Cannavaro, intervista integrale: "La Juve al completo se la gioca con tutti"

Nel pomeriggio Fabio Cannavaro è stato ospite a "Filo Diretto", il programma di Juventus Channel che permette ai tifosi di porre le proprie domande in diretta ai campioni bianconeri. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente la lunga intervista al difensore napoletano, sapientemente "moderata" dalla bella giornalista del canale tematico bianconero, Valeria Ciardiello.
Se l'anno scorso al termine di Juventus-Real Madrid ti avessero detto che saresti tornato a Torino, ci avresti creduto?
"No. Non era una cosa nella testa della società. E' nata dopo. Però penso che alla fine abbia reso contento sia me che la Juve".
E anche i tifosi....
"Sì. Tutti sanno il rapporto che ho sempre avuto, negli anni precedenti. Poi è successo tutto quello che è successo. Ci fu quella scelta, ma fortunatamente le strade si sono riunite".
Se sei tornato significa che ci tieni, alla società e alla maglia. Vero?
"Certo, sono tornato in un ambiente nel quale mi ero già trovato benissimo. Un ambiente che mi aveva dato tanto, un ambiente che conoscevo e nel quale avevo lasciato tanti amici".
Cosa ti aspetti adesso dalla Juventus?
"Sicuramente quando uno firma per la Juve e veste questa maglia, sa che deve dare il massimo. E sicuramente non posso che aspettarmi il massimo. Perchè sappiamo che la storia di questo club ci impone di dover lottare fino alla fine per raggiungere dei grandi obiettivi".
Che differenza trovi nell'impostazione tattica che ti ha dato mister Capello quando giocavi in coppia con Thuram e quella che ti ha dato oggi Ciro Ferrara?
"La posizione. Perchè con Liliam giocavo a sinistro. Adesso, invece, io gioco a destra e Giorgio a sinistra. Differenze poche, perchè comunque è sempre una difesa a quattro, è sempre una squadra che cerca di imporre il proprio gioco".
Giorgio Chiellini ha detto che rispetto al passato è cresciuto molto anche grazie a te. Alla tua capacità offensiva, non solo difensiva...
"Feci una battuta nell'ultima partita. Io ero abituato a Thuram, che ogni tanto prendeva e andava. Poi arrivava fino a un certo punto, gli si appannava la vista e non riusciva sempre a far gol. Giorgio ultimamente li sta facendo, gli sta riuscendo anche bene. Fin quando ha la forza per andare, ma soprattutto la forza per tornare, è giusto che cerchi la rete".
Per Giorgio, il fatto di avere al fianco una persone come te, con la tua esperienza, è il massimo...
"La tranquillità per un calciatore penso sia la cosa più importante. Perchè la tranquillità ti permette di fare delle cose inimmaginabili. Io ho fatto tantissime cose positive, ho avuto anche dei momenti negativi. All'Inter avevo perso la stima, ero sempre infortunato, non riuscivo nelle cose più semplici. E' bastato un cambio di 10 giorni da un ambiente ad un altro e sono rinato".
Quanto hai sofferto per la recente sconfitta rimendiata contro il Napoli?
"Una sconfitta che brucia, per il modo in cui è arrivata. Stavamo vincendo 2-0 e nel secondo tempo abbiamo smesso di giocare, permettendo al Napoli di caricarsi, di trovare le forze e di trovare tre gol. Ovviamente perdere non piace a nessuno. Però loro sono stati bravi, hanno sfruttato l'occasione e bisogna far loro i complimenti".
Tuo fratello è stato buono con te?
"Sì, era la festa di mia madre, era un giorno particolare. Anche se era difficile, perchè quando perdi così ci pensi. Però se hanno vinto è perchè lo hanno meritato".
Il difensore del Bari Ranocchia potrebbe essere il tuo erede?
"Ne stanno parlando bene. Sicuramente è un giocatore giovane. In questo inizio di campionato sta facendo benissimo col Bari. Certo non bisogna mai paragonare un giovane ad un veterano, perchè sono sempre storie diverse. Questi paragoni mettono sempre tanta pressione addosso e poi si rischia di non farli crescere con tranquillità. Dipende da lui, dipende solo da lui. Solo il campo potrà dire da qui a 10-15 anni chi sarà il prossimo difensore della Nazionale o di grandi club come Juve, Milan e Inter".
Anche in Spagna c'è la stessa grande pressione mediatica che c'è qui in Italia?
"Forse in piazze tipo Siviglia, Valencia, riescono a gestirla meglio. Al Real Madrid invece c'è una grandissima pressione, forse anche superiore a quella che c'è qui".
Sei molto amato dalle donne, ma tu che pensi di te stesso? Ti piaci?
"Prima ero molto più vanitoso. Quando giocavo a Parma mi curavo di più, avevo i capelli lunghi, compravo molti vestiti. Col tempo questa cosa mi è passata. Io ho sempre detto che il merito è di mia madre e di mio padre. Io ho fatto pochissimo. L'importante è star bene...".
Che differenza trovi tra la Juve pre-mondiale e quella attuale?
"La Juve di Capello era una squadra costruita negli anni. Ed è arrivata ad un livello alto, con tanti campioni, come ha dimostrato la finale del Mondiale. Quindi ti fa capire la forza di quella squadra. La Juve attuale, invece, ha tanta rabbia, sta cercando di costruire giorno dopo giorno per poter lottare contro una squadra che attualmente è più forte. La cosa che non è cambiata è lo spirito. Lo spirito della società, della tifoseria, dello spogliatoio, perchè pur non essendo a volte più forti degli altri, siamo sempre riusciti a venirne fuori".
Tu sei tornato per vincere o per aiutare il gruppo a crescere in vista di future vittorie?
"Io mi auguro che si vinca prima. L'importante comunque è cercare di dare sempre un esempio ai giovani, soprattutto quelli che ti guardano ogni giorno durante l'allenamento, a tavola, durante la cena, a pranzo. Faccio il mio esempio: quando ero più giovane cercavo di rubare i segreti del mestiere a Ferrara, a Maldini. Devo esser sincero che mi è andata bene. Non mi aspettavo le parole, i discorsi dai miei ex compagni, ma cercavo più che altro di capire i loro atteggiamenti positivi. E penso che quello sia il più bell'esempio che si possa dare a un giovane".
Hai un rito o un portafortuna che usi prima delle gare?
"Portafortuna no. I riti sono sempre gli stessi. Uno cerca di fare sempre le stesse cose".
Sei scaramantico?
"Sono napoletano, però ...nì. Dipende. Delle volte non ci penso neanche".
Chi dei tuoi compagni ti ha colpito di più in questa stagione?
"Amauri in questo inizio di stagione è quello che mi ha impressionato di più, vedendolo anche in allenamento. Mi ha impressionato per la voglia, per la professionalità. E' un giocatore che se sta bene, al di là dei gol che può fare, può veramente cambiarti il volto di una squadra".
Perchè Cassano è sponsorizzato da tutti per la Nazionale, mentre Del Piero è ignorato e Amauri è contestato?
"Per quanto riguarda Ale, è ignorato perchè da quando è iniziata la stagione non è ancora sceso in campo. Quindi bisogna aspettare le solite prestazioni del nostro capitano per poter magari segnalarlo al mister. Per quanto concerne Amauri, non penso che sia contestato. Quando si va in Nazionale, i giornalisti sono sempre molto bravi a creare i tormentoni. Ama ha fatto una scelta. E' vero che ora è solo brasiliano, ma tra poco speriamo abbia il doppio passaporto per poter essere anche italiano, perchè comunque è un giocatore che ha qualità riconosciute sia dalla federazione che dal gruppo. Cassano è un bravissimo ragazzo, un giocatore forte. Però bisogna rispettare le idee del mister, le scelte che fa e soprattutto bisogna rispettare i giocatori che chiama. Perchè pubblicizzando in questo modo Antonio si manca di rispetto a quelli che ci sono. Uno deve saper accettare. Ma Cassano mi pare che lo stia facendo, anche perchè Antonio mi pare che abbia scelto anche di sposarsi nel periodo dei Mondiali".
Ti dispiace per Trapattoni? Per il mondo in cui è stato eliminato?
"Sì, perchè comunque dalla Francia ci hanno sempre criticato per vicende che hanno interessato il nostro calcio. Però penso che a livello di fair play, ieri, abbiano peccato un poco. E' anche vero che è difficile, quando sei in campo, quando ti stai giocando un mondiale, però, ci voleva almeno la decenza di non esultare come ha fatto qualcuno".
Questi episodi, però, ogni tanto diventano dei boomerang...
"Sì, torna tutto, sempre".
Adesso ti senti accettato dai tifosi? All'inizio erano ostili nei tuoi confronti...
"Devo essere sincero, in giro ho sempre ricevuto grandi manifestazioni d'affetto da parte dei tifosi juventini. Forse l'errore è stato fatto al momento della mia cessione al Real. Non abbiamo avuto il tempo, nè io, nè la società, di spiegare la mia cessione. All'epoca fu fatta di tutta l'erba un fascio, di tutti quelli che andarono via. Poi fortunatamente c'è stato questo ritorno, un po' abbiamo spiegato, un po' abbiamo cercato di far capire le motivazione per cui sono tornato. Ma la cosa più importante è la voglia che uno cerca di metterci tutti i giorni, al di là delle parole, che alcuni possono condividere e altri no. La cosa più importante è che da parte mia c'è sempre il massimo impegno, tutti i giorni".
C'è sempre stato grande attaccamento nei tuoi confronti...
"Sì, nei due anni che sono stato qui c'è stato un attaccamento impressionante. Tra l'altro in quei due anni ho fatto quasi cento partite con la Juve, sono stati due anni straordinari. C'era un affetto enorme e capisco che nel momento in cui sono andato via quell'affetto si è tramutato in rabbia".
Quali sono le cause di tutti questi infortuni nel calcio attuale? Quali possono essere i rimedi e le precauzioni da adottare per preservare il tono muscolare?
"Per preservare il tono muscolare bisogna fare buoni allenamenti. Cercare di fare un buon stretching. Lo stretching è fondamentale perchè abitui il muscolo ad essere più elastico e sei più pronto nei movimenti. La cosa evidente di questi anni, comunque, è che si gioca tanto. Ci sono veramente dei ritmi allucinanti. Martedì, sabato, mercoledì, domenica, praticamente facciamo sette-otto partite al mese, giochiamo sempre. Ancora di più chi va in Nazionale, non riposa. Dall'anno prossimo dovrebbe entrare in vigore una nuova regola: le Nazionali non giocheranno più il sabato e il mercoledì, ma giocheranno il venerdì sera e il martedì sera, quindi ci sarà il tempo per rientrare e riprendersi un attimino. Altrimenti
si tengono dei ritmi allucinanti che un atleta non riesce a mantenere".
Siete essere umani...
"Sì, poi magari il mercoledì fai una partita eccezionale, il sabato sei stanco e ti trattano male. Bisogna anche trovare un equilibrio. Chi segue tutto l'anno una squadra dovrebbe sapere che può capitare una partita sbagliata. Invece no, critiche su critiche".
Quanto ci manca adesso per avere quella mentalità e quella convinzione che aveva la squadra di Capello?
"Penso che squadra, società e tifoseria, sappiano che manca poco. Secondo me manca una vittoria importante, un titolo che ti può permettere di lavorare con più tranquillità. In questo momento si parla più degli altri, si parla della sfida di dicembre. Prima invece si parlava solo di noi, e basta. Quindi una vittoria, un trofeo importante ci permetterebbe di riportare l'attenzione dov'era, dove dev'essere".
E' giusto chiamare Totti in Nazionale, anche se non ha fatto tutte le partite precedenti?
"Quello non importa, uno può arrivare sempre in Nazionale, anche l'ultimo giorno. Ma penso che Francesco e Alessandro Nesta abbiano fatto una scelta, dolorosa per tutto il gruppo, perchè sappiamo il valore di questi giocatori. Quindi non penso che torneranno indietro".
Una sommossa, una protesta da parte dei giocatori dell'Irlanda? Ieri potevano fermare la gara e uscire dal campo....
"La Francia è stata anche fortunata perchè ha trovato dei calciatori, quelli irlandesi, con una cultura sportiva diversa. Però c'erano gli estremi per fermarla".
La Juve senza infortunati se la gioca con tutti? Se la gioca alla pari con Barcellona, Manchester e Real Madrid?
"Penso di sì. Al completo il mister ha veramente l'imbarazzo della scelta".
Domanda dentro o fuori: Champions League o un altro campionato del mondo? Chi butti giù dalla torre?
"Mi butto giù insieme a tutti e due, tenendoli abbracciati".
PRIMA DELLA DIRETTA
Prima di iniziare la diretta, Cannavaro ha parlato anche del momento, suo, della Juventus e della Nazionale. Ecco le dichiarazioni del difensore, estrapolate dal sito ufficiale della Juventus (www.juventus.com):
«Sento che molti stanno già parlando della partita con l’Inter, personalmente ho deciso di non toccare l’argomento per le prossime due settimane. A me interessano le gare contro Udinese e Bordeaux. La prima deve farci capire che non dobbiamo mollare in campionato, la seconda deve darci il biglietto per gli ottavi di Champions League. Fortunatamente, dopo la sosta rientreranno giocatori importanti come Del Piero e per noi è un bene visto che abbiamo bisogno di tutti».
Dalla Juventus alla Nazionale. Proprio come il compagno Buffon, Cannavaro è rientrato alla base dopo aver giocato solo l’amichevole con l’Olanda e ieri ha potuto assistere da casa a Italia-Svezia e alle altre gare del mercoledì. «Sorpreso dei risultati? A dire la verità no. Visti i sorteggi era difficile aspettarsi risultati sorprendenti, ma mi dispiace molto per Trapattoni per come è stato eliminato. Per quanto riguarda l’Italia, credo che ci sia ancora spazio per tutti e fino alla fine la lista dei convocati sarà aperta».
Il Mondiale in Sudafrica, oltre ai tanti obiettivi con la Juventus. Il 2010 di Cannavaro sarà quanto mai intenso: «Io sto bene e sono contento di tutti i traguardi personali che ho raggiunto. Dopo le 400 in Serie A, presto raggiungerò le 500 contando anche quelle nella Liga. Questi numeri mi rendono orgoglioso e mi fanno capire che qualcosa di buono ho fatto nella mia carriera. Soprattutto qui a Torino, durante la mia prima parentesi. Gli Scudetti? Per me sono 29 e quei due che ci hanno tolto io li sento miei, così come le sensazioni provate, la fatica e la festa. Le medaglie vinte sono ancora a casa mia!»