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Alessandro Birindelli: "Si ad Allegri manager, imbarazzato dalle scelte di Arrivabene. Del Piero? Riavvicinerebbe chi si è allontanato dalla Juve. Su Fagioli e Miretti..."

21.12.2022 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Alessandro Birindelli: "Si ad Allegri manager, imbarazzato dalle scelte di Arrivabene. Del Piero? Riavvicinerebbe chi si è allontanato dalla Juve. Su Fagioli e Miretti..."
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"Le aspettative per il 2023 sono normali, d'altronde peggio di quanto già è stato fatto nel girone di andata è molto difficile. Mi aspetto una Juve migliore dal punto di vista del gioco, dei risultati e delle presenze, perché ci sono stati troppi infortuni e discontinuità". Pensieri e parole di Alessandro Birindelli, ex difensore bianconero dal 1997 al 2008, per parlare approfonditamente del momento in casa Juve e non solo:

Il rendimento dei giocatori potrebbe essere condizionato da quanto sta succedendo fuori dal campo?

"No, per me sarà un maggior stimolo per tutto l'ambiente Juventus. Questa è una bella scintilla per metterci quel qualcosa in più rispetto a quanto abbiamo visto fino al mese scorso".

Ti aspetterai tanto da Paul Pogba?

"E' da due anni che è sulla bocca di tutti, ma a livello di presenze in campo e di prestazioni è mancato. E' un grande professionista e avrà una gran voglia di riscattarsi, per me cominciando dalla Coppa del Mondo che non è riuscito a giocare. Nel momento in cui tornerà pienamente a disposizione, Paul sarà una pedina fondamentale per il prosieguo della stagione".

Credi sia stato un errore prenderlo in estate? 

"La società si è presa un minimo di rischio, d'altronde metti tutto in preventivo quando realizzi operazioni del genere. Hanno considerato che la squadra potesse sopperire a questa mancanza, ma poi se ne sono accumulate altre e forse questo non lo immaginavano".

Come vedresti in Italia la figura dell'allenatore manager? Potrebbe essere un passo in più per avvicinarci alla cultura inglese?

"Penso che questo mondo abbia bisogno di persone di esperienza e competenti in ambito calcistico. Mi spiace dirlo, ma la classe dirigenziale in Italia è davvero scarsa. E mi riferisco ai direttori generali e sportivi. Il ruolo di manager allenatore lo vedo molto azzeccato, perché se poi devo mettermi in casa un dirigente che capisce di tutto fuorché di calcio è inutile. Bisogna iniziare a considerare questa mansione, in modo così da fare un po' di pulizia".

Dunque, in maniera molto implicita, confermi che nei quadri dirigenziali servirebbero persone competenti di calcio e non tecnici.

"Sì, la penso così. Le scelte intraprese da Maurizio Arrivabene, come quelle di altri passati prima di lui, mi hanno suscitato molto imbarazzo, perché nelle interviste ho sempre notato le difficoltà nel parlare di un ambiente che non è il loro. Personalmente, sia chiaro, lo reputo una persona molto intelligente, ma il suo percorso è stato differente da quello che è il mondo calcistico. E per render meglio l'idea, è come se un domani andassi a fare il tecnico della Ferrari. Questo è un fattore che la proprietà dovrà tener conto".

Facendo un nome, quello giusto per la vice presidenza potrebbe essere quello del tuo ex compagno di squadra Alessandro Del Piero?

"Penso che le persone in grado di fare da collante tra la società e i tifosi servano come il pane. L'idea di vedere Alessandro vice presidente farebbe riavvicinare chi si è allontanato dalla Juventus e dal mondo del calcio in generale".

Tornando a parlare di campo, quale è il profilo giusto per i bianconeri per rinforzare la fascia destra?

"Sono tutti profili importanti, buoni, quelli che si leggono sui giornali. La società deve capire quali sono gli obiettivi da raggiungere, perché dipendesse da me andrei a prendere il miglior terzino in circolazione ma bisognerebbe poi ragionare sulla quantità di soldi da investire. Sicuramente trovare un'alternativa di valore potrebbe essere la miglior scelta da effettuare in questo momento".

E se invece di investire su un giocatore già pronto, non si potrebbe pensare di promuovere qualcuno dalla Next Gen?

"Sono pienamente d'accordo, ma in Italia c'è poco coraggio. Miretti e Fagioli, ad esempio, non devono restare casi isolati, perché ci deve essere una progettualità alle spalle. Se i giovani sono forti devono giocare, così non c'è bisogno di spendere soldi. E quando commettono degli errori dovranno essere supportati, non giudicati e condannati. Perché una partita o due la possono anche sbagliare".

Si ringrazia Alessandro Birindelli per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.