IL TERZO TEMPO - Un pari così vale oro. Allegri ha il piano-rimonta, ma serve una svolta in attacco.

A conti fatti, l'1-1 di San Siro è prezioso. Calendario benevolo ed insidie per le avversarie fanno sperare nella rimonta. L'attacco resta punto debole.
25.10.2021 17:45 di  Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - Un pari così vale oro. Allegri ha il piano-rimonta, ma serve una svolta in attacco.
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© foto di Imago/Image Sport

La Juventus torna da San Siro che un punto che, a conti fatti, è la notizia migliore della serata.

I bianconeri, dopo un buon filotto di vittorie e la qualificazione quasi agguantata in Champions, si fermano al cospetto di un’Inter ordinata e attenta, tradita dall’ingenuità di Dumfries nel finale. La prestazione della squadra di Allegri è stata in calo rispetto al trend degli ultimi tempi, confusa in attacco e con qualche sbavatura di troppo dietro, salvata dal rigore (netto) concesso grazie all’intervento del (VAR). La Juventus ha già affrontato nelle nove giornate disputate le prime quattro della graduatoria, collezionando una vittoria (Roma), una sconfitta (Napoli) ed i pareggi con le milanesi. Il calendario sembra così in discesa, con Atalanta e Lazio da affrontare entro metà dicembre e le altre sfide contro squadre sulla carta nettamente inferiori. É da queste partite che passerà la rimonta.

Se i bianconeri si sono già concessi delle uscite a vuoto contro Empoli e Udinese nel travagliato inizio di stagione, i passi falsi contro le cosiddette “piccole” non sono più ammissibili. Considerando cosa fatta il passaggio del turno in Europa (servono, per l’aritmetica, tre punti in tre sfide), la squadra potrebbe concentrare le energie sulla rimonta in campionato almeno fino agli ottavi di febbraio. Senza passi falsi, i punti di distacco dal primato saranno perlomeno dimezzati entro la fine del girone di andata.

Il vero punto dolente resta, a parere di chi scrive, l’attacco. La crudezza dei numeri non lascia spazio ed obiezioni: 13 gol fatti in 9 partite, meno di Genoa, Empoli, Verona, Bologna. Un dato preoccupante, addirittura allarmante se la squadra non avesse ritrovato la difesa di ferro dell’ultimo mese, che le ha permesso una serie di vittorie col minimo scarto. Aver ritrovato il talento di Dybala non può che fare bene, ma Morata e Kean devono alzare l’asticella se vogliono svoltare una stagione sin qui senza infamia e senza lode. Se la società vorrà intervenire sul mercato a gennaio, un centravanti di affidabilità e rendimento sarà quel che serve, se non altro per insidiare le certezze di chi è quasi sempre sicuro del posto.

Capitolo Chiesa: in molti si saranno chiesti come mai non abbia giocato dal primo minuto. Domanda legittima, ma Allegri lo vede tutti i giorni e non ha nascosto come la generosità del ragazzo lo porti spesso a finire le partite in riserva. Considerati gli impegni ravvicinati, i problemi muscolari accusati ad ottobre e l’aspetto tattico della partita contro l’Inter (giocare a specchio col 3-5-2) mi sento di condividere le scelte iniziali del mister. Federico giocherà le prossime e tornerà ad essere decisivo, mettendosi alle spalle un periodo di appannamento fisiologico.

La difesa resta la nota positiva del momento. Chiellini è tornato un colosso e sta gestendo bene il fisico, visti gli ultimi anni in cui aveva giocato a singhiozzo. De Ligt cresce e Bonucci è una certezza, mentre aver ritrovato il miglior De Sciglio offre una valida alternativa sugli esterni. Rugani e Pellegrini restano oggetti misteriosi, con il giovane terzino ex Cagliari probabile partente a gennaio. Il centrocampo resta, invece, un rebus. Il solo Locatelli, sebbene abbia avuto un ottimo impatto sul mondo Juve, non può bastare a dare fosforo alla manovra. Affiancargli il ritrovato Arthur potrebbe essere una soluzione per sveltire e dare imprevedibilità alla manovra offensiva, senza costringere Dybala ad abbassarsi sulla linea di centrocampo. Anche qui non mancano gli oggetti misteriosi: vedere alla voce Ramsey, che pare (Dio ci aiuti) un obiettivo del nuovo ricchissimo Newcastle.

Allargando lo sguardo al campionato, con l’infrasettimanale in vista, Napoli e Milan stanno tenendo un ritmo da scudetto. Vista l’incertezza dei loro cammini europei (in particolare dei rossoneri), una prematura eliminazione dalle competizioni continentali, potrebbe diventare un pericolo. Con una partita a settimana, rossoneri e partenopei diventerebbero i favoriti, anche considerando che dieci lunghezze di vantaggio non sono esattamente un’inezia. Auguro loro lunga vita in Champions ed Europa League. L’Inter, che nondimeno dovrà sudarsi il passaggio del girone, nella partita di ieri non mi è parsa grande cosa: organizzata si, ma le sbavature non mancano. In difesa non ha alternative all’altezza del super trio titolare (che non potrà giocare in blocco 50 partite) ed ha un portiere in netto calo. La vedo appena un gradino sopra l’altalenante Roma di Mourinho e la nervosa Atalanta di Gasperini, che per paga l’emergenza infortuni. Di tutte queste contingenze dovrà approfittare la Juventus, con un calendario benevolo e la qualificazione europea quasi in ghiaccio, per trovarsi a fine anno agganciata al treno scudetto.