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Molinelli (ex allenatore di Kean): "Ha segnato gol pesanti, ma non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. Riscatto? Merita di restare alla Juventus"

Potrete riascoltare uno stralcio dell’intervento a “Cose di Calcio” in onda su Radio Bianconera (visibile dal bouquet di Sportitalia canale 60).
28.04.2022 17:28 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Molinelli (ex allenatore di Kean): "Ha segnato gol pesanti, ma non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. Riscatto? Merita di restare alla Juventus"
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"Moise faceva parte dei Giovanissimi B quando l'ho conosciuto, aveva tredici anni e andava per i quattordici. Per la categoria era troppo forte, infatti quasi sempre andava a giocare con quelli più grandi di lui. Fisicamente era molto dotato, il gol al Sassuolo mi ha ricordato molto quelli che faceva con noi". Pensieri e parole di Maurizio Molinelli, ex allenatore del settore giovanile bianconero, che nella stagione 2012-2013 ha allenato il piccolo Moise Kean autore della marcatura vincente nell'ultima sfida di campionato. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare approfonditamente del suo ritorno alla Juve e non solo:

Potrete riascoltare uno stralcio dell’intervento a “Cose di Calcio” in onda su Radio Bianconera (visibile dal bouquet di Sportitalia canale 60).

Si può dire che ha fatto un gol alla Kean?

"Non lo so (sorride ndr), però quel movimento in cui si appoggia all'avversario e poi si girava cercando la porta. E' sempre stato uno che segnava a grappoli nelle giovanili, è veramente bravo. E vederlo giocare così a questi livelli, non può che far piacere".

E' stato il più talentuoso che hai allenato nella cantera della Juventus?

"Nei miei dodici anni in Juventus ne ho visti davvero tanti, forse a livello c'è stato anche qualcuno di più bravo che però non è arrivato a giocare ai suoi livelli. Sicuramente era uno dei più talentuosi, in quell'anno poi c'era anche Hans Nicolussi Caviglia".

Soffermandomi per un attimo su Hans, è un vero peccato non vederlo agli stessi livelli di Moise. E' stato molto frenato dagli infortuni.

"Sì è vero, ultimamente è sempre stato bersagliato dagli infortuni. Ma è ancora giovane, di talento, gli auguro davvero di riprendersi al più presto. Fin da ragazzino è sempre stato una persona speciale, d'oro, non solo in campo ma anche fuori. Lo ricordo con grande affetto".

Ritornando a Moise, la seconda avventura la possiamo definire come la più difficile di tutte. Quale è il tuo bilancio fin qui sulla sua stagione?

"Giocare nella Juventus non è semplice, gli attaccanti sono di livello e la concorrenza è spietata. Moise, il più delle volte, subentra, quando inizia dall'inizio poi non riesce a terminare la partita. A mio parere, il motivo per cui sta un po' patendo è perché non è riuscito ancora a fare il salto di qualità. Ha fisicità, tiro, corsa, ma non si riesce a capire il perché non trovi continuità. I giovani fanno fatica ad emergere qui a Torino, ma il suo spazio lo sta trovando. Dei sei gol che ha messo a referto, molti di questi sono stati decisivi. Non tutte le marcature pesano nello stesso modo".

Può aver pagato il fatto di essere arrivato subito dopo l'addio di CR7?

"Sicuramente l'addio di Ronaldo ha spiazzato un po', ma non credo ci fossero tutte queste aspettative. La verità è che il giovane nella Juventus fa davvero tanta fatica, l'unico ad avere un impatto fuori dal comune è stato Pogba. Questo accade specialmente nelle grandi società, per me è più facile farlo esordire nei club di medio-piccola dimensione. Nella Juve, nell'Inter o nel Milan hai sempre gli occhi puntati addosso, non viene perdonato nulla".

Però Moise non è tornato con lo status di giovanissimo, nei due anni in cui è stato lontano dalla Juventus ha giocato per Everton e PSG.

"E' vero, ma non dimentichiamoci che ha solo ventidue anni. Lui, forse, non è ancora del tutto maturo, mi riferisco alla mentalità e alla testa. Moise arrivava da un bellissimo anno a Parigi, i tifosi sicuramente si aspettavano qualcosa in più. Non può che migliorare, ha solo bisogno di star tranquillo. Al gol con il Sassuolo ho esultato come il primo dei suoi tifosi".

Non ti sembra che giochi un po' troppo lontano dalla porta? Precisando, ovviamente, che non succede solo a lui in fase offensiva.

"Il mister, evidentemente, vuole questo tipo di gioco, Moise è visto come l'uomo che tiene su la squadra. Quando parte è difficile da tenere, specialmente nel momento in cui alza i giri del motore".

Che cosa pensi della situazione legata al suo riscatto?

"Bisognerà capire che tipo di attaccante vorrà l'allenatore. Con l'addio di Dybala e le insicurezze legate ai riscatti di Morata e dello stesso Moise, sicuramente la Juve dovrà cercare altre punte. Ha giocato in Premier e in Ligue 1, che non sono campionati semplici. Lui è riuscito sempre ad affermarsi, ed è stato bravo a ritagliarsi il suo spazio. Per me è un giocatore che sta meritando la Juventus".

Si ringrazia Maurizio Molinelli per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.