Gli eroi in bianconero: Fabrizio MICCOLI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
27.06.2010 09:55 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Fabrizio MICCOLI
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© foto di Federico De Luca

Fabrizio Miccoli nasce a San Donato, in provincia di Lecce, il 27 Giugno del 1979.
All’età di sedici anni, dopo aver militato nelle giovanili del Milan, viene scartato dal Lecce; «bravino, ma troppo basso», gli dicono. Per sua fortuna, incontra Pantaleo Corvino un grande esperto di giovani talenti che lo fa acquistare dal Casarano, in serie C1; dopo averlo collaudato per una stagione nelle giovanili, nel 1997 il Casarano lo fa esordire in prima squadra. Fabrizio si fa subito notare realizzando, in 29 presenze, 8 reti. Nella stagione successiva ne realizza 11 e viene premiato come miglior giocatore della C1. Miccoli è bravo, guizzante, intelligente ed ha un tiro preciso e potente.
Nella stagione 1998-99 Fabrizio viene acquistato dalla Ternana. Nella compagine umbra, non riesce a conquistare un posto da titolare e realizza solamente una rete; i più cominciano a dubitare delle qualità del giocatore ma, nelle due stagioni che seguono, Miccoli colleziona 56 presenze realizzando 16 reti. L’ultima stagione tra le fila rossoverdi è quella della consacrazione definitiva; Fabrizio, infatti, prende per mano la squadra e realizza 15 reti in 34 partite. La squadra, nonostante le grandi prestazione del “Romario del Salento”, come viene soprannominato, retrocede in serie C1 ma, grazie alla squalifica della Fiorentina, viene ripescata in serie B.
Nell’estate del 2002, Miccoli viene acquistato dalla Juventus, che però, già ricca di alternative in attacco, lo gira in prestito al Perugia. Fabrizio non è più un giovane di belle speranze, ma è diventato una realtà; indossa la maglia numero dieci e colleziona medie voto altissime. Nel capoluogo umbro è già un idolo; sono sue le magliette che vanno più a ruba e gli autografi più ricercati. A stagione conclusa, Miccoli colleziona un bottino di 47 incontri giocati e 15 reti realizzate. Ma è proprio contro la Juventus, in Coppa Italia, che Miccoli gioca le sue partite più belle; infatti, realizza due reti nella partita di andata ed una al ritorno, eliminando la squadra che ne detiene il cartellino.
Il 12 febbraio 2003, nella gara contro il Portogallo disputata a Genova esordisce in Nazionale; sempre contro il Portogallo, in un’amichevole giocata il 30 marzo 2004, realizza una rete direttamente da calcio d’angolo.
Finalmente, approda alla Juventus; Fabrizio, sfruttando i numerosi infortuni dei suoi compagni riesce a disputare un discreto campionato.

Si mette in evidenza anche nella Champions League, realizzando una rete nella goleada contro l’Olympiakos. Purtroppo, la stagione bianconera è molto deludente e la società decide di prestare Miccoli alla Fiorentina, appena promossa in serie A; con la maglia viola, Fabrizio mette a segno 12 reti, disputando una buona stagione.
Nella stagione 2005-06 ritorna in bianconero; è arrivato Fabio Capello, il quale vuole assolutamente Ibrahimovic. Per far spazio allo svedese, Fabrizio viene mandato in prestito al Benfica; con la squadra portoghese si mette in luce fin da subito, diventano un idolo dei tifosi lusitani. Al termine della stagione, la Juventus decide di rinnovare il prestito al Benefica; dopo un’altra stagione in Portogallo, Fabrizio ritorna in Italia, precisamente al Palermo. Le strade fra Miccoli e la Juventus si sono definitivamente separate.
«I miei errori quando ero alla Juventus ??? Io all’inizio sono stato bene, nel senso che ho giocato diverse partita da titolare. Poi si venne a creare questa staffetta tra me e Del Piero, che comunque poi non c’era effettivamente perché io stavo bene con “Ale”, avevamo un buon rapporto. Comunque in 22 presenze avevo fatto 9 goals, quindi non è stato un brutto campionato, anche perché io tutt’ora ho grande rispetto verso i giocatori della Juve. Ancora mi sento con tanti di loro: Buffon, Camoranesi, Trézéguet, ecc. Quindi il problema magari è stato più con la società di allora. Diverse scelte non mi piacevano e non le ho accettate. Sono cose che succedono. Non c’è nessun problema, per me ormai è finita lì».