Maurizio Viscidi: "Vi spiego le caratteristiche del 4-2-4 di Conte"

03.09.2011 11:00 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Maurizio Viscidi: "Vi spiego le caratteristiche del 4-2-4 di Conte"
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La scommessa di Antonio Conte, neo tecnico della Juve, si chiama 4-2-4: sarà questo il modulo tattico della squadra bianconera, e da questa disposizione in campo dipenderanno le fortune del club in campionato. Conte ha già utilizzato questo modulo, che prevede grande applicazione mentale e preparazione fisica, nelle felici esperienze di Bari e Siena, ma la Serie A, e la Juve, sono certamente un'altra cosa, e il tecnico bianconero dovrà dimostrare che il modulo funziona anche nelle grandi sfide contro grandi squadre. Ma quali sono le caratteristiche principali del modulo di Conte? alla domanda risponde Maurizio Viscidi, allenatore e docente della Federazione italiana Giuoco Calcio, che, intervistato da "Tuttomercatoweb.com", analizza pregi e difetti del 4-2-4: "In teoria i numeri detti così esprimerebbero un sistema di gioco basato su quattro attaccanti, in realtà bisogna vedere come sono i movimenti in campo, perché diventa difficile difendersi con solo sei giocatori. Allora bisogna capire se si chiama 4-2-4 perché si gioca con quattro attaccanti ai quali si chiede anche di venire a difendere oppure se si decide di difendere con solo sei uomini sotto la linea della palla. I numeri dicono tutto e niente al tempo stesso. I movimenti, le caratteristiche dei giocatori e le distanze esprimono quello che è il calcio. Il Barcellona gioca con il 4-3-3, ma in realtà sono undici uomini che attaccano e undici che difendono, penso che il segreto sia questo: quello di unire le squadre non di spaccarle. "Il vantaggio maggioredel 4-2-4 è quello di avere quattro calciatori che il più delle volte vanno a giocare una situazione di quattro contro quattro contro la difesa avversaria, mettendo così i difensori avversari in parità numerica in modo che possano essere in difficoltà. Lo svantaggio più grande può essere quello di essere con pochi uomini sopra la linea della palla e solo due centrocampisti e quindi avere poco filtro e poca partecipazione alla manovra difensiva. Chi gioca il calcio totale non ama il 4-2-4 e il 4-3-3, ma undici giocatori che attaccano e undici che difendono e io sarei di questo avviso. Penso che la fase di difesa, così come quella d'attacco, non debba mai perdere dei giocatori e quindi se il 4-2-4 significa difendere in sei non va bene. Così come se il 4-4-2 significa attaccare in due non va altrettanto bene. E' l'interpretazione del modulo che fa la differenza e bisogna andare verso un collettivo; è un po' come il discorso della difesa: è meglio a tre o a quattro? Ma molte volte la difesa a tre sembra a cinque e quella a cinque può avere pregi e difetti, ovviamente dipende tutto da come ci si muove. Il calcio internazionale insegna che si deve fare, mi si passi la battuta, l'uno-dieci: dove uno è il portiere e dici sono i giocatori in fase di attacco, mentre diventano undici in fase di difesa. Non si possono rompere le squadre a settori altrimenti si continua a giocare un calcio settoriale che è antico".