Galia su Tudor: "Può esser l'uomo giusto per far tornare la Juve una squadra di cagnacci, brutta da vedere ma affamata. Maifredi? Forse se fosse stato esonerato come Motta..."

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex difensore e centrocampista della Juventus di fine anni '80 e metà '90, Roberto Galia, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa bianconera e non solo:
La stagione della Juventus, per l'inizio e la fine, ricorda molto quella vissuta da te come calciatore nel 1990/91. Ci trovi qualche analogia a riguardo?
"Qualche analogia c'è stata all'inizio con l'arrivo di un allenatore da Bologna, ma il risultato di questa Juve è stato differente. Noi non riuscimmo ad arrivare nemmeno in Uefa, eppure partimmo benissimo e nel girone d'andata eravamo lì a lottare per la vetta. Poi nel girone di ritorno avvenne il disastro. Ci penso ancora ad anni di distanza, non c'erano dei fenomeni ma la squadra era molto buona".
La differenza che vedo, tra i due periodi, è solo l'epilogo dell'allenatore: Motta è stato sollevato a marzo, Maifredi terminò invece la stagione.
"Forse, se fosse accaduto il contrario, qualcosa in più l'avremo potuta fare. Sicuramente qualcosa si inceppò, poi c'è da dire anche che noi giocavamo con il fuorigioco alto e una volta conosciuti era più facile anche prenderci le misure. Purtroppo non riuscimmo a venirne fuori, l'allenatore fece fatica a capire che cosa si doveva fare per migliorare la situazione".
Tornando al presente, la Juve riparte da Igor Tudor come allenatore. Secondo te è il nome giusto da cui ripartire?
"E' già stato lì come calciatore, è tornato per centrare l'obiettivo Champions e ci è riuscito. Sicuramente è un allenatore di affidamento, non è uno dei più esperti ma conosce la mentalità bianconera. Vediamo anche come si comporterà in questo Mondiale per Club, sono sempre partite importante in grado di fornire delle indicazioni. Io sono sempre convinto che siano i giocatori a far la differenza, a mio parere può guadagnarsi la conferma se riesce un po' a smuovere un po' la matassa. Anche perché in giro non ne vedo di così qualificati ad allenare la Juventus".
Ci sarebbero Pioli, Mancini o qualche soluzione estera. Sempre se i primi due non venissero considerati papabili per succedere a Spalletti in Nazionale.
"Forse Mancini ci aveva visto lungo, ma la verità è che siamo in un momento difficile in cui non sembrano mai esserci dei veri cambiamenti. E se la rivoluzione non parte dalla Federazione, è anche inutile parlarne. Ormai siamo al punto zero, forse anche di non ritorno. Auspico possa succedere qualcosa, altrimenti impegnamoci soltanto a prendere i soldi della Champions per le squadre di Serie A e lasciamo stare la Nazionale".
Un punto zero a cui è anche la Juventus, ancora per l'ennesima volta a questo punto dell'anno. Ti aspettavi che la proprietà decidesse di sollevare dall'incarico Giuntoli e il suo staff?
"Di solito non agiscono mai dalla testa, ma questa volta sono stati decisi nel farlo. La Juventus però è la Juventus, qui se sbagli qualcosa la paghi. Giuntoli non ha lavorato bene, ci sono stati degli errori e i tifosi sono molto arrabbiati. Però allargherei il discorso e direi che ormai un'era è finita, non c'è più Agnelli o Boniperti che ci vedevano lungo. Elkann sta provando a mantenere quel che ha fatto la famiglia, ma i problemi non li risolvi soltanto immettendo un grosso quantitativo di denaro. Il problema è di trovare le persone giuste che facciano gli interessi e nel migliore dei modi".
Dicevi bene in effetti, i tifosi sono arrabbiati per tutto. Non solo per il lavoro di Giuntoli o quello di Motta.
"Qui si pensa ancora che ci siano giocatori come Del Piero, ma bisogna guardare in faccia la realtà e capire che non c'è più quel tipo di Dna. Non basta un anno per ricostruirlo, devi credere però nel progetto e pian piano dovranno arrivare i risultati. A Torino se arrivi secondo è già un fallimento, poi se ti fai eliminare dalle riserve dell'Empoli e prendi sette gol tra Fiorentina e Atalanta capisci che qualcosa doveva esser fatto. Ciò che posso augurarmi è che questa torni ad essere una squadra di cagnacci, brutti da vedere ma che abbia fame. Forse Tudor, sotto quell'aspetto, può essere l'uomo giusto".
Si ringrazia Roberto Galia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.