Perché Dzeko è meglio di Suarez. Messi, contatto non vuol dire affare: il sogno impossibile. Il modulo di Pirlo e gli errori da non ripetere

01.09.2020 01:20 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Perché Dzeko è meglio di Suarez. Messi, contatto non vuol dire affare: il sogno impossibile. Il modulo di Pirlo e gli errori da non ripetere
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Qualcuno arresti il titolista. Perché dire che Edin Dzeko è meglio di Luis Suarez rischia di suonare come un'eresia. E infatti non è così, in assoluto: da un lato c'è un ottimo giocatore (Edin), dall'altra un autentico fuoriclasse (Luis). Suarez ha giocato meno partite ma segnato più gol, soprattutto ha vinto molto di più di Dzeko in carriera. Peccato che il paragone in assoluto abbia poco senso, se non giochiamo alla Playstation. E che si debba guardare al particolare, a chi possa essere più utile alla Juventus. Con le sue dinamiche delicate e le sue gerarchie fatte di cristallo. Con il rischio che un acquisto potrebbe nascondere altro. Messa così, potete rilasciare il titolista. Proviamo a spiegare perché. 

Non è una questione di risparmio. Anche se nessuno mi toglie dalla testa che alcune scelte (Pirlo in primis) derivino anche da un occhio al portafogli. Dzeko e Suarez, però, avrebbero impatti analoghi sul bilancio bianconero. Analoghi, non identici. Ma, a determinate condizioni (per esempio, che l'uruguaiano arrivi a parametro zero e scelga di sfruttare il Decreto Crescita), il peso economico dei due acquisti sarebbe molto simile, o comunque non così diverso da giustificare una preferenza per il bosniaco. Sono le alchimie di campo che, invece, la suggeriscono. Suarez (un fenomeno, a scanso di equivoci) sarebbe un nuovo gallo in un pollaio già abbastanza ricco. Mica solo Cristiano Ronaldo: ve lo immaginate col portoghese e con Dybala? Bel tridente, ma chi gioca per gli altri? Suarez l'ha fatto in un determinato periodo della storia del Barça (la MSN), ma in un contesto molto particolare e con due partner molto mobili. Così ci finirebbe Paulo, che di fare la spalla si potrebbe anche stancare, e ha già dimostrato di poter essere un fattore per le fortune della Vecchia Signora. Con Dzeko, invece, CR7 ritroverebbe una spalla di peso, che Suarez oggi non è: come Benzema, senza essere Benzema. E nemmeno Mandzukic, ma non riapriamo vecchie ferite. E la Juve metterebbe in casa un grandissimo attaccante, che ha vinto e segnato tanto, ma saprebbe stare al gioco, non essere la prima donna, inserirsi in un sistema che non lo veda sempre e comunque in campo. Ammesso di capire quale sia, ma ci arriveremo. 

Per restare con vista su Barcellona, negli ultimi giorni su TMW vi abbiamo raccontato di un contatto tra la Juventus e l'entourage di Lionel Messi. Lo ha fatto Giacomo Iacobellis, precisando però che contatto non vuol dire affare fatto. Perché c'è una differenza abissale: il miglior numero 10 al mondo (che modo elegante di cavarsi d'impiccio) è pronto a fare armi e bagagli, chi non si informerebbe? Aggiungiamoci che la squadra in questione, cioè la Juve, potrebbe unirlo al miglior 7 del mondo. E mettere nello stesso attacco i due dominatori degli ultimi 15 anni del calcio planetario. Non chiedere sarebbe quasi imperdonabile. Altra cosa è passare da un sondaggio a una trattativa vera e propria. Cosa che non è successa, perché una trattativa non ci sarà, unire Ronaldo e Messi è impraticabile: non per questioni di carattere o rivalità, lasciamo perdere. A livello economico, però, è un sogno impossibile, anche se la stessa Juve ci ha abituato a ridefinire questa parola, e lo stipendio di CR7 rappresenta di per sé un macigno che una squadra italiana può sostenere solo con immane fatica. Figuriamoci raddoppiarlo, o anche peggio.

Torniamo al modulo. A oggi, nessuno può dire con certezza come giocherà la Juventus di Andrea Pirlo. Forse l'avete già letto, ma è bene ribadirlo. Siamo curiosi, ma neanche troppo frettolosi, e il punto non è pensare al fatto che il nuovo tecnico non abbia ancora una vera e propria identità da allenatore. La questione è un'altra, e cioè che, qualsiasi modulo o schema o filosofia di gioco deciderà di adottare, sarà bene assecondarla sul mercato. Non sappiamo neanche che tipo di allenatore sia, se un teorico o un gestore, o uno che sappia capire che tra queste estremizzazioni c'è di tutto e ci sono tante ottime cose. La questione è che, al di là di eventuali differenze caratteriali e di stile, la Juve di Sarri non ha convinto perché al toscano è stato servito un insieme di giocatori poco coerente col suo modo di metterli in campo e soprattutto poco coerente con la scelta di campo che la dirigenza aveva fatto chiamandolo a Torino. Con un anno in più sulla carta d'identità di tutti, e l'Inter che bussa minacciosa dal secondo posto, è un peccato capitale che la Juventus versione 2020/2021 non può permettersi di ripetere.