Bucchioni su tmw: “Inter da fine ciclo, Juve carattere ritrovato”

15.09.2025 08:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Bucchioni su tmw: “Inter da fine ciclo, Juve carattere ritrovato”
TuttoJuve.com
© foto di Federico De Luca

Il collega Bucchioni su TMW: Cosa sta succedendo invece all’Inter è abbastanza semplice da capire. Questa squadra è la stessa che in cinque mesi ha perso tutto, prima la coppa Italia, eliminata dal Milan, poi lo scudetto consegnato al Napoli, dopo la Champions con il Psg, disastrosa finale annessa, infine il mondiale per club con la Fluminense. Qualcosa avranno voluto pur dire tutti questi insuccessi clamorosi uno dietro l’altro…
Questo gruppo che ha dato tanto, vinto due scudetti (parto da Conte) e cinque coppe con Inzaghi, giocato due finali di Champions, è a fine ciclo. Alcuni giocatori avrebbero voluto o dovuto cambiare aria (vedi Calhanoglu, ma non solo). Per ripartire con energie e motivazioni nuove sarebbe servito un rinnovamento profondo che invece non c’è stato. 
Visto che Marotta, Ausilio e Baccin sono la catena di comando più vincente e più esperta del nostro calcio, queste cose le avranno annusate, viste e capite prima di noi, una domanda allora è lecita: perchè non hanno rinnovato? Risposta semplice anche questa: non c’era il tempo materiale per farlo. L’impressionante e rapida catena di insuccessi, in parte anche l’addio di Inzaghi maturato in primavera, forse hanno colto tutti in contropiede. Non era logico pensare che questa Inter si spegnesse così dopo aver eliminato in quel modo fantastico Bayern e Barcellona. 
Questa è la storia degli ultimi mesi, per ripartire l’Inter avrebbe avuto bisogno di una rivoluzione e le rivoluzioni vanno programmate per tempo, con intelligenza, non improvvisando, bensì monitorando giocatori in entrata e uscita con mesi di anticipo. 
Ora sicuramente Ausilio sta lavorando alla rivoluzione, ma a quella che verrà. Nell’ultimo mercato è stata fatta solo qualche operazione di prospettiva (Akanji a parte) ma le difficoltà restano evidenti, ci sono e ci saranno. A tutto questo va aggiunta la ben nota impossibilità di prendere Fabregas che ha costretto l’Inter a mettere in panchina un acerbo Chivu. Il rumeno avrebbe avuto bisogno di qualche giro più largo prima di arrivare a San Siro. 
Morale?
L’allenatore (per ora) non ha la forza di cambiare il modo di giocare di una squadra che gioca così da anni, dai tempi di Conte con qualche variazione sul tema fatta da Inzaghi. Probabilmente sono gli stessi giocatori che preferiscono giocare il 3-5-2, non hanno voglia di andare su concetti nuovi, appena intravisti nel mondiale per club.

Così questa Inter è prevedibile, se non riesce a giocare ad alta intensità e non trova spazi non ha soluzioni che vadano oltre le giocate di singoli o i cambi di fronte. A Torino la partita l’hanno rimessa in piedi due prodezze di Calhanoglu perchè i campioni ci sono sempre, quello che manca sono l’intensità, la fame. Come si fa a farsi rimontare due gol in pochi minuti come è successo con la Juve?
Con questo non voglio dire che per i nerazzurri sarà una stagione disastrosa (mi aspetto subito una reazione in Champions), ma tutto passa dalla voglia e dall’unità sugli obiettivi di un gruppo che qualche crepa la mostrata. Si ritroveranno?
Senza avere il tempo per fare una rivoluzione come si deve con cessioni eccellenti, plusvalenze e rifondazione tecnica, l’Inter però almeno una operazione l’avrebbe dovuta chiudere: Lookman. 
Era chiaro che un giocatore così, adrenalico, capace di saltare l’uomo e di far saltare in aria le partite, con caratteristiche diverse dagli altri e uniche, avrebbe mascherato i problemi appena descritti. Difficile capire come mai per così pochi milioni di differenza sia saltato tutto. Una roba non da Inter marottiana. 
La terza giornata racconta anche di un Conte vero Numer one come sempre. A chi gli chiedeva chi avrebbe tolto in mezzo al campo per far giocare De Bruyne ha risposto alla grande: fa giocare tutti. Ha trovato la chiave tattica nel 4-1-4-1 fluido, con equilibrio e intensità. Serve coraggio e visione per mettere in campo Hojlund dopo tre allenamenti e in questo inizio il Napoli dimostra di essere avanti a tutti, come previsto. In testa c’è anche la Juve che racconta di un grande carattere ritrovato e del coraggio di Tudor nel lanciare i giovani. Adzic è il giusto premio.