Sentenza 'Ndrangheta-ultrà, "Quelli del campo". Così i boss facevano affari coi biglietti della Curva Juve

13.10.2018 09:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Sentenza 'Ndrangheta-ultrà, "Quelli del campo". Così i boss facevano affari coi biglietti della Curva Juve
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il Corriere di Torino stamane titola: "Quelli del campo". Così i boss facevano affari coi biglietti della Curva Juve". Motivazioni lunghe 335 pagine. «Il business durava da anni». Figura chiave. «L’ex tifoso Germani era conosciuto come frequentatore della famiglia Agnelli». "Da quelli che il calcio, a «quelli del campo». Erano conosciuti così, negli ambienti della ‘ndrangheta piemontese, Saverio e Rocco Dominello, padreefiglio, boss condannati per associazione mafiosa nel processo d’Appello «Alto Piemonte» sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nord ovest e nella curva della Juve.

Dove «campo — scrivono i giudici nelle 335 pagine delle motivazioni —è da intendersi come campo di calcio». Il campo dei bianconeri. I Dominello — secondo l’accusa, recepita dai giudici di primo e secondo grado — sono esponenti della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno (...) Per la ricostruzione fatta propria dai giudici, fu Rocco Dominello — difeso dagli avvocati Stefano Caniglia e Domenico Putrino—a monopolizzare il business del bagarinaggio dei biglietti per le partite della Juve, tra il 2013 e il 2014. Ed è proprio per questo, che Rocco e il papà Saverio vengono chiamati «quelli del campo», in un’intercettazione ambientale in carcere dei fratelli Crea, due «indiscutibilmente ai vertici del sodalizio ‘ndranghetista piemontese» (...) e, come sottolineato dal sostituto procuratore generale, Marcello Tatangelo, erano dieci anni che la ‘ndrangheta aveva allungato le mani sulla spartizione dei biglietti, è Rocco Dominello a fare bingo, nel 2012. Tra un «vuoto di potere», causa un’ondata di arresti, e l’influenza di Germani (condannatoaquattro anni, cinque mesi e dieci giorni), il giovane boss si impose sui gruppi organizzati e prese il controllo. Sullo sfondo, c’è una Juve intimidita, quasi succube (...)", si legge nell'articolo a firma di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi.