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Simone Padoin: "Juve top dei top, onore esser stato un gregario. Sull'addio, Sarri, Pogba, Buffon, Conte e il mio futuro..."

02.07.2019 15:20 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Simone Padoin: "Juve top dei top, onore esser stato un gregario. Sull'addio, Sarri, Pogba, Buffon, Conte e il mio futuro..."
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Spesso nello sfottò tra tifosi, Simone Padoin viene chiamato in causa per il numero di scudetti vinti. Cinque. Come gli anni vissuti a Torino in maglia bianconera, momenti che non dimenticherà mai come ha ammesso in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente per una lunghissima chiacchierata sulla Juve e non solo:

La tua carriera ha sempre vissuto di continuità, per questo non sei abituato ad esser senza una squadra. Quali sono le tue sensazioni in merito?

"Non posso dire di esser felice e tranquillo, è stata una estate piacevole ma è normale che il pensiero vada alla scadenza del contratto con il Cagliari. E' un periodo particolare in quanto è la prima volta che mi succede di esser svincolato, non è accaduto nemmeno dal passaggio dalla Juve ai rossoblù in quanto avevo ancora un altro anno con i bianconeri. Spero duri il meno possibile".

Quali sono i ricordi del periodo trascorso a Cagliari?

"I ricordi sono molto piacevoli, ho trovato una piazza bella e importante che vive di calcio. I tifosi si identificano completamente nella propria squadra, tutti i tifosi sardi tifano per i rossoblù e c'è sempre molto calore da parte loro. E' stata una bella esperienza vissuta sia dentro che fuori dal campo".

Progetti per il futuro? Che cosa bolle in pentola?

"Il mio procuratore sta lavorando in tal proposito e c'è già qualche chiacchierata con alcuni club di Serie A. La speranza è di rimanere nella massima serie, mi sento bene fisicamente e quest'anno ho giocato trenta partite. Nonostante l'età non ho avuto infortuni, per questo mi sento di dare ancora tanto al calcio italiano. Preferenza? Preferisco più l'Italia all'estero".

Se ti dico Juventus, che cosa ti viene in mente?

"Per un professionista, mi viene in mente da dire che è il massimo a cui poter aspirare. Struttura, mentalità, organizzazione, compagni: è il top dei top. Nulla alla Juventus è lasciato al caso. Questi sono i segreti che consentono alla società di vincere da tanti anni".

Come mai è finita la storia d'amore con la Juventus?

"E' stata una mia scelta, nel senso che nell'ultimo anno in bianconero non avevo giocato tantissimo e vedevo che la società stava costruendo una rosa ancor più competitiva. Immaginavo che il mio utilizzo sarebbe stato ulteriormente minore, per questo ho deciso di parlarne con la società e il mister. A trentadue anni, la mia volontà era quella di sentirmi ancora importante. Alla Juve, purtroppo, non sarebbe stato più possibile".

La fine, ma anche l'inizio: il tuo arrivo in bianconero:

"Era stato completamente inaspettato. Avevo avuto il piacere di lavorare con Conte all'Atalanta in una annata davvero difficile, dove lui era stato soltanto tre mesi ma aveva già dimostrato interamente il suo grande valore. Non ci eravamo più visti o sentiti, ecco perché la chiamata della Juventus ha rappresentato una occasione irripetibile. Ogni allenamento era come se fosse una partita, sapevo che era quello il momento in cui potevo guadagnarmi la chiamata in campo. Ho sempre dato il massimo".

Sei sempre stato definito un gregario. Ti ha mai dato fastidio questa definizione? 

"No, nella maniera più assoluta. La parola gregario evoca pensieri non troppo positivi, quasi si sminuisce la persona che viene denominata così. Tutti vogliono sentirsi importanti e protagonisti all'interno di una squadra, ma poi sta all'intelligenza delle persone capire la situazione. Mi sento onorato di esserlo stato dei vari Pogba, Pirlo, Buffon. E' stato davvero incredibile". 

Hai vissuto il passaggio da Conte ad Allegri. Come pensi si vivrà il passaggio da Allegri a Sarri? Credi che in questo momento ci voglia un allenatore come lui? 

"Per me, sì. Ho seguito la conferenza stampa e concordo con Paratici quando ha detto che l'anno in cui arrivò Conte era l'allenatore giusto così come lo è stato per Allegri nel 2014. Io credo fosse il momento giusto per cambiare, Sarri può essere la persona adatta per la proposta di gioco e per la qualità dei giocatori presenti nella rosa della Juve. Gli ultimi acquisti sono proprio su questa linea d'onda. Penso che il cambio sia corretto, ma non bisogna dimenticarsi del lavoro svolto dal mister sotto tutti i punti di vista, cominciando dai risultati straordinari".

E la Juventus oggi ha presentato Rabiot, che si è andato ad aggiungere all'acquisto di Ramsey e a quello in dirittura di arrivo di De Ligt.

"E' una Juventus incredibile. Se dovesse arrivare De Ligt, concordo con Capello: bisognerà passare alla stagione successiva. E anche Pogba potrebbe tornare. I bianconeri sono una squadra con tantissimo appeal, tutti i migliori giocatori hanno voglia di giocare a Torino ed è una sensazione incredibile. Penso che dia molto orgoglio al presidente e a tutti coloro che lavorano in questa società. In Italia, la Juve è indiscutibilmente la numero uno e in Champions è una delle favorite alla vittoria finale. Anche se quella competizione ha un percorso molto arduo e ci vogliono una serie di variabili favorevoli per trionfare alla fine".

Mi citavi Pogba, può essere l'estate dei ritorni? Mi riferisco, chiaramente, a Buffon.

"Non si sa se Paul tornerà (sorride ndr), la Juve come dicevo è ambita da tutti e non è un caso che Gigi si sia accorto, andando via, di quanto bene si stava in bianconero. E penso abbia ragionato proprio su questo aspetto. Immagino sia uno dei motivi per il quale abbia scelto di tornare".

Qualche critica per l'operazione Spinazzola-Pellegrini è arrivata. Che ragazzo è? Riesci a descrivercelo?

"E' un ragazzo molto giovane che deve ancora fare esperienza. Luca è molto generoso, genuino, esuberante, è sempre molto sorridente e dal punto di vista tecnico ha una progressione davvero notevole. E il cambio di marcia è incredibile. E' logico che debba ancora migliorare, ha solo vent'anni. Non c'è posto migliore della Juventus dove può migliorare, ai tifosi posso dire di star tranquilli. Può far davvero bene in una squadra abituata ad attaccare, il suo punto di forza è proprio quello di fare tante volte la fascia e di essere un uomo di spinta"

Secondo te, al ragazzo conviene andare via in prestito?

"Bisognerà vedere dalle esigenze della società, anche perché se dovesse acquistare un altro terzino sarebbe difficile rimanere a Torino. Ma in caso contrario, lui e Alex Sandro possono garantire le sessanta partite che la Juve disputa durante la stagione. Staremo a vedere".

E in campionato c'è davvero tanta carne al fuoco quest'anno.

"Sì, ma il gap nei confronti della Juve è ancora esistente. L'Inter non sarà la stessa squadra discontinua delle ultime stagioni, penso che tutti dovremo essere contenti del ritorno in Italia di Conte perché è un allenatore spettacolare. Lui può davvero incidere in questa società, i nerazzurri saranno una bella squadra quest'anno. Il Napoli ha fatto un bell'acquisto con Manolas, poi sinceramente le altre le vedo nettamente al di sotto. I bianconeri rimangono i favoriti, con le due squadre citate che possono giocarsi il secondo posto. Rispetto alla passata stagione, non vedo altre differenze".

I momenti, come in tutte le realtà, sono stati positivi e negativi. Vuoi ricordarne qualcuno? Magari partendo dalla finale di Berlino.

"La finale di Berlino può essere vista sotto diversi aspetti, personalmente per me che avevo fatto tutt'altro percorso è stata una emozione indescrivibile. Perché ho vissuto quell'atmosfera. Per altri miei compagni era la prima finale di Champions, penso che per come ci siamo arrivati è stata una delle cose più belle. Certo non è stato piacevole, ma ho potuto comunque dare il mio contributo e nel complesso la valuto positivamente. Diversamente dal rigore di Doha, quello è stato un momento molto brutto. La sfida con il Napoli era arrivata prima delle festività natalizie, i giorni seguenti in vacanza non furono bellissimi. Mi era dispiaciuto davvero molto, anche se in questo lavoro può capitare".

Si ringrazia Simone Padoin per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.