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Il fondatore di Pixstory: "Ispirati dal bianco e dal nero, Juve fin da subito interessata a combattere gli abusi online. Ha aperto la strada per gli altri club"

08.11.2021 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Il fondatore di Pixstory: "Ispirati dal bianco e dal nero, Juve fin da subito interessata a combattere gli abusi online. Ha aperto la strada per gli altri club"

La Juventus, nel pomeriggio di venerdì, ha annunciato di essersi unita a Pixstory in varie campagne "per combattere gli abusi e l'incitamento all'odio online". Una collaborazione che non ha lasciato affatto indifferenti i tifosi bianconeri, che nelle ultime ore sono corsi a creare un profilo in modo da poter condividere i loro contenuti. La nostra redazione, per saperne di più, ha contattato in esclusiva il fondatore della piattaforma, Appu Esthose Suresh, per parlarne approfonditamente e non solo:

Perché proprio la Juventus? Come siete riusciti a coinvolgere la Vecchia Signora?

"Con tutta onestà, mi sono ispirato ai colori della Juventus. Sebbene la maggior parte delle cose si capiscano meglio sotto uno spettro di colori, ma per poterle esprimere liberamente dovrebbe essere semplice come il bianco e nero. Abbiamo avuto e abbiamo ancora molte conversazioni con club simili e altre entità sportive, ma la Juve si è dimostrata fin da subito interessata all'idea ed è stata disposta a parlare di argomenti delicati come la lotta all'odio e agli abusi online. La società è impegnata su questo fronte, per cui è un piacere poter collaborare con loro".

Quando sono avvenuti i primi contatti?

"Abbiamo iniziato a parlarne ad aprile, ma ciò che più mi ha sorpreso è il loro interesse sulla nostra mission. Si sono informati più e più volte, non è da tutti. La cultura del lavoro della Juventus è da lodare, perché nonostante siano leggende del calcio si sono dimostrati aperti di fronte ad una buona idea di una start-up come Pixstory. E tutta la dirigenza bianconera è stata coinvolta sin dall'inizio. Quindi in un certo senso è stato molto più facile per me, poiché l'obiettivo comune è quello di combattere gli abusi online".

Quali sono gli obiettivi di questa collaborazione con la Juventus? 

"La collaborazione con la Juventus è davvero un enorme segnale, perché una grande entità sportiva prende una posizione netta e si dimostra interessata a combattere gli abusi online. Così aumenta la consapevolezza su Pixstory, il messaggio ai fans di tutto il mondo è che esiste un modo alternativo per impegnarsi nei social media che si basano sull'integrità e non sulla viralità. Questo è un incoraggiamento alle persone, in quanto bisogna iniziare a pensare di costruirli sull'etica. C'è davvero molta audacia".

Ti aspetti che altre squadre italiane seguano l'esempio della Juventus?

"La Juventus ha aperto la strada, per questo la speranza è e spero che ci sia adesione per un intervento importante a livello sociale. Ci piacerebbe dare il benvenuto a tutti coloro che credono nella costruzione di un mondo e di un Internet più sicuro. C'è un urgente bisogno di iniziare ad affrontare l'odio e la disinformazione online. Considero il cambiamento climatico e l'odio online due minacce significative per l'umanità. Sta colpendo i bambini, sta colpendo la salute mentale pubblica e, naturalmente, i giocatori sono una delle maggiori vittime di questo odio e abuso online".

Non posso che concordare, in generale negli ultimi anni c'è un aumento sconsiderato di odio e sembra che nessuno voglia far niente per fermarlo.

"Esatto, sono d'accordo. L'odio è aumentato, le democrazie e la salute pubblica sono state minacciate e persino le famiglie vengono danneggiate. È un problema molto serio e non dovremmo aspettare un punto di non ritorno come per il cambiamento climatico. Dobbiamo agire e farlo ora, il prima possibile. Per questo, abbiamo bisogno di costruire partnership con chiunque condivida l'ideale di rendere il mondo un posto migliore. E mi auguro sinceramente che più squadre e giocatori italiani si uniscano a questa iniziativa. Sarebbe bellissimo, d'esempio per le persone".

Come è nata l'idea di Pixstory? 

"Il tutto nasce la sera del 26 settembre di quattro anni fa, allo Sheikh Zayed Theatre della London School of Economics. Ricordo ancora un motivante professor Bev Skeggs che parlava sul podio. Ha attirato l'attenzione del pubblico nei primi cinque minuti, dicendo che "mentre sei seduto lì con i tuoi laptop aperti sei tracciato, valutato e analizzato". Lo ha detto scandendo bene le parole e facendo pausa per ciascuna. È stato scioccante sentirlo, ma non del tutto inaspettato. Questo discorso mi ha scosso, se fossi stato tra il pubblico sarebbe successo lo stesso".

Per far capire meglio ai lettori dell'intervista, che cosa diceva il professore Bev Skeggs?

"In breve, il suo articolo analizzava il modo in cui gli inserzionisti fanno offerte per l'accesso ai tuoi dati. Il dato è davvero raccapricciante: 50 miliardi di volte al giorno! E se non è abbastanza sbalorditivo, mezzo milione di volte al secondo. In seguito ho scoperto da una fonte che ci vorrebbero circa 96 ore per eliminare i dati raccolti su un singolo individuo. E' diventato chiaro che l'odio, la polarizzazione e la disinformazione abilitati dai social media stanno minacciando le fondamenta stesse della democrazia e della società. È stato l'inizio della ricerca di una soluzione per me e per i miei colleghi giornalisti indiani".

In che modo le persone potranno denunciare abusi e discriminazioni?

"In quanto piattaforma, i nostri sistemi danno priorità alla sicurezza e quindi eseguiamo controlli costanti per individuare post di odio. Questi vengono analizzati in un contesto che utilizza l'intelligenza artificiale. Ma diamo anche la possibilità agli utenti di segnalarli. Il principale elemento di differenziazione di Pixstory è il modello di business stesso, mentre è ampiamente chiaro che le persone affermate beneficiano di post di odio e disinformazione per massimizzare l'interazione e i profitti, il modello di business è chiaro: non vogliamo sangue nelle nostre mani. Quindi abbiamo tolleranza zero per i post di odio e di fake news. Questo è il nostro punto di partenza, man mano che aumenteremo il nostro obiettivo sarà quello di investire contro le discriminanti. Crediamo che una buona etica sia un buon affare".

Si ringrazia Appu Esthose Suresh per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.