SOTTOBOSCO - Le richieste indecenti di Pecoraro, "politico" sempre a caccia di visibilità. Ecco tutti i suoi "travisamenti". E vi diciamo cosa paga la Juventus. Agnelli ha rifiutato proposta procuratore. Tavecchio, partita è solo all'inizio

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
17.09.2017 01:25 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Le richieste indecenti di Pecoraro, "politico" sempre a caccia di visibilità. Ecco tutti i suoi "travisamenti". E vi diciamo cosa paga la Juventus. Agnelli ha rifiutato proposta procuratore. Tavecchio, partita è solo all'inizio
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

Spropositate. Le richieste del procuratore federale Giuseppe Pecoraro nei confronti di Andrea Agnelli, dei suoi collaboratori, della Juventus, per la vicenda "biglietti, infiltrazioni mafiose nella curva della Juventus“ rasentano l'indecenza. 

Indecente è la menzogna. Della quale scriveva Mark Twain: “La differenza tra un gatto e la menzogna è che il gatto ha solamente nove vite“.

La menzogna sopravvive, veicolata oggi oltre che dai media soprattutto dal web. Mentire è un affare. Anche quando la verità viene ristabilita, la menzogna resta, inscalfibile come la radioattività.  Ha una vita infinita, praticamente immortale. Il relatore di Cassazione nel processo contro Moggi, apre le sue motivazioni con “Moggi che chiude Paparesta nello stanzino dello stadio di Reggio Calabria“. Una una leggenda metropolitana, smontata ed archiviata come “mai avvenuta” dal Tribunale di  Catanzaro. Eppure, ancora viva  persino in un consesso che si presume altissimo come quello della Cassazione.

Pecoraro ha chiesto l'inibizione per Andrea Agnelli per 30 mesi. Pene minori e tuttavia rilevanti per altri componenti  il suo staff. Ha chiesto che la Juventus disputi due gare a porte chiuse. E che in una terza venga chiusa la curva Scirea, quella dei presunti traffici legati al bagarinaggio. Ha chiesto che la Juventus paghi 300.000 euro di multa. Altri 50.000 Pecoraro li pretenderebbe dal presidente della Juventus.

Per tutti i soggetti deferiti, Pecoraro ha chiesto che le sanzioni siano estese a livello Fifa ed Uefa .

Un quadro che dipinge Agnelli come una sorta di  Al Capone e la Juventus come una associazione a delinquere.

Le accuse di Pecoraro mutuate dal Processo Alto Piemonte sulle attività dell'n'drangheta nella regione sono tutte indiziarie. Secondo Pecoraro, il presidente della Juventus avrebbe favorito a partire  dal 2011 il bagarinaggio, partecipando a diversi incontri con gli ultras  in violazione dell'articolo 12 del codice di giustizia sportiva.

Perché le richieste sono indecenti? Perché  non si sarebbe dovuto permettere a Pecoraro di restare in carica nella sua funzione di Procuratore Federale dopo aver ripetutamente “travisato“ i fatti.  

Cosa grave visto che Pecoraro travisa per ben due volte davanti alla Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.

Pecoraro travisa quando attribuisce il contenuto di una intercettazione (che avrebbe dovuto rappresentare la “pistola fumante“)  ad Andrea Agnelli  e che viceversa vedeva protagonista un dirigente del suo staff.

Pecoraro travisa quando consegnando alla difesa della Juventus il carteggio che la riguarda omette di far inserire l'intercettazione di cui sopra . La difesa della Juventus non ce l'ha. Lo spiega uno dei suoi avvocati in Antimafia. Ma l'Antimafia ce l'ha : nelle carte consegnate da Pecoraro a Rosy Bindi quella intercettazione è presente. Si devono attivare due componenti di quella commissione per scoprire che l'intercettazione (non recapitata da Pecoraro alla difesa della Juventus) è farlocca .

Ma Pecoraro ancora una volta travisa:  sì, c'è stato un errore, c'è stata una omissione. Ma indurre all'errore è stata una “interpretazione“ della Procura di Torino. Secca smentita del galantuomo Spataro che preside quella Procura. Pecoraro annaspa ma non si arrende: altro giro di parole in stile Azzeccagarbugli per non ammettere lo sbaglio. La Procura di Torino, opportunamente, a quel punto sceglie il silenzio.

Una cosa persegue da sempre  (anche da Prefetto di Roma), il procuratore Pecoraro: la visibilità. Da Prefetto di Roma fu accusato di “comparire davanti alle telecamere più dei politici “ .

A dire il vero Pecoraro è un “politico“.

Spiega il segretario alla sicurezza, all'analista di “ Caccia ad Ottobre Rosso” che lui “essendo un politico, mente, ruba le caramelle ai bambini, ma si lascia sempre una porta aperta. Se davvero quel russo che comanda Ottobre Rosso vuole disertare, vediamo di appurarlo“, spiega l'uomo della Casa Bianca .

Ma  Pecoraro nel suo pesantissimo j'accuse non si è limitato solo a questo.

Pecoraro ha deliberatamente ignorato che nel processo penale di Torino, nessun componente dell'azienda Juventus è stato indagato. Ha ignorato che Fabio Germani il presunto “legame  per la vicenda dei biglietti)“ tra la società e l'organizzazione criminale è stato assolto.

Ha ignorato Pecoraro che per legge ogni contatto della Juventus con i gruppi ultras si è svolto alla presenza della Digos .

In compenso ha prodotto altri travisamenti. Come il video nel quale secondo Pecoraro si sarebbe visto  Alessandro D'Angelo responsabile della security juventina, introdurre durante il derby del 23 maggio 2014 uno striscione volgare e irrispettoso riguardante la tragedia di Superga. In effetti si vede nelle immagini D'Angelo introdurre uno striscione. Ma non si tratta di quello incriminato . Lo ha rivelato il video delle telecamere di sicurezza. Lo ha spiegato l'autore dello striscione, ammettendo di aver prodotto tale schifezza autonomamente e di averla  introdotta  allo stadio aggirando i controlli .

Ma non basta ancora: Pecoraro aveva proposto ad Agnelli e alla Juventus il patteggiamento. Previo pagamento di 8 milioni di euro (mecojoni dicono a Roma)  come multa. Con conseguente sconto “comitiva“  a soli  9 mesi di interdizione per i dirigenti . In un primo momento Pecoraro ha smentito la proposta. Salvo essere sbugiardato successivamente da un comunicato ufficiale della Federazione .

Già, la Federazione, presieduta da Carlo Tavecchio che del procuratore Pecoraro non conosce “neppure la strada che conduce alla porta del suo ufficio“.

Ma è stata la Federazione a insediare Pecoraro in quell'ufficio come successore di Stefano Palazzi.

Tavecchio prima di prendere una decisione si dice abbia consultato Lotito  (con il quale all'epoca era pappa e ciccia),  il presidente del Coni, Malagò e Gianni Letta, abilissimo tessitore politico, il Mazarino di Silvio Berlusconi. Nomina quella di Pecoraro, necessariamente approvata da Palazzo Chigi, vale a dire dal governo, vale a dire dal presidente del Consiglio.

Il profilo di Pecoraro era noto. Ex prefetto di Roma (verificare alla voce “tumulti e vandalismi nella capitale"), presente in Italia Costruzioni azienda del pool edilizio Expo, stimato dal  commissario Cantone. Un inquisitore con solidissime amicizie.

Ma spiccano nel suo curriculum anche la “mediazione“ con Jenny a' Carogna, un pluri-pregiudicato (ancora affidato alle patrie galere per traffico e spaccio di stupefacenti) nel corso della famosa finale di Coppa Italia all'Olimpico quando per volontà degli ultras napoletani la gara era stata sospesa nell'imbarazzo del Palazzo in tribuna d'onore .

Pecoraro è il prefetto che riceve (“a sua insaputa“, la difesa del dottor Giuseppe) un uomo come Buzzi, condannato in primo grado a svariati anni di reclusione nell'ambito della vicenda nota come “Mafia Capitale“ .

E sempre Pecoraro discute in una intercettazione con il faccendiere Bisignani   (autore de “L'uomo che sussurra ai potenti“ ) dell'ordine del giorno del Copasir. Che per chi non lo sapesse sono i Servizi Segreti Italiani .

Potrei continuare, a cominciare dalla nomina a procuratore aggiunto di Gianfranco Melagrani voluto da Pecoraro per indagare sul Calcioscommesse. Melagrani ex capo di gabinetto del sindaco di Latina, Di Giorgi  compare nelle carte dell'inchiesta Olimpia relativa ai cambi di destinazione edilizia e sovrastima delle cubature, nel comune laziale.

Pecoraro disse all'atto della nomina di Melagrani :  “ Persona straordinaria e funzionario impeccabile “ .

Non continuo. Il vulnus della vicenda sta nel manico. Semplicemente Pecoraro doveva essere destituito dal suo incarico all'atto delle sue “travisazioni “. Che siano state in cattiva o  buona fede ha poca importanza.

Allo stato dell'arte i cattivi pensieri della tifoseria juventini appaiono leciti .

“ Tuttosport” ha titolato:  Così è una persecuzione“.

Cosa paga la Juventus? Paga l'essere risorta dalle sue ceneri dopo Calciopoli. Paga per aver vinto sei scudetti di fila e per essere in competizione per il settimo. Cosa che porrebbe nel ridicolo l'intero sistema calcio italiano. Paga per essere stata la prima a costruire uno stadio di proprietà. Paga per avere i conti in ordine e addirittura in attivo : 47 milioni per l'ultimo esercizio. Paga per aver sfondato il muro dei 550 milioni di fatturato contabilizzati nell'ultima stagione. Paga per chiedere riforme mai attuate ma indispensabili alla crescita del calcio italiano. Paga per essere stato nominato Andrea Agnelli presidente dell'Eca. Paga per aver stretto Agnelli, alleanze  con alcuni tra i maggiori club italiani e continentali. Paga perché  il suo brand è diventato con quella doppia J mondiale. Conosciuto anche nei mercati che facevano e fanno gola ad altre società italiane. Paga per aver avuto la temerarietà di chiedere giustizia : una revisione del processo sportivo che la condannò  alla serie B . Paga per aver mantenuta pendente al Consiglio di Stato una richiesta danni alla Federazione di 581 milioni di euro .

Cosa rischiano la Juventus e Agnelli? La sentenza verrà emessa tra dieci giorni. Il collegio giudicante dovrà accettare o rigettare le richieste del Procuratore federale. In ogni caso pur con varie e pesanti limitazioni , Agnelli resterebbe presidente della Juventus e dell' Eca . Dovesse essere condannata, la Juventus opporrà appello e la richiesta di gare a porte chiuse sarebbe congelata per mesi. Al pari delle sanzioni-limitazioni che il Procuratore vorrebbe estese anche a Fifa e Uefa .

La Juventus ha ammesso di aver venduto un numero di biglietti superiore al consentito agli ultras. Per una tale violazione si subisce una multa. Il processo è indiziario. Ma l'arcaica giustizia sportiva che nessuno vuole riformare, men che meno i gattopardi che temono per il futuro delle proprie  poltrone si fonda sulla “ responsabilità oggettiva “. Roba da Inquisizione Spagnola. Roba da caccia alle Streghe. 

Perché Pecoraro si è così tanto accanito? Perché questo è un processo politico. Tutte le società di serie A, di serie B e di serie C, hanno con gli ultras i problemi che ha avuto la Juventus. Il governo non ha mai provveduto a portare in Parlamento proposte di legge che debellino una volta per tutte il fenomeno del tifo organizzato malavitoso.

Pecoraro con le sue richieste, colpendo duramente la Juventus vuol dare un esempio. Quanto non si è fatto in altre occasioni e per altre società, si vuole fare ora. E non importa se le prove del presunto reato non ci siano. “Non poteva non sapere“. E' andata così anche con Antonio Conte. Ciò che  Importa è che la Juventus ,che ha enorme visibilità mediatica, venga sbattuta in prima pagina. Come ho spiegato all'inizio: “ Calunniate,  qualche cosa resterà“ .

Se volete capire come funziona il meccanismo analizzate le parole che Machiavelli scrive a Francesco Guicciardini, l'uomo che ha immortalato il “particulare“ . Scrive Machiavelli: “Da un tempo in qua io non dico mai quello che io credo, né credo mai quel che io dico, et se pure è mi vien detto qualche volta il vero, io lo nascondo fra tante bugie, che è difficile a ritrovarlo “ . 

Ora si attende la decisione del collegio giudicante. L'avvocato Coppi che difende la Juventus ha spiegato che l'obiettivo della difesa è il proscioglimento di Agnelli da ogni accusa . Il resto verrebbe meno a cascata .

Se ciò avverrà, è possibile che la Juventus intenti una causa alla Procura Federale per pesante procurato danno d'immagine. Nell'era dei social non puoi permetterti di essere sputtanato. 

E i tifosi ? Ci sono state tifoserie che in passato sono scese in piazza e hanno assediato la sede della Federazione armate di sassi, spranghe e molotov . Ci sono tifoserie che hanno bruciato i cassonetti e sfasciato strade e negozi. Ci sono tifoserie che hanno interrotto i servizi marittimi tra Sicilia e Continente . .

La tifoseria juventina è scesa pacificamente  in piazza una sola volta : i 40.000 ai tempi di Calciopoli  Non so cosa faranno i tifosi.  Non lo sono, non faccio parte di alcun club . Ma so cosa farei se lo fossi : inonderei di fax ,mail e lettere la Federazione. Mi farei sentire. Le richieste di Pecoraro vanno ben oltre quelle ipotizzate da alcuni quotidiani, storicamente- sulla materia- informatissimi.

Pecoraro è andato oltre. Ottenendo ciò che presumibilmente voleva :  il massimo della visibilità mediatica.

Il presidente del tribunale federale nazionale, Mastroloca, ha detto che il dibattimento è stato sereno e che il verdetto sarà equo.

Chi sta seguendo il processo assicura viceversa  che in 90 minuti di confronto siano volati gli stracci con  momenti di indescrivibile tensione. Ma chi ha parlato con Andrea Agnelli lo descrive incazzato e battagliero. Buon segno . Spiegava Gianlucaccio Vialli ai compagni nello spogliatoio citando i  Blues Brothers che “ quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare “ .

La partita è solo all'inizio. Solo all'inizio, presidente Tavecchio. All'inizio .

Peccato per l'autogol . La Procura Federale che pretende di inibire e multare il neo-presidente dell'Eca .

Neppure l'indimenticabile Comunardo. Neppure il più maldestro Fantozzzi. Lei è un mito, presidente: insuperabile .