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A tutto Lichtsteiner: "Max l'uomo giusto per ripartire, sogno un centrocampo con Milinkovic e Pogba. Juve? Vi spiego come si riottiene la mentalità vincente..."

22.06.2023 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - A tutto Lichtsteiner: "Max l'uomo giusto per ripartire, sogno un centrocampo con Milinkovic e Pogba. Juve? Vi spiego come si riottiene la mentalità vincente..."
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

La Juve gli è rimasta tatuata nel cuore, tant'è che nella sua foto di WhatsApp è raffigurato allo "Stadium" con i bimbi in braccio mentre indossa la maglia bianconera numero 26. Dopo esser intervenuto nella trasmissione "La Juve in Gol" su Radio Bianconera, Stephen Lichtsteiner ha scelto in esclusiva TuttoJuve.com per parlare nuovamente di Juventus e non solo:

Ti avevamo lasciato come apprendista orologiaio nella nostra ultima intervista di un paio di anni fa, mentre ora sei stato impegnato con i ragazzi giovani del Basilea e della nazionale svizzera. Ci puoi dire come procede la tua avventura?

"Procede bene, mi piace stare in mezzo ai ragazzi giovani. Lo scorso anno ero assistente per la Svizzera U18 e ho lavorato anche in una squadra di Lucerna, mentre quest'anno sono stato al Basilea come allenatore della formazione U15. E' bello poter mettere al loro servizio tutta la mia esperienza, il mio obiettivo è di vederli crescere nel migliore dei modi. Sono molto contenti, positivi, hanno sempre voglia di allenarsi anche se le sessioni sono molto pesanti. Oltre ad essere bravi in campo, sono tutti dei ragazzi educati. E' un piacere vederli così felici".

Che farai l'anno prossimo? Resterai a Basilea, o tenterai una nuova avventura?

"Li seguirò un altro anno, allenerò l'U16 con gli stessi ragazzi. Così potrò proseguire il lavoro svolto, anche perché è meglio avere già una base formata. Poi vedremo, sto conseguendo i vari diplomi qui in Svizzera e poi vedremo che succederà. Sarebbe molto interessante confrontarsi con altre culture differenti, in modo da capire come crescono i ragazzi e quali potrebbero essere le differenze rispetto a qui. Mi piacerebbe venire in Italia un anno, così da seguire da vicino i corsi e prendere poi una decisione".

Al termine della prossima stagione, non ancora iniziata, probabilmente butterai un occhio verso le formazioni U19 e Next Gen che potrebbero cambiare allenatore. Hai già pensato a questa opportunità?

"Non ci ho ancora pensato (ride ndr), ma poi i miei bimbi frequentano ancora qui le scuole e non credo di voler andar via dalla Svizzera. Sono sempre attento a valutare ogni opportunità come allenatore, ma ad oggi le mie priorità sono altre".

La Juve di Pirlo, un paio di anni fa, la definisti un orologio in difficoltà. Oggi che parole utilizzeresti per parlare della squadra di Allegri?

"Sicuramente sta vivendo un po' di difficoltà, ma senza la penalizzazione era comunque riuscita ad arrivare terza in campionato. Nessuno in Juventus è contento quando non vinci, però bisognerà aver pazienza per ricostruire. Arriverà presto, nuovamente, il tempo delle vittorie".

Hai un po' dribblato la domanda, come facevi in campo. Torno sulla parte iniziale: se non è un orologio in difficoltà, cosa può essere?

"Non utilizzerei più questo accostamento. E' difficile valutare la situazione da lontano, non posso giudicare il gruppo e tutti i cambiamenti che ci sono stati all'interno del club. Quest'anno è andata così, ora l'importante è pensare a fare meglio. L'anno prossimo c'è l'occasione giusta per ripartire nuovamente da zero".

Dall'estero come sono stati giudicati i problemi avuti dalla Juventus fuori dal campo?

"Un paio di persone con cui ho parlato mi hanno fatto capire quanto sia stata una stagione difficile. Mi metto nei loro panni, da ex calciatore, e questa situazione dei punti avrebbe destabilizzato chiunque. Ma la vicenda non l'ho seguita benissimo, in Svizzera non se ne è parlato più di tanto. Qui c'è più tranquillità e serenità, non è come in Italia che si vive di polemiche. E i giornalisti sportivi non scrivono sempre come voi (ride ndr).".

Allegri è l'allenatore giusto per ripartire da zero e lavorare con i giovani?

"Sì, Max è la persona giusta. Anche se i tifosi si aspettano un calcio più bello, ha sempre portato a casa dei buoni risultati. Ce la può fare".

La mente va con i ricordi all'estate del 2011, anche in quella circostanza la Juve veniva da annate in cui non aveva vinto nulla. Come si può ricreare, a tuo parere, quella mentalità vincente?

"La mentalità vincente si ottiene con il lavoro sul campo, dirigenti e giocatori devono sudare sodo ogni giorno per raggiungere il massimo dal gioco, dalla squadra e dalla condizione fisica. Solo così puoi aspirare alla perfezione, perché è questo che rappresenta la Juventus. C'è tantissima qualità in questa rosa, il mio augurio è che l'annata prossima sia migliore dal punto di vista degli infortuni. Le basi, a mio parere, ci sono".

Pensi che il prossimo possa essere un anno magico per la Juve?

"Per la Juve può essere sempre un anno magico, è una società abituata a vincere. La situazione non era semplice nemmeno ai miei tempi, ma poi siamo ripartiti bene e abbiamo iniziato a macinare risultati e gioco. Non la vedo così grave, ma qualcosa andrà fatto per tornare ai vertici".

Servono anche i giocatori giusti per tornare a vincere, ma ad oggi chi manca alla Juve dei tuoi tempi? C'è una figura che più fa sentir la mancanza?

"Non penso, la Juve poi ha vinto anche dopo i campioni che c'erano ai miei tempi. Anche ora ci sono i giocatori giusti che sanno come si vince, per me sarà solo questione di tempo. C'è un campione, e il suo nome è Paul Pogba. La mia speranza è la sfortuna lo abbandoni presto, così da tornare a vivere la prossima stagione da protagonista. Se questo dovesse esser possibile, la Juventus ripartirà da lui".

Sei molto fiducioso, a dispetto di alcuni tifosi che lo hanno già scaricato.

"Io tiferò sempre per Paul, lo conosco molto bene e non posso che apprezzarne la persona e il giocatore. Se tornerà in piena forma, vedrete come cambierà subito il volto della Juve".

Ci sono molti rumors attorno a Chiesa e Vlahovic, a tuo parere sono due calciatori su cui la Juve dovrà costruire il prossimo futuro?

"E' difficile valutarli, non li conosco e non ho giocato insieme a loro. Penso di dir tutto in poche parole: sono due giocatori importanti di livello mondiale".

Cuadrado e Alex Sandro, invece, li conosci davvero molto bene. Che ne pensi del restyling della Juve?

"Juan e Alex sono due giocatori che hanno fatto la differenza per anni, ho letto queste notizie ed è difficile dire chi potrebbe raccoglierne l'eredità. Castagne e Parisi sono due nomi interessanti, però alla Juve pesa sempre moltissimo la maglia. Prendere il loro posto sarà una grande sfida, perché le zampe sono sempre immense (sorride ndr)".

Con l'addio di Cuadrado, l'unico che resta della vecchia guardia è sicuramente Bonucci. Ti ha stupito la sua decisione di ritirarsi il prossimo anno?

"Gli anni passano per tutti, è normale che un giocatore possa anche decidere di smettere. Fa parte della vita, non si può pensare di giocare per sempre. Leo è stato fondamentale nei nostri successi, è un pilastro e la sua esperienza al servizio della squadra sarà sempre molto importante".

Milinkovic-Savic può essere il centrocampista giusto per la Juventus?

"Ovviamente è un giocatore molto forte, è reduce da annate molto importanti in Italia. Sarebbe un sogno vedere una coppia di centrocampisti formata da Milinkovic-Savic e Pogba, ma tornando coi piedi per terra potrebbe essere un'operazione molto onerosa".

C'è qualche tuo ex collega che ha ammesso candidamente di odiare sportivamente la Juventus e diceva recentemente che il suo cuore batteva fortissimo in occasione delle sconfitte di Berlino e Cardiff. E' successa la stessa cosa anche a te, ma al contrario, per la finale di Istanbul?

"Ero molto felice per Akanji, un mio connazionale, che ha giocato e vinto quella partita. Più che concentrarmi sull'Inter, penso spesso a quelle che abbiamo perso noi. Ci penso ogni giorno, è ancora dura da digerire".

Si ringrazia Stephen Lichtsteiner per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.