CANNAVARO: "Juve da cambiare, non da demolire. Io bollito? No, esperto"

In una lunga intervista a "La Stampa", Fabio parla anche di Calciopoli: "Mi fa piacere che la società abbia preso posizione. Quello che pensavo delle telefonate lo dissi già nel 2006. Era un brutto vizio di molti".
01.05.2010 09:40 di  Vincenzo Vitiello   vedi letture
CANNAVARO: "Juve da cambiare, non da demolire. Io bollito? No, esperto"
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© foto di Giacomo Morini

Fabio Cannavaro, piuttosto deciso ed anche un po risentito per alcune critiche ricevute nel corso dell'attuale stagione, in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Stampa", precisa alcuni aspetti riguardanti le sue prestazioni : "Io bollito? No, più esperto. Vado avanti", afferma Fabio. Qui o altrove non lo dice, e forse non lo sa davvero, "perché altre offerte non le ho neppure prese in considerazione, ho un pre-contratto con la Juve, ma è anche giusto che dopo un’annata così una società possa voler cambiare". Solo in un caso potrebbe decidere di appendere anticipatamente le scarpette al chiodo: "Se vinco in Sudafrica smetterò un attimo dopo".
Nonostante la stagione fallimentare della sua squadra, il difensore bianconero non si è pentito di essere tornato a Torino: "Pentito Per niente. Anzi, sono stato felice di aver ritrovato vecchi compagni e molti amici. Rimpianti? Ho sempre dato il massimo. C’è il grande rammarico per questa stagione di alti e bassi, di obiettivi falliti e di un allenatore esonerato, che è anche un amico, e per questo l’amarezza è stata ancora più grande. Poi l’eliminazione dalla Champions e dall’Europa League. Colpa di tutti, la responsabilità va divisa in parti uguali. I fischi dei tifosi? Diciamo che non sto molto simpatico agli ultrà (e sorride, ndr) , ma quello che succede fuori non mi interessa. Dico solo che non può essere solo colpa di Cannavaro e Grosso. Sono anni che gioco, e ogni tanto mi è capitato di vincere qualche scudetto o la Coppa del Mondo".
Il centrale napoletano si sofferma poi sul problema infortuni, che ha condizionato l'annata bianconera: "Premesso che non mi piace cercare alibi, dico che averne avuti oltre sessanta ti condiziona per forza: quando non puoi schierare due volte di fila la stessa formazione un po’ pesa. Guardavo l’altra sera l’Inter: sta facendo una grande stagione, ma ha pure giocato cinquanta e passa partite con gli stessi giocatori. Come faceva Capello".
Fabio non prova comunque invidia per la squadra nerazzurra: "Invidioso? Quello mai. Però ho apprezzato la rabbia che avevano. Mourinho? Un vincente, che sa gestire il gruppo alla grande. E che fa la differenza".
Si è parlato di un possibile ritorno di Capello alla Juve, ma Cannavaro non crede molto a questa ipotesi: "Quante chance ci sono? Poche. Perché sta bene in Inghilterra e sa che lo stare all’estero ti dà qualcosa in più".
Il difensore juventino vede comunque di buon occhio la soluzione Benitez: "Mi piace molto, un allenatore a 360 gradi. Ci ho giocato contro, ed ero così curioso che chiesi di lui a Dossena, in Nazionale".
Ai tempi di Madrid, Cannavaro disse che "l’Italia non era una bella cartolina: "Confermo, purtroppo.

Qui ti fanno giocare alle tre quando c’è un caldo pazzesco, e alle 21 d’inverno anche al Nord. Oppure con campi impraticabili, come fu per noi a Chievo. O con gli stadi impraticabili per neve. Dovremmo riuscire a cambiare il trend. Se ci credo? No, perché l’Italia è fatta così. Di società che non fanno i centri sportivi o gli stadi, che poi diventeranno casa tua. Eccetto la Juve".
Quindi l'inevitabile commento sull'avvento di Andrea Agnelli al vertice della Juventus: "Sorpreso? Per niente. L’avevo conosciuto sei anni fa e si vedeva che aveva grande passione. E poi la Juve fa parte della sua storia: dovrà ricostruire, cercando di accorciare i tempi".
Cannavaro come Marchisio ritiene che la rosa bianconera non vada demolita: "Squadra da demolire? Macché, vanno fatti cambiamenti, ma ci sono stagioni in cui tutto ti va male".
"Se mi sento invecchiato? Solo più esperto (sorride, ndr) - prosegue Fabio -. Per esempio non finisco più con il culo per terra, come mi diceva Ancelotti. E poi serve qualcuno che consigli i giovani, come successe a me in azzurro, con Ferrara o Maldini. Il consiglio più ripetuto a Chiellini? Forse la posizione del corpo, anche per evitare di fare falli. Ma lui è talmente forte che sull’avversario ci arriva anche con la sigaretta in bocca"
Pessima Juve pessima Nazionale, si dice: "Un’altra chiacchiera. Primo, la Nazionale è diversa dal club e non è detto che se hai giocato male un campionato poi lo fai anche al Mondiale. Secondo, non è detto che il mister porti in azzurro tutti quanti, anche se di certo qui ci sono tanti italiani. Ottimista? Sì, perché c’è un bel mix di gente esperta e di giovani: possiamo andare in Sudafrica a difendere il titolo nel miglior modo possibile. Ultimo viaggio azzurro? "È arrivata l’età e uno capisce che dopo il quarto mondiale non puoi metterti subito a giocare le qualificazioni a settembre. E se lo vinciamo, smetto del tutto".
In conclusione, Cannavaro commenta la presa di posizione della società bianconera che si appresta a chiedere la revoca (e forse non solo quella) dello scudetto 2005/06: "Mi fa piacere che la società abbia preso posizione. Quello che pensavo delle telefonate lo dissi già nel 2006. Che era un brutto vizio. Di molti".