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TJ - DANILO: "Nella scelta importanti Alex Sandro e Ronaldo. A CR7 ho detto che volevo il 7"

13.08.2019 14:50 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
Fonte: inviato all'Allianz Stadium
LIVE TJ - DANILO: "Nella scelta importanti Alex Sandro e Ronaldo. A CR7 ho detto che volevo il 7"
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© foto di Edoardo Siddi - Tuttojuve.com

Danilo ha già esordito a Stoccolma con la maglia della Juve, con il suo numero 13 sulla schiena, ma manca ancora un passaggio nella sua introduzione al mondo bianconero: la presentazione. Dalla sala conferenze dell'Allianz Stadium, arriva anche il momento delle parole. Tuttojuve.com ve le riporta in diretta.

Quali sono state le tue prime impressioni, dato che ti sei già allenato e hai già esordito?

Buongiorno a tutti (in italiano, ndr). Le prime impressioni sono ottime. Per me è stato un benvenuto molto caloroso e mi sono sentito molto bene fin dai primi giorni. Con queste sensazioni voglio dare il meglio dentro il campo.

Quanto ha inciso Alex Sandro in questa scelta? Quali sono i motivi di questa scelta?

Durante il processo ho parlato con Alex sandro più volte ed è stato molto importante per me, perché mi ha dato indicazioni positive e su come si lavora ogni giorno. E' bello avere accanto un amico come lui, siamo amici da più di 10 anni, siamo molto vicini ed è stato importante nel scegliere la Juve. Sarà sempre importante da qui in avanti.

Che allenatore è Sarri, come ti stai trovando? In Italia la fase difensiva è molto importante e lui è molto attento a questo.

Sarri ha uno stile molto particolare. E' ovviamente un allenatore cui piace stare sempre con la palla e comandare il gioco e l'abbiamo visto in Inghilterra con il Chelsea e abbiamo anche affrontato il Napoli quando lo allenava lui. Erano squadra complicate da affrontare, è uno stile di gioco che mi piace e a cui sono abituato, non penso avrò difficoltà ad adattarmi a quello che chiede. La fase difensiva qui è importante, lo so, e nonostante il abbia 28 anni sono aperto a imparare tutto ciò che posso. Ho voglia di imparare ed evolvermi.

Oltre ad Alex Sandro ritrovi anche Ronaldo. Hai sentito anche lui? Cosa ti ha detto?

Ho parlato anche con lui prima di venire qui, abbiamo scherzato un po'. Gli ho detto che avevo chiesto il 7 ma era già occupato (ride, ndr). E' stato importante anche lui nella scelta, mi ha detto che si trovava in un club magnifico e mi ha accolto con il sorriso facendomi sentire a casa. Giocare con un giocatore come lui è uno stimolo a fare meglio.

In passato la Juve ti ha cercato?

Sì, è vero, ma penso che le scose succedano al momento giusto. Questo lo è, sono contento di essere qui e farò di tutto per adattarmi al meglio.

Sei arrivato alla Juve che non ha una grande tradizione con i brasiliani, ma in questa stagione avrà i due terzini brasiliani, una Juve più brasiliana. Pensi possa essere un aiuto?

Se non è un club con tradizioni brasiliane dobbiamo iniziare a far cambiare questa cosa, ovviamente rispettando tutti. Penso la componente brasiliana possa essere importante per ciò cui competeremo. Spero insieme a Douglas e Alex di rendere la Juve un po' più brasiliana.

Dani Alves ti ha parlato dopo l'esperienza che ha avuto qui? E' un giocatore cui ti ispiri?

Io, ma tutti i terzini destri, mi ispiro a Dani Alves per quello che ha vinto e la sua carriera e per come affronta ogni partita. E' un professionista con grande competenza. Ha un modo particolare di affrontare ogni sfida e migliorarsi. La cosa divertente è che io ho già affrontato la Juve in finale di Champions con Dani e ho visto che aveva una grande influenza su come giocava la Juve. E ovviamente ci si ispira a lui.

Il vero Danilo si era visto nel Porto, poi hai avuto difficoltà, nell'ultimo periodo non hai giocato più nel City. Cosa è successo e come vuoi rilanciarti nella Juve?

Credo che ogni momento sia importante per costruirti come atleta e come persona. Per formarti. Il Porto è stato un momento magico, poi sono andato al Real e al City. Anche se  non ho giocato quanto volessi è stato utile per formarmi come giocatore e persona. E' stato importante e penso di essere arrivato al momento giusto qui. Questi quattro anni sono stati importanti per acquisire mentalità vincente e al di là dell'impiego sono cresciuto. Spero possa aiutarmi questo anche nel futuro alla Juve.

C'è un motivo particolare perché hai scelto il 13?

Primo non c'erano molti numeri disponibili. Poi il 13 ha dietro una piccola storia con i miei amici e i miei agenti. Credo molto alla numerologia e la carta 13 parla della morta, ma rappresenta il suo contrario. Il significato è rinnovamento, portare cose nuove e apertura verso ciò che ci aspetta di nuovo. Quindi lo ritengo un numero speciale.

Sarri ti ha già detto cosa si aspetta da te?

Sì, ho parlato con lui quando sono arrivato e durante gli allenamenti. I primi giorni sono belli perché è tutto nuovo e l'allenatore ti trasmette cose nuove. Quello che mi ha chiesto non è nulla di speciale rispetto a quello che fanno i terzini: essere attento nella fase difensiva per non lasciare spazi e giocare libero per esprimere il mio potenziale. 

Hai accennato a CR7. Cosa pensa lui di questo club?

Io ho sentito Cristiano molto motivato e felice. E se un giocatore così forte è motivato è il primo passo per arrivare a grandi conquiste. Sentirlo così mi ha lasciato soddisfatto e contento. Mi ha parlato del club, l'ha paragonato a una famiglia ed è una cosa che mi ha colpito perché mi identifico in questo stile. Credo sia l'aspetto più importante di cui mi ha parlato.

Pensi che la Juve ti aiuterà a riguadagnare il Brasile?

La Seleçao sarà sempre un mio obiettivo finché giocherò a un livello che riterrò all'altezza di rappresentare il mio Paese. Però la Nazionale dipende dal club, sono stato fuori dalla Copa America perché ho giocato poco e penso sia una scelta giusta. Io lavorerò bene con il club per cercare di giocare più partite possibile e questo spero mi faccia rientrare nel progetto per il prossimo Mondiale. Ma io ho obiettivi a breve termine: adattarmi, giocare nel club. Poi se arriverà la Nazionale sarò felice.

Sei bravo in entrambe le fasi, c'è una di queste fasi che vorresti migliorare di più in Italia?

In Italia si parla di un calcio molto tattico, noi difensori dobbiamo essere al 100% in ogni partita. Sicuramente l'allenatore può aiutarmi molto a migliorare sotto questo aspetto e io cercherò di aiutare miei compagni. Se non commetti errori ovviamente le possibilità di vincere sono più alte.

Tu hai già vinto la Champions, ne avete già parlato? Sai che è un obiettivo di questa squadra.

Non ho ancora parlato con gli altri di questo. So cosa significhi la Champions per i giocatori. Anche per me. Ti dà un brivido speciale, poi quello che posso dire, dando un consiglio, è che dobbiamo affrontare ogni partita e ogni competizione con la stessa serietà perché non ho mai visto un club vincente che affronta le partite in modo diverso l'una dall'latra. Bisogna essere sempre concentrati al massimo e questo ci aiuterà ad arrivare lontani in tutte le competizioni. Anche in Champions.

Che impressione ti ha fatto Torino?

Non ho ancora avuto modo di conoscerla. Ho avuto solo un giorno libero, ho fatto una passeggiata però per il resto sono stato a Londra per cose burocratiche. Dal poco che ho visto ho sentito molto caldo, e per noi è molto importante. Penso sia una città dove le persone sono semplici, ti accolgono bene e questo penso si adatti al mio stile. Non credo che io e la mia famiglia avremo difficoltà ad adattarci. C'è tutto per essere felici a Torino.

Che differenze hai notato tra Sarri e Guardiola?

Mi hanno già chiesto diverse cose su questo. Io non voglio fare confronti, ogni tecnico ha le sue particolarità. Io credo che la linea seguita da Sarri e Guardiola sia simile per stile di gioco e richieste. Entrambi amano controllare il gioco, per me è positivo e si adatta al mio pensiero sul calcio. Una cosa importante: per essere un grande allenatore non è importante solo il lavoro in campo, ma anche come si gestiscono giocatori e gruppo. In questi giorni da quel che ho visto con Sarri lui ha un bel modo di passare le proprie idee, abbracciandoli e facendo in modo che tutti si sentano bene. E' una cosa importante e positiva del suo modo di lavorare