IL SANTO DELLA DOMENICA - UNA DURA BATTAGLIA DALLA QUALE NESSUNO E’ ESCLUSO . LA FOLLIA DEI PRESIDENTI CHE VOGLIONO RIPRENDERE GLI ALLENAMENTI ED UN MONDO DEL CALCIO CHE VIVRA’ UNA STAGIONE DI PROFONDO RIDIMENSIONAMENTO. IMPENSABILE AD OGGI L’I

22.03.2020 05:31 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA - UNA DURA BATTAGLIA DALLA QUALE NESSUNO E’ ESCLUSO . LA FOLLIA DEI PRESIDENTI CHE VOGLIONO RIPRENDERE GLI ALLENAMENTI ED UN MONDO DEL CALCIO CHE VIVRA’ UNA STAGIONE DI PROFONDO RIDIMENSIONAMENTO. IMPENSABILE AD OGGI L’I

UNA DURA BATTAGLIA DALLA QUALE NESSUNO E’ ESCLUSO . LA FOLLIA DEI PRESIDENTI CHE VOGLIONO RIPRENDERE GLI ALLENAMENTI ED UN MONDO DEL CALCIO CHE VIVRA’ UNA STAGIONE DI PROFONDO RIDIMENSIONAMENTO. IMPENSABILE AD OGGI L’IDEA DI GIOCARE IN EUROPA.    

Stiamo combattendo una battaglia dura, difficile, contro un nemico vigliacco che non si fa vedere, bastardo per come ci attacca alle spalle e se la prende soprattutto, ma non solo, con i soggetti più deboli. Siamo in guerra, una guerra che per essere vinta ha bisogno del contributo di tutti . Anche del mondo del calcio che improvvisamente dal suo specchio dorato e quasi irreale, si è rivelato umano come tutti noi. Neppure i calciatori sono riusciti a scappare al Covid 19, Rugani, Matuidi, Gabbiadini,Zaccagni e molti altri colleghi in tutta Europa si sono ritrovati a combattere questa battaglia.

Un motivo in più che ci fa guardare con occhi stupiti alle scelte di alcuni presidenti che vorrebbero già dalla prossima settimana riprendere gli allenamenti. Si può essere più ciechi di chi non vuol vedere? Si può in questo momento pensare ad un banale scudetto con le immagini che ogni giorno ci arrivano dal nord Italia, con gli accorati appelli di medici e personale sanitario a non uscire da casa? Proprio mentre sto scrivendo ascolto inerme e raggelato i nuovi dati dei decessi in Lombardia e non riesco neppure per un attimo ad entrare nelle menti di questi “illuminati patron”

Mi auguro che tali scellerate proposte di ricominciare ad allenarsi vengano in prima istanza ritirate in seconda, se l’intelligenza umana non ci dovesse arrivare da sola, smentite dai propri tesserati. Come? Non presentandosi agli allenamenti. 

Ci vorrà tempo, tanto tempo , prima di ripartire. Maggio potrebbe essere il mese giusto se nel frattempo nel nostro paese l’infezione inizierà a calare. Le possibili finestre sono quelle del 2, difficile, 9 o 16. Certo, laddove si decidesse di portare a termine la stagione, tutto sarà terribilmente irreale: pensate alle squadre che tornerebbero in campo dopo una sosta di oltre un mese. In quale condizione? Con quale spirito? Ripartire con il calcio certamente sarebbe un segnale importante , un ritorno piano piano alla normalità. Ma dal punto di vista agonistico per quel che mi riguarda la stagione si è chiusa il 22 febbraio nell’ultima partita “vera” quella vinta a Ferrara contro la Spal

Per non parlare poi delle competizioni Europee. Mi chiedo: se è difficile ipotizzare una ripresa in Italia, dove purtoppo siamo già avanti in questa guerra rispetto alle altre nazioni, come si può pensare di giocare ancora Europa League e Champions? E ancora mi permetto di chiedervi: quanto sentireste vostra una Champions vinta in queste condizioni?  Perdonatemi, ma per quanto mi riguarda veramente poco.

Sarà tutto ridimensionato anche per quel che riguarda il potere economico delle società. Il prossimo mercato, se e quando ci sarà, si baserà soprattutto su scambi alla pari e pochissimo denaro in circolazione. I club più piccoli rischieranno di non farcela più, quelli più grandi saranno comunque costretti ad un forte ridimensionamento. Ed è del tutto normale che anche i calciatori accettino di ridursi gli stipendi. Ovviamente in base allapercentuale dei guadagni, ma il provvedimento è del tutto necessario, l’associazione italiana calciatori se ne faccia una ragione. L’industria calcio dovrà ripartire da zero andando inevitabilmente incontro anche ai tifosi, cominciando ad abbassare sensibilmente il prezzo degli abbonamenti e dei biglietti. Provando a cercare un piccolissimo lato positivo, forse alla fine di questa maledetta guerra, ritroveremo un calcio più a misura d’uomo.

Mai come in questi giorni il nostro motto diventa una grido di speranza. Fino alla fine e mi raccomando restate tutti a casa.