Tutti con Cristiano. Non è fragile, ha solo voglia di dominare. E la Juve è con lui

20.09.2018 17:30 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
Fonte: inviato a Valencia
Tutti con Cristiano. Non è fragile, ha solo voglia di dominare. E la Juve è con lui
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

0-2 in uno stadio caldissimo, tre punti in saccoccia e prova di forza mostruosa. Al netto dei limiti di un Valencia decisamente deludente, la Juve ha saputo reagire in dieci nel momento peggiore, dopo aver sprecato tanto e priva dell'uomo indicato da tutti come il trascinatore annunciato. Alla fine, quindi, la trasferta del Mestalla va archiviata come un successo su tutta la linea, ma il rosso a Cristiano Ronaldo rimane una macchia che non si può cancellare. Perché sarebbe sbagliato farlo.

L'errore condiviso di Brych e Fritz resta, perché l'esordio non si può ripetere. È come rovinare una festa, un'occasione speciale. Il tempo sistemerà le cose, si potrà raddrizzare tutto, ma quella serata rimane. E se ti chiami Cristiano Ronaldo avrà anche uno spazio importante nel libro dei ricordi. Nelle lacrime del portoghese c'era tutto. La voglia di spaccare il mondo, di presentarsi all'Europa con la maglia bianconera, di rispondere a Messi e cominciare a testa altissima una nuova avventura. Una follia arbitrale gli ha negato tutto questo, gli ha negato ciò di cui si nutre, l'ossigeno della sua anima, trasformando quella che sarebbe dovuta essere una serata da ricordare in un brutto incubo.

Come reagire ora? Semplice, da CR7. Perché nessuno più di lui può trasformare le difficoltà in stimoli. È un po' la storia della sua vita, d'altronde. Non esistono montagne troppo alte, esistono solo nuovi ostacoli da superare per continuare a migliorarsi e superarsi. Qualcuno parla di fragilità, parola non associabile in nessun modo a Ronaldo, qualcuno ha visto in quelle lacrime debolezza. Il più classico degli equivoci. Chi piange non è debole, chi piange così ha solo troppa voglia di vincere e dominare. E non sopporta la sconfitta, come non la sopportava da bambino. Nemmeno questa è fragilità. Anzi, è la capacità di vivere lo sport nella sua essenza più pura.

Rialzandosi, il cinque volte Pallone d'Oro, non sarà solo. Come non lo è stato ieri, quando fisicamente la Juve l'ha aiutato a risollevarsi. Mandzukic, Chiellini, Bernardeschi e Bonucci, rappresentanti delle diverse sfaccettature dell'anima della Vecchia Signora, gli hanno teso la mano. Tutti con lui, come i tifosi. L'inizio è più difficile (e sfortunato) del previsto, ma servirà solo a rendere più dolce il seguito. In ogni storia che si rispetti, d'altronde, il protagonista vive un momento difficile, ma combattendo tutti insieme il finale può essere solo uno. E dolcissimo.