Il papà di Milinkovic-Savic e l'ambasciatrice di Golovin: Juve tra mercato e folklore. L'ennesima settimana di Emre Can, occhio alla lista Champions: è già piena. Parigi val bene un'occasione a basso costo

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
19.06.2018 00:30 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Il papà di Milinkovic-Savic e l'ambasciatrice di Golovin: Juve tra mercato e folklore. L'ennesima settimana di Emre Can, occhio alla lista Champions: è già piena. Parigi val bene un'occasione a basso costo
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Un kilo di Pjaca, due etti di Mandragora. Quattro scatolette di Darmian, anzi no meglio Cancelo. Un goccio di Milinkovic-Savic, accompagnato da un Morata d’annata, aspettando due cucchiai di Martial e Icardi. Il tutto, nella settimana di Emre Can. Raccontare il calciomercato della Juventus è bello perché sembra di trovarsi un po’ al mercato, ma quello rionale, dove tutti cercano di piazzare il proprio prodotto. E un po’ al cinema: ci si siede, popcorn alla mano, si guarda lo spettacolo, tanto poi il colpo di scena è dietro l’angolo e quasi nulla di quanto raccontato è vero. Due anni fa di questi tempi (si era di maggio, per dire la verità) stilai un elenco di calciatori accostati alla cara Vecchia Signora: arrivarono solo Benatia e De Sciglio, ma quest’ultimo un anno dopo. Non benissimo. Quest’anno abbiamo la zebra di Wanda, il like di Pjanic e il papà di Milinkovic-Savic; quanto folklore.

Andiamo con ordine. La settimana di Emre Can potrebbe/dovrebbe esserla davvero. Con uso e abuso di tutti i condizionali del caso, giovedì il tanto sospirato tedesco dovrebbe svolgere le visite mediche e mettere nero su bianco quel contratto che chi ne sa assicura pronto da gennaio. Bene, benissimo. Dove lo piazziamo? In campo, saranno affaracci di Allegri. Che resta, resta, resta: buon per lui, meno per i gufi. In attesa che alla prima sconfitta questi ultimi invochino Zidane. Speriamo nel frattempo sia diventato il ct della Francia e un pensiero ce lo siamo tolto. Non divaghiamo, si diceva di Emre Can e del suo posto in rosa. O meglio in lista: quella Champions, che la Juve dovrà presentare e che a un certo punto diventerà una discreta fonte di indizi per capire cosa faranno Marotta e Paratici sul mercato. In sintesi: fino a 25 giocatori, di cui quattro devono essere formati in Italia e quattro nel club. Emre Can, come gli altri, va nel calderone dei 17. Dove, per ora, non c’è posto. A meno di vendere: non Claudio Marchisio, il cui addio non sposterà gli equilibri perché (come Pinsoglio) di fatto occupa un posto (cresciuto nel club) che altrimenti rimarrebbe vuoto. Il primo nome della lista è Sturaro (cresciuto in Italia, ma sono in 9 con questo status), per salutare il quale la Juve è già più che attiva. Poi rimangono, a centrocampo, Pjanic, Khedira, Matuidi, Bentancur e appunto Emre Can. Non vi si annoia con la lista completa, ma l’arrivo di Mattia Perin non aiuta granché e, a meno che la Juve non intenda cedere un difensore per inserire un centrocampista, di fatto per ora Emre Can blocca Aleksandr Golovin. Che, visto in Russia, sembra un gran bel giocatore, per carità. Ma: a) va visto in un altro contesto; b) non è detto arrivi davvero, anche se l’ha detto la bella ambasciatrice di Russia 2018, di cui per ovvie ragioni ci fidiamo tutti.

Il flusso delle idee non aiuta? In sintesi: la Juve al momento ha la lista completa. Emre Can prende il posto di Sturaro (più Premier che Bundes, con tutto il rispetto per l’Eintracht Francoforte), per un altro innesto bisognerà vendere. Chi? Gli indiziati sono Alex Sandro, Benatia, Rugani, Khedira, Higuain. I sacrificabili della società, per così dire. Nel senso che se poi dovesse arrivare una maxi offerta per Pjanic o Dybala la si valuterebbe anche, ma non è questa la prima intenzione di chi tira le fila del mercato. Senza starvi a raccontare il borsino di ognuno (tre comunque sono impegnati in Russia, e un top player venduto mentre gioca il Mondiale è roba rara), due centrali, un terzino, un centrocampista, un attaccante: se parte Khedira, l’idea Golovin (su cui comunque vanno sciolte delle riserve) può avere un senso, altrimenti è una pista a cui credere fino a un certo punto. La priorità della Juve, comunque, è al momento cedere ed è anche abbastanza chiaro dagli incontri andati in scena in settimana: con l’agente di Rugani per sentire cosa offre il Chelsea, con il Genoa per parlare di Sturaro e Mandragora, con il Monaco per lo stesso Mandragora. Il famoso tesoretto, altro elemento mitologico di cui sono piene le cronache del calciomercato. Anche qui, non vi si annoia. Ma, a parte Rugani, che la Juve non ha fretta di cedere, oltre alla settimana di Emre Can può essere la settimana delle cessioni cosiddette minori per racimolare un gruzzoletto: al netto dei due centrocampisti di cui sopra, Cerri può fruttare più di quanto non si sperasse visti gli interessamenti esteri, Audero dovrebbe andare alla Sampdoria ma con il celebrato (e ormai ufficializzato) diritto di ricompra, Pjaca chissà (nelle puntate precedenti...) e via dicendo.

Poi? Poi si torna in Europa. Prima abbiamo parlato di lista Champions, ora c’è il tema fair play finanziario. In settimana sono arrivate una buona notizia per la Roma, una mezza stangata per l’Inter, una notizia strana per il Paris Saint-Germain. Nel caso dei transalpini, la UEFA ha certificato di infischiarsene tutto sommato: possono spendere quello che gli pare, purché entro fine giugno recuperino 60 milioni di euro. Non proprio l’inno a una concorrenza equa, ma tant’è. Può essere, comunque, un’occasione: l’ha capito la Roma, che s’è fiondata su Javier Pastore, in altre circostanze inarrivabile. Fossi nella Juve, ci proverei, e non solo per Cavani. A proposito dell’uruguaiano: è un ottimo centravanti, piacerà tantissimo ad Allegri perché si batte e si sbatte, ma non credo sia il miglior sostituto possibile di Higuain. Considerazione banale e forse anche stupida: qualche anno fa il Napoli sostituì proprio Cavani con Higuain, facendo un netto passo in avanti. Ora la Juve pensa a fare l’operazione inversa? Ci penserei. Tornando al PSG, ci sono altri giocatori che potrebbero finire o tornare nel mirino: tra un Darmian e un Cancelo (quest’ultimo comunque vicinissimo), un Meunier a basso costo (ipotesi) sarebbe una bella opportunità. Stesso discorso per Rabiot. A Parigi gioca Di Maria: il PSG deve vendere, non svendere, vero. Ma un tentativo lo si potrebbe anche fare. E Verratti rimarrà per sempre nel mediocre campionato francese? In sostanza, approfittare delle (molto relative e oltremodo addolcite) disgrazie altrui potrebbe anche essere una strategia da non cestinare. Tanto più che il 30 giugno, comunque, si avvicina. Per il PSG e per l’Inter: a quella data i nerazzurri ci arriveranno bene con le classiche cessioni d’oro della Primavera. Ragazzi a cui auguriamo il miglior avvenire possibile, ma valutati come se avessero già dimostrato di poter stare in Serie A da protagonisti: qualcuno ci sta prendendo in giro. Poi però l’Inter dovrà fare un mercato a saldo zero, per non incorrere in ulteriori sanzioni dalla cattivissima (con gli italiani) UEFA. Ecco: Marotta l’ha definito fantacalcio, e da (poco) abile appassionato di fantacalcio, il tarlo del dubbio non me lo toglie nessuno. Tolto Kane (il miglior centravanti al mondo), e con Morata che è un discorso a parte perché complementare a una prima punta di livello mondiale, Mauro Icardi non è il miglior sostituto possibile di Gonzalo Higuain?