Moby Dick - La riconoscenza, caro Allegri, si paga. Ricordi Lippi? Mandzukic può fare l'ala ma è una punta. Il croato, Khedira e Lichsteiner possono sedere in panchina. Pronti Howedes, Matuidi e Douglas Costa o Bernardeschi

Corrispondente "The Sun", autore di 9 libri. Autore e conduttore programma #Alvolante per AntennaSud. Vincitore Overtime Festival della Comunicazione del giornalismo e del premio Campione Odg Puglia
22.11.2017 00:25 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick - La riconoscenza, caro Allegri, si paga. Ricordi Lippi? Mandzukic può fare l'ala ma è una punta. Il croato, Khedira e Lichsteiner possono sedere in panchina. Pronti Howedes, Matuidi e Douglas Costa o Bernardeschi

Tre tonfi. Rumorosi, pesanti. La Juventus dopo la terza “Caporetto” in soli novanta giorni ha il dovere di invertire la propria marcia di avvicinamento alla vetta della classifica. “L'elastico fra il secondo ed il terzo posto non è una consuetudine alla latitudini piemontesi”, questa la summa del discorso pronunciato da Andrea Agnelli in un vertice informale con la dirigenza. In panchina siedono troppi talenti, inutile insistere su convinzioni tecniche che, sino ad oggi, non hanno sortito gli effetti desiderati. Cinque minuti di Douglas Costa ha sprigionato un valore cinque volte superiore a quello espresso da Mario Mandzukic in novanta minuti di gioco.

 

L'esterno brasiliano è stato protagonista in entrambe le reti messe a segno dai bianconeri. Una scheggia impazzita, un esterno d'altro tempi che se schierato a destra, nel rispetto della regola del “piede inverso”, è in grado di accentrarsi e tirare, di dribblare l'avversario aprendo il gioco e favorendo l'inserimento dei centrocampisti e della batteria dei fantasisti schierati alle spalle di Gobzalo Higuain. L'innesto del brasiliano non pregiudicherebbe affatto la titolarità di Cuadrado che potrebbe trasferirsi a sinistra o arretrare nel ruolo di terzino. Senza dimenticare che, una grande squadra, ha bisogno di almeno sedici titolari fra campo e panchina. 

 

Il principio della rotazione applicato da Massimiliano Allegri è un chiaro rimando al masochismo. In difesa gli uomini non dovrebbero cambiare quasi mai, eppure nonostante quasi tutti i giocatori a disposizione il trend del cambiamento pare assalire il tecnico alla vigilia di ogni partita. Matuidi è l'unico giocatore capace di unire corsa, botte e dinamismo. Eppure non è un mistero che il tecnico gli preferisca, a parità di condizioni, Khedira. La scelta di centellinare Alex Sandro, poi, fatica a trovar riscontri. Soprattutto se il giocatore non è in forma. 

 

Il giudizio sull'allenatore rimane lusinghiero al netto degli incomprensibili dogmi che sin dal primo giorno del ritiro estivo. Bernardeschi e Douglas Costa non possono marcire affievolire in panchina se chi è titolare nel loro ruolo stenta ad ingranare. Mandzukic non salta l'uomo, non è lucido nelle scelte e, causa diversi infortuni accumulati in serie, non appare in forma. Insistere su di lui è sbagliato oltre che deleterio per tutto lo spogliatoio. 

Se giocano i più in forma, come sostiene da tempo l'allenatore, il croato e Lichsteiner dovrebbero essere i primi a non scendere in campo nell'undici titolare. La non incidenza di Mandzukic è acclarata, così come il rischio di veder sfiorire l'entusiasmo di Bernardeschi, comunque propositivo nella disfatta di Genova. Con il Barcellona urge un cambiamento. Non tattico ma di uomini...

 

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Guarda anche l'ultima puntata di #alvolante, la rubrica social di Alvise Cagnazzo:

 

#Alvolante: “Nessuna crisi ma tre casi da risolvere. #Lichsteiner, #Khedira e #Mandzukic non meritano la titolarità, considerando le tante alternative. #Matuidi è insostituibile, #Marchisio merita più spazio. #Allegri è capace di tutto, è riuscito in imprese impossibili. Quattro punti dalla vetta sono recuperabili in poche partite. Impariamo dall’#Inghilterra nel giudizio sui tecnici”.

Pubblicato da Alvolante - Alvise Cagnazzo su Domenica 19 novembre 2017