LEONI PER..AGNELLI – Se abbassi i ritmi in campionato vinci uguale, in Champions non te lo perdonano. La Juventus torna da Berna con tanti insegnamenti, e se impara la lezione questa sconfitta potrà regalare qualcosa di speciale..

13.12.2018 10:13 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LEONI PER..AGNELLI – Se abbassi i ritmi in campionato vinci uguale, in Champions non te lo perdonano. La Juventus torna da Berna con tanti insegnamenti, e se impara la lezione questa sconfitta potrà regalare qualcosa di speciale..
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E poi ci sono anche le sconfitte...

Buffo per chi è abituato a vincere e dimentica che la vittoria non è la regola ma l'eccezione, quell'eccezione che Allegri è riuscito con la sua Juventus a trasformare in una regola ma che regola non è. E invece esistono, e prima o poi arrivano, anche le sconfitte. Quasi profetico era stato lo scorso 3 dicembre, al Gran Galà del Calcio, il capitano Giorgio Chiellini che disse: “Siamo consapevoli che prima o poi qualche partita la perderemo e anche per noi verranno momenti difficili”. Fisiologico e naturale, a volte persino un bene soprattutto quando la sconfitta è indolore, anzi, la si può addirittura festeggiare. Già, perché contro lo Young Boys, la Juventus perde la sua seconda gara stagionale (ancora una volta in Champions) ma allo stesso tempo centra il primo obiettivo stagionale: qualificazione da prima del girone di Champions. Quando capita ciò si può, anzi si deve, riflettere sulla sconfitta senza sentirne il peso della sua essenza. Le analisi da fare sono semplici e raccontano di un paradosso che rischia di vivere la Juventus. Questa squadra è talmente forte che quasi si sente invincibile e allora, a volte consciamente altre volte no, tende ad abbassare sensibilmente i ritmi quando affronta avversarie (sulla carta) ampiamente alla portata, ma quando abbassa i ritmi perde molto del suo potenziale, e si livella inconsapevolmente con le rivali che, di rimando, i ritmi li moltiplicano, perché di fronte c'è la squadra più forte, perché di fronte c'è Ronaldo. Quindi capita che la Juventus vede gli impegni alla rovescia, paradosso numero uno. Quanto più l'avversaria è forte, quanto più la salita è ripida, tanto più la Juventus mostra appieno il suo potenziale e spinge la macchina a pieni giri vincendo con facilità quasi disarmante. Perché questa è una squadra che ha una rosa infinita, ricca di qualità e di abiti tattici nell'armadio sapientemente gestito da Allegri. Viceversa, quando l'avversaria è alla portata, la tensione cala e subentra la consapevolezza che basta andare a regime per vincere la partita. In Italia è quasi sempre successo, tranne che con il Genoa; ma è accaduto con il Chievo, con il Parma, il Sassuolo e l'Empoli per fare qualche esempio. Tutte gare vinte, ma non senza qualche piccolo imbarazzo. Ed è successo contro lo Young Boys e paradossalmente negli ultimi dieci minuti di una gara dominata contro il Manchester United. Ma in questo caso sono arrivate due sconfitte, le uniche due della stagione. Un caso? Certamente no. È il segnale che se in Italia, i bianconeri possono anche permettersi di vincere camminando, in Champions non ci si può mai fermare. Contro nessuna squadra. Mai abbassare la guardia perché in Europa non perdonano e ora che verranno le sfide andata e ritorno, sarà assolutamente vietato distrarsi per non buttare al vento un inizio di stagione da primissima della classe. Tanto per snocciolare qualche numero, ad oggi la Juventus ha disputato 21 gare stagionali centrando 18 vittorie, 1 pareggio e 2 sole sconfitte, mettendo a segno 40 gol e subendone 12, accumulando un vantaggio in campionato sulla seconda di 8 punti e 14 sulla terza e chiudendo il girone di Champions da prima. E, come ciliegina sulla torta, è arrivata anche la rete numero 5000 della storia bianconera messa a segno dal 10, Dybala. I numeri, insomma, non lasciano spazio a dubbi sulla forza della squadra e avviare un processo dopo questa sconfitta sarebbe da psicolabili, però una riflessione va fatta: serve ritrovare quel pizzico di sana umiltà cancellata da una superiorità tecnica enorme ma che rischia di essere limitata da eccessiva consapevolezza. In questo processo sarà fondamentale l'apporto di Chiellini, capitano ma, soprattutto, l'unico rimasto tra quelli che sono ripartiti dalla serie B dove la Juventus ha potuto imparare anche lo spirito battagliero delle provinciali. Se ritrova anche la fame da provinciale, questa Juventus sarà davvero la più forte della storia e potrà legittimamente ambire a qualcosa di impronunciabile ma a cui sotto sotto un po' tutti, questa volta, credono....

 

Vincenzo Marangio - RmcSport