Juventus, tra sofferenze e opportunità: cosa non funziona davvero nella corsa agli ottavi, tra Algoritmo e non

Juventus, tra sofferenze e opportunità: cosa non funziona davvero nella corsa agli ottavi

La Juventus, nonostante le recenti sofferenze, si è indubbiamente avvicinata alla possibilità di disputare gli spareggi per gli ottavi di finale. I bianconeri occupano il 17° posto nel ranking e ora l’obiettivo è semplice: non scivolare oltre il 24° posto per garantirsi un pass agli spareggi.

Tuttavia, restano evidenti molte delle criticità di gioco che stanno caratterizzando la stagione: una difesa instabile, una manovra lenta e prevedibile, un attacco poco incisivo.

Dati e rendimento: quando gli algoritmi non bastano

Come riporta La Stampa, il nuovo corso bianconero punta molto sull’analisi dei dati, come ribadito anche dall’amministratore delegato Comolli: «I dati sono fondamentali». Ma la realtà del campo, spesso, racconta altro.

Secondo le proiezioni statistiche:

Jonathan David avrebbe dovuto segnare già 11 gol, Openda avrebbe dovuto realizzare 5-6 reti e tre assist.

Le aspettative, insomma, sono state disattese. Gli algoritmi di mercato hanno un limite: non possono valutare personalità, adattamento e mentalità dei nuovi acquisti. Non dicono se un giocatore ha, come ha detto Spalletti, la «faccettina di...», né se sappia «prendere schiaffi».

Spalletti tra tattica, empatia e decisioni oltre i numeri

Per rilanciare la Juventus, Spalletti sa di dover andare oltre i dati: più empatia («Questi ragazzi hanno bisogno di essere abbracciati»), ma anche più decisione («Non è una questione di continuità, ma di allenarsi e giocare bene»).

Sul piano tattico, si lavora anche sul 4-2-3-1, reso possibile dai recuperi di Bremer e Rugani. E lo stesso criterio “umano” è stato applicato nella gestione di Zhegrova: «I dati non dicono che sia in grande condizione, ma voglio dargli questa possibilità».