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Manuele Blasi: "Juve, non mi stavi entusiasmando. Partenza Pjanic mi dispiacerebbe, a centrocampo nessuna rivoluzione. E sulla mia esperienza..."

27.05.2020 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Manuele Blasi: "Juve, non mi stavi entusiasmando. Partenza Pjanic mi dispiacerebbe, a centrocampo nessuna rivoluzione. E sulla mia esperienza..."
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© foto di Federico De Luca

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex centrocampista bianconero dal 2004 al 2006, ma di proprietà del club dal 2003, Manuele Blasi, per parlare degli ultimi avvicendamenti in casa Juve e non solo:

Quale è stato il tuo giudizio sull'esperienza vissuta a Malta?

"E' stata una buona esperienza, a livello lavorativo è andata bene. Malta è un campionato particolare, non è ricco come quello italiano ma è comunque in crescita esponenziale. Anche se c'è ancora qualche difficoltà. Una volta terminata la mia avventura per divergenze con la mia società (Hamrun Spartan ndr), sono tornato in Italia il 18 febbraio".

A livello tecnico-tattico, come diceva un tuo ex allenatore, come è stato?

"Era il primo anno che allenavo tra i professionisti, è normale che sia stato tutto nuovo. Il livello è difficile comprenderlo: alcune sono a livello della B, altre della C. E' un po' una incognita, non so in che categoria italiana potrebbe giocare un maltese. E viceversa, è difficile dire come un italiano potrebbe giocare a Malta".

Ora ti piacerebbe allenare nel belpaese?

"Mi piacerebbe molto, ma soltanto se il progetto è quello giusto. Altrimenti puoi anche andare all'estero, il bagaglio d'esperienza è molto più formativo. Sono disposto a tutto - anche a muovermi -, ho ben presente che ogni opportunità che capita la devi prendere al volo. E' diverso dal fare il calciatore".

A proposito di campionato, come lo stavi giudicando fino a quando è stato disputato?

"Sì, lo stavo seguendo. Era molto appassionante, Juventus sempre favorita e la Lazio che stava facendo un campionato straordinario. L'Inter, invece, non mi ha mai dato l'idea di essere l'anti-Juve. Io sono del parere che bisognerà riprendere, ma solo se verranno garantite le giuste condizioni per la salute di tutti. Altrimenti, sarà corretto sospenderlo. Però, con tutta onestà, non ci sto capendo molto perché si cambia idea ogni giorno (sorride ndr)".

In attesa di capire quale sarà la decisione definitiva, la soluzione play-off potrebbe essere interessante?

"A mio parere è una idea, questa, molto interessante, anche perché tutte le squadre di Serie A hanno la possibilità di fare tamponi. E non possiedono nemmeno le strutture personali adeguate per permettere il ritiro ai propri calciatori. Però vedo molta contraddizione, ho visto la Bundesliga e le distanze non vengono mantenute. E' tutto così strano".

Quale è il tuo pensiero sulla Juventus?

"Ad oggi, fino all'ultima partita disputata, non mi ha entusiasmato a livello di gioco. Ma chiaramente è formata da grandissimi campioni che possono decidere in ogni momento le sorti dell'incontro. La squadra non si esprime in campo come vorrebbe Sarri, la Juve non brilla come il suo Napoli ma è altrettanto vero che ci vuole ancora un po' di tempo. E allenare un club prestigioso come quello bianconero non è così semplice come appare da fuori".

A tener banco, nemmeno molto insolitamente, è la possibile partenza di Pjanic.

"In generale, la Juve ha sempre fatto degli acquisti mirati e non è una società che fa le cose tanto per farle. Mi dispiacerebbe moltissimo se Pjanic dovesse lasciare il nostro campionato, è un giocatore che mi piace davvero tanto. E in circolazione, in quel ruolo, non ci sono tanti giocatori alla sua altezza. Una squadra che ha l'ambizione di voler vincere tutto, non deve privarsi dei più forti".

L'opinione pubblica, a volte, sottolinea come il centrocampo sia il reparto più debole della squadra e ad oggi non sia all'altezza di quello che era formato da Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio. Sei d'accordo con questa disamina?

"Però la Juventus, nel sostituire questi calciatori, è sempre riuscita a prendere dei top player. Penso a Ramsey e Rabiot, due giocatori che avevano emozionato i tifosi al momento del loro arrivo e che oggi, invece, non hanno ancora reso secondo le aspettative di tutti. E' normale che si rimpiangono i grandi del passato come Pirlo e Pogba, ma non c'è bisogno di fare una rivoluzione a centrocampo. I nomi accostati come quelli di Jorginho ed Arthur sono buonissimi giocatori, ma a mio parere non è che un loro arrivo consentirebbe al club di rafforzarsi ancora di più in quel reparto. E' già forte così".

Tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004, sconti una squalifica perché risulti positivo al nandrolone. Hai mai pensato che la Juventus, detentrice del tuo cartellino, potesse venderti?

"Non l'ho mai valutata da quel punto di vista, però mi ha dato molto fiducia e per questo rimarrò sempre grato al club bianconero. Ricordo che mi aveva ceduto in prestito al Parma dove ho disputato una buonissima stagione, inizialmente nei progetti della Juventus non doveva esserci il trasferimento ma poi è avvenuto per sovrabbondanza all'interno della rosa. Ho indossato la maglia bianconera nei due anni di Capello, il primo anno ho giocato abbastanza ma il secondo era diventato difficile trovar spazio".

Con Vieira ed Emerson, effettivamente, era difficile imporsi.

"In effetti sì, pur di giocare provai anche a cambiare ruolo (sorride ndr). In Champions ero stato schierato terzino e non mi ero comportato male".

Che ricordo hai di quella esperienza in bianconero?

"Ho solo ricordi bellissimi, ho giocato in una delle Juventus più forti della storia. All'epoca non mi rendevo conto di giocare in una squadra così incredibile, oggi con qualche anno in più sulle spalle ho questa sensazione. Purtroppo le macchie più grandi sono quelle in Europa, non siamo riusciti a vincere la Champions League. Nel periodo clou arrivavamo sempre stanchi, dal mio punto di vista Capello non faceva molto turn-over e questo danneggiava la squadra. E gli infortuni non ci avevano aiutato. Scudetti? Me li sento miei, sul campo li abbiamo meritati. Eravamo più forti degli altri".

Come mai non sei rimasto in Serie B?

"Perché mi ero accorto, poco prima che ci fu la sentenza relativa a 'Calciopoli', di non esser più nei piani tecnici dell'allenatore per la stagione seguente. Così ho iniziato a guardarmi intorno ed ho accettato la proposta di andare in prestito alla Fiorentina".

Si ringrazia Manuele Blasi per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.