L'IMBOSCATA - Agnelli rompe il silenzio: ha detto molto (ma non tutto). Dalle parole del presidente indicazioni per il futuro. Il budget e i possibili scenari di mercato. Inter, la vendetta di Eupalla. Sceneggiata partenopea

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
29.04.2022 00:52 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Agnelli rompe il silenzio: ha detto molto (ma non tutto). Dalle parole del presidente indicazioni per il futuro. Il budget e i possibili scenari di mercato. Inter, la vendetta di Eupalla. Sceneggiata partenopea
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Ha parlato. Non lo faceva da una vita. L'ha fatto, lungamente,  alla giornata indetta al Meazza dal  “Foglio“. Ha detto molto,  Andrea Agnelli. Anche togliendosi qualche sasso dalle scarpe.

Allegri è un progetto a lungo termine.  Lapo è un uomo dalla battuta facile. Dybala è un grande campione ma la Juve ha deciso di percorrere altre strade. La Superlega non è morta, 12 società hanno firmato documenti vincolanti. Ceferin ne ha fatto una questione privata, ma io non ce l'ho con Ceferin: ce l'ho con la posizione dominante e monopolistica dell' Uefa. Chiellini sa che una  scrivania per lui alla Juventus è da tempo, pronta. Del Piero alla Juve è sempre il benvenuto. Oggi sta a Miami, ha avviato una  importante attività imprenditoriale, i suoi figli vanno ancora a scuola, sta facendo benissimo come commentatore televisivo. Credo sia molto felice della sua attuale situazione. Tradotto: finché il presidente sono io alla Juventus non sono previsti incarichi per Del Piero. Bilancio dei miei 12 anni di presidenza? Io non guardo mai indietro. Mi piace guardare avanti. Ancora alla presidenza della Juve? Spesso sono stato “defenestrato”, in questi anni, come sanno Blatter e Platini. Ci rido sopra. Forse certe voci le mette in giro  dalla Spagna, Tebas. Lo stadio Meazza è vecchio. Altri monumenti del calcio sono stati “congedati“ . Consiglio a Inter e Milan di farsi uno stadio di proprietà. La Juve è filo governativa, quindi daremo tutto l'appoggio possibile al neo presidente della Lega, Casini. La secondo squadra ce l'ha solo la Juve: opzione importante per far crescere i giocatori provenienti dal vivaio. Il professionismo al calcio femminile è una buona cosa. Ora serve allargare il bacino d'utenza per far crescere il movimento. Arrivabene è un ottimo amministratore delegato. Come finirà il campionato? A quattro giornate dal termine tutto è  possibile. Auspico che tutte si suicidino e “magari possa vincerlo la Juventus“. Cercheremo di potenziare la squadra per la prossima stagione, benché le risorse a disposizione siano contenute.

Fin qui il presidente della Juventus.

Diciamo che  le risorse a disposizione saranno  un centinaio di milioni, forse meno. L'esigenza è quella di erodere il deficit contenendo gli ingaggi.

Quindi ipotizzare che la Juve possa ingaggiare i Pogba o i Milinkovic Savic è una idea fantasmagorica. Pogba è fuori portata. Per il serbo, Lotito, vuole solo cash: circa 80 milioni. Quindi la Juve farà di necessità virtù con i Gatti, Rovella, Fagioli, giocatori di sua proprietà. Cercherà di prendere i Frattesi e i Raspadori. Proverà a scambiare Rugani con Acerbi. Farà un tentativo per Neves  mancino dello Shaktar. Leggo di Di  Maria. Gran giocatore di 34 anni e con uno stipendio da top player. Che non si accontenterebbe di firmare per una sola stagione. Donnarumma potrebbe entrare in gioco solo grazie ad una mossa scacchistica.  Difficile anche per un Fisher .

Mentre Gravina (devo concederlo al presidente della Federazione: con il professionismo alle ragazze è stato di parola) spiega che la salute del calcio italiano non è così precaria (questo invece non glielo concedo: Malagò ha chiesto urgentemente “riforme“ ) e che a mancare sono solo le risorse, i recuperi in serie A hanno prodotto qualche cosa tra l'assurdo e il ridicolo. Il Bologna che non si stava dannando per vincere, ha messo k.o l'Inter grazie ad una paperissima del suo portiere Radu. Quasi una vendetta di Eupalla per quanto scippato dalla banda Inzaghi, per due volte a Torino (Toro e Juve) con il beneplacito dei varisti . Ora il destino è nella mani del Milan. Ma questo è un campionato che nessuno sembra voler  vincere. L'assurdo va in scena a Firenze con la Fiorentina  che perde  0-4 con l'Udinese (matematicamente salva). Il ridicolo lo rappresentano a Bergamo. 4-4 tra Atalanta e Torino con contorno di tre rigori.  Sceneggiata partenopea a Napoli: ritiro? Non proprio. E' una cosa antica. Incontro, caso mai. A cena. Ma è vero che ad Osimenh è stato vietato da don Aurelio di fare shopping e di andare in discoteca?  Non si sa. O meglio si sa. Ma non si dice. “Grezza“ del Tg di Mentana che annuncia: “la morte di Mino Raiola“. Furenti al San Raffaele di Milano dove Raiola è ricoverato: “Balle“. A giro di posta scrive  sui social anche Raiola: “Sono 4 mesi che mi danno per morto“. Pare, peraltro, che le condizioni del vulcanico procuratore siano delicate.

Non mi sono dimenticato di Andrea Agnelli. Bilancio: parlando di se stesso e del suo futuro il linguaggio del corpo del presidente della Juve non è sembrato rilassato. Vedremo. Nessuna domanda ad Agnelli su Paratici, nessuna  sulle plusvalenze, nessuna sull'indagine “Prisma“ della procura di Torino, nessuna sul ricorso relativo ai “ danni “ subiti per Calciopoli.  E nessuna su quell'insopportabile maglia da  gelatai, temerariamente fatta indossare alla truppa. Ma forse sono  il solo a considerarla, inguardabile.