e  non alle reali qualità. La Juve dovrà affidarsi ai suoi giovani per il futuro prossimo. A quei Chibozo, Fagioli, Miretti, Rovella, Zanimacchia: inesperti ma promettenti. E a  una panchina in grado di fare la differenza. Quei Padovano che fecero la fortuna della Juve di Moggi e Lippi.  Non ha alternative, del resto: neppure dovesse (indispensabile, ormai) centrare quel quarto posto buono per  disputare la Champion's.

La Juve si doti di un direttore sportivo in grado di parlare alla  squadra: Allegri pensi ad allenare. Quello del direttore sportivo è un  altro mestiere. Un Allegri che dovrebbe dar conto del motivo per il quale a metà marzo, la Juventus cammini in campo: una lumaca  rispetto ai Bip - Bip della Premier. E' tempo ( per i tifosi) di ingoiare. Ma anche di  stare vicini alla squadra. E' tempo, per i tifosi, di non farsi sedurre dalle sirene di certi media. Quelli secondo i quali la Juve sarebbe  “da scudetto”.

La  Juventus da tre stagioni ha smarrito la trebisonda. Pecche nascoste da Cristiano Ronaldo.  Non voglia la Dea che Allegri alla fine risulti l'allenatore “sbagliato”. Con un contratto di quattro anni è un allenatore impossibile  da “licenziare“ . La Juventus  faccia “pulizia”. Anche a rischio di qualche minusvalenza. Ricominci con umiltà, dicendo ai tifosi la verità. Che saranno  lacrime e sangue. Capita, anche alle grandi società come la Juve, di sbagliare improvvisamente anche le mosse più elementari . Sono venti anni che la Juventus fallisce in Europa. Persino in Europa League, come ben sa quel Benfica trionfante all'Allianz. Per due volte (con Allegri) l'ha vista da lontano la Coppa dalle grandi orecchie.  Riavvolgendo  il nastro di una competizione “maledetta“, non resta che pensare che qualcuno abbia fatta alla Juventus una makumba. Una fattura simile all'anatema  sferrato proprio contro il Benfica dal suo ex allenatore, Bela Guttman: “Non vincerete mai più una Champion's“ . Qualche idea su chi potrebbe aver commissionato il rito caraibico?