Nuova Juve, vecchio problema. Un passo avanti e due punti in meno

10.11.2020 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Nuova Juve, vecchio problema. Un passo avanti e due punti in meno
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Non chiudere le partite è un brutto vizio. La Juventus ce l’ha da due stagioni e spiccioli. È stato uno dei principali difetti dell’ultimo anno di Allegri, un ostacolo sulla già irta strada di Sarri, ora pare diventare un grattacapo del quale Pirlo non è (ancora?) riuscito a venire a capo. Il guaio è che progressivamente sta diventando qualcosa di più di un problema. L’ultimo Allegri dava comunque la sensazione che anche uno striminzito 1-0 fosse sufficiente a vincere, e a un certo punto le avversarie si arrendevano all’ineluttabilità della sconfitta. Sarri in qualche modo se l’è cavata, complice il lockdown e il fatto che tanto sprovveduto probabilmente non fosse, ma aveva perso quell’impressione di insormontabilità. Ora pare che valga comunque la pena provarci, perché qualcosa la Vecchia Signora concede sempre, anche nelle sue giornate migliori. Che fin qui, a onor del vero, si contano comunque sulle dita di una mano.

Contro la Lazio, in realtà, il passo avanti c’è stato. Anche in maniera innegabile, perché la Juve ha giocato bene e soprattutto meglio dei biancocelesti, ha certificato alcuni progressi dai singoli (Rabiot e Danilo su tutti), ha assunto una fisionomia un po’ più chiara. Non ha vinto, però, e per questo al passo avanti si uniscono i due punti in meno. Contro le big, finora, il bottino è misero: due punti con le romane, la figuraccia contro il Barcellona. La Lazio, per di più, non aveva Immobile, cioè il principale catalizzatore di gioco, e affrontava una partita così con una tempesta mediatica pronta a esplodere tutt’attorno (no comment, se son rose fioriranno e se son violazioni saranno punite. Insomma, passato avanti, sì. Ne va dato atto. Ma non passo avanti da giganti. Fortuna per la che in questo strano campionato nessuno sembra voler davvero scappare. Ma prima o poi ci sarà da ingranare la marcia.

Per chiudere, temi vari ed eventuali. Avrei voluto trattare nuovamente le situazioni di Bernardeschi e Dybala, che a livello psicologico iniziano ad assomigliarsi in maniera preoccupante, ma l’ho fatto una settimana fa e quindi meglio aspettare. Sono e devono essere risorse, soprattutto l’argentino: la verità è che la Juve non ha alternative. Sul giudizio sportivo legato a Juve-Napoli, se il 3-0 non sarà annullato già in questo grado è solo questione di tempo, prima o poi sarà inevitabile quindi tanto vale mettersi in testa l’idea che quella partita si debba giocare. Le nazionali sono un enorme guaio e lo saranno sempre di più: l’idea che in una fase storica come questa si debbano giocare a tutti i costi delle partite che non interessano a nessuno e mettono a rischio tutti i giocatori, mescolando le carte in tavola a qualsiasi protocollo di questo mondo, è francamente incomprensibile e indifendibile. Per andarci leggeri.