Pastorello, retroscena incredibili su Evra: "Il Monza lo regalava. A Nizza lo chiusero in un ristorante per ore per farlo firmare"

Prima di diventare un leader della Juventus e una leggenda del Manchester United, Patrice Evra ha vissuto una carriera che sembra uscita da un film. A svelare gli episodi più clamorosi è il suo agente, Federico Pastorello, intervistato da Fanpage. L’immagine che emerge è quella di un ragazzo prima scartato e poi persino “rapito” per questioni di mercato.

Pastorello ricorda con precisione il momento in cui intuì il potenziale del giovane Evra:
"Era al Monza, in Serie C. Il direttore sportivo mi disse: ‘Ti regalo il cartellino, basta che lo porti via, è un disastro’. Nessuno lo voleva vedere, ma io ho capito che aveva bisogno del contesto giusto"

Il contesto giusto fu il Nizza di Salvioni, dove Evra - allora esterno offensivo - venne schierato terzino per emergenza.
"Fece una partita straordinaria. Da lì giocò sempre, fu eletto miglior terzino della Ligue 2 e lo portai al Monaco di Deschamps», prosegue Pastorello. Il resto è storia: Manchester United, Ferguson, trofei a ripetizione. "Da scarto a uno dei più grandi giocatori che abbia mai gestito".

Il momento più incredibile, però, arrivò quando Evra era in scadenza di contratto con il Nizza. Pastorello voleva portarlo al Monaco, ma la nuova proprietà della società francese aveva altri piani.

"Lo presero fisicamente, lo caricarono in macchina e lo chiusero per ore in un ristorante», racconta l’agente. "Lo minacciarono per fargli firmare il rinnovo. Noi non riuscivamo a trovarlo, non rispondeva al telefono. Quando uscì era in lacrime: aveva solo 20 anni".

Evra riuscì a evitare il peggio grazie a un errore amministrativo dei francesi:
"Hanno sbagliato a fargli firmare tutte le copie del contratto, così siamo riusciti a bloccare tutto".

L’agente non volle correre rischi:
"Mandai un mio collaboratore a prenderlo per portarlo a Monte Carlo. Non mi fidavo a lasciarlo a Nizza".