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Sergio Porrini: "Juve alla ricerca dell'identità perduta, troppa confusione e poca lucidità negli ultimi due anni. Il problema è il centrocampo. Milan? Non si può fallire"

18.09.2021 12:15 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Sergio Porrini: "Juve alla ricerca dell'identità perduta, troppa confusione e poca lucidità negli ultimi due anni. Il problema è il centrocampo. Milan? Non si può fallire"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Juve-Milan arriva un po' presto, il vero valore delle squadre in genere lo si inizia a vedere da ottobre in poi. La sensazione in questo momento è che i rossoneri, non avendo cambiato molto rispetto allo scorso anno, sia un po' più avanti a livello tattico e nel gioco espresso. Però giochi allo Stadium, i bianconeri sono già ad 8 punti dietro e non possono più perdere punti". Pensieri e parole di Sergio Porrini, ex difensore bianconero campione d'Europa e del mondo con la Juventus, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com approfondisce il big match di domani sera e non solo:

Tralasciando un attimo la sfida con il Milan, che cosa ne pensi della Juve?

"La Juve ha ripreso Allegri dopo due anni in cui aveva cambiato sempre allenatore, in questo momento l'idea è che sia una squadra alla ricerca dell'identità perduta diverso tempo fa. Seppur sia molto bravo, non è semplice ricreare quell'entusiasmo che c'era prima del suo addio. E questa è l'estate dell'addio di Cristiano Ronaldo, il che non ha facilitato di certo le cose".

Più che la classifica, forse l'eventuale vittoria di una delle due potrebbe far cambiare lo stato d'animo. No?

"Sì, è così. La Juve è la squadra che non può fallire, questa sfida ha il valore di una svolta. Non mi baserei sulla vittoria di Malmoe, è vero che ha vinto senza sbagliare ma l'avversario non era alla sua altezza. Gli eventuali tre punti con il Milan non sarebbero solo importanti ai fini della classifica, ma darebbero un significato ulteriore al morale e alla fiducia di questa squadra. Insomma, farebbe capire che i bianconeri non mollano mai".

E' curioso che la falsa partenza sia arrivata con Allegri e non con i due precedenti allenatori. Pensi che nel caso opposto, ci sarebbe stata ancor più una maggiore incertezza?

"Sicuramente è un allenatore che conosce bene questo ambiente, ma il lavoro da svolgere è più difficile del passato. Nel momento in cui è andato via, la società ha sbandato ed è andata in confusione. Non l'ho più vista lucida nelle scelte. A Sarri, che aveva vinto il campionato, è stata negata la possibilità di lavorare nuovamente con un anno in più di esperienza. La decisione drastica di mandarlo via è coincisa con l'arrivo in panchina di Pirlo, un allenatore alla prima esperienza che rappresentava una scommessa. Ha vinto due titoli, sì, ma l'esperienza in campionato e in Champions League è stata totalmente negativa. E resto d'accordo che anche a lui bisognava dare una seconda chance".

La rosa ha meno sicurezze di un paio d'anni fa, in effetti c'è più gioventù che necessita di tempo e pazienza.

"Sono d'accordo, ma il problema della Juventus che più si è manifestato negli ultimi due anni è sicuramente a centrocampo: meno con Sarri, molto di più con Pirlo. C'è consapevolezza che quel reparto si è indebolito, i giocatori presi negli ultimi anni non sono stati in grado di fare il salto di qualità. A mio parere, più non intervieni e più diventa difficile metterlo poi in ordine. Soltanto il nome di Khedira e Matuidi, due giocatori che avevano vinto tutto, porta sicurezza e qualità, non è un caso che Sarri li scegliesse come titolari. Oggi è arrivato un talento di prospettiva come Locatelli, a cui sono state affidate le chiavi in mano per risolvere i problemi. Ma non è per nulla facile, è ancora giovane".

Bonucci e Chiellini dovrebbero essere i titolari di domani sera, giusta la scelta di Allegri oppure meglio una difesa a tre con de Ligt?

"Penso sia giusto a continuare con la difesa a quattro, in modo da dare una direttiva ben precisa. Bonucci e Chiellini vengono da un fantastico Europeo, ma gli anni passano per tutti e di sicuro non saranno pronti per tutte le partite. de Ligt non deve preoccuparsi, perché le possibilità di giocare durante l'anno sono molto alte. Allegri sa bene quel che deve fare, non ci sono problemi in tal senso".

Che campionato sarà? Che ne pensi?

"Per me si è equilibrato tantissimo, proprio perché ci sono stati tantissimi cambi di allenatore e ognuno di loro cerca di portare la propria filosofia ed identità di gioco. L'Inter è cambiata anche in campo, persi Hakimi e Lukaku sono arrivati giocatori oculati per il gioco di Inzaghi. Per quel che si sta vedendo oggi, i nerazzurri e il Napoli hanno un qualcosa in più e le vedo più avanti degli altri".

Si ringrazia Sergio Porrini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.