Baggio: "Non avevo nulla contro la Juventus, ma volevo restare alla Fiorentina. Gianni Agnelli era unico"

09.09.2021 16:40 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Baggio: "Non avevo nulla contro la Juventus, ma volevo restare alla Fiorentina. Gianni Agnelli era unico"
TuttoJuve.com

"Il calcio ti dà sempre una nuova opportunità. È la vita stessa. Nella mia famiglia ci è stato insegnato cosa significa la parola sacrificio, lavoro, fatica quotidiana. La mia terra (Vicenza), la mia gente è così, mi ha ispirato molto per il giorno per giorno. Ho imparato a reagire, a riprendermi... La passione ti riporta in campo per correre, giocare o giocare. Estrapolato alla vita è guardare sempre avanti, anche in questi momenti bui che stiamo vivendo. Un sorriso dei tuoi figli, un gesto di un amico. Queste piccole cose rialzano l'anima e la aiutano a ricominciare". A dichiararlo è Roberto Baggio in una lunga intervista concessa a Revista Libero.

Sul passaggio dalla Fiorentina alla Juventus: "Non avevo nulla contro la Juventus, ma volevo rimanere alla Fiorentina. C'erano persone lì che mi avevano aspettato dopo aver trascorso i primi due anni di infortuni. Ci siamo innamorati l'uno dell'altro. Ho promesso che sarei rimasto. Il club di viola, in realtà, non è stato corretto perché mi avrebbe venduto senza dirmi nulla. Poi è stato fatto così, incolpando il giocatore dicendo che era un mercenario. Tutte bugie. Mi sono sempre piaciute le sfide. Concepisco infatti la vita come una sfida continua, con un grado di cultura che cresce, che aumenta mentre siamo sempre più preparati ad affrontarli. In questo senso la Juve è stata una sfida, ovviamente".

Su Gianni Agnelli: "Persona con un carisma unico. Uomo di mondo, molto apprezzato per il suo stile unico e inconfondibile. Un grande appassionato di calcio che si arrabbierebbe se la squadra giocasse male. Amava la classe, infatti si dilettava con Renato Cesarini, Sivori, Platini... La sua passione erano i giocatori di qualità. Sono orgoglioso di averlo incontrato".

Su Ronaldo: "Mamma mia! Che giocatore Ronaldo. Apparteneva al futuro. Ha giocato un calcio di tecnica e velocità in anticipo sui tempi. L'ho visto fare cose inaudite, che nessuno aveva fatto o pensato fino ad allora. Ronaldo era unico".

Sulla Superlega: "Penso che il calcio abbia bisogno di un rinnovamento. È indiscutibile. La velocità con cui il progetto è naufragato, però, deve farci ridere. Per navigare verso nuovi traguardi con nuovi progetti è necessario avere uomini capaci, con un'esperienza già consolidata. Non mi piacerebbe perdere l'opportunità di costruire un progetto necessario, perché il mondo cambia, le persone cambiano, e così anche la televisione. Detto questo, in ogni progresso volto a migliorare quello esistente, l'unica cosa che conta è che il beneficio sia per tutti e non solo per chi ci ha pensato. La creazione di valore non può e non deve essere un'illusione, un miraggio. Piuttosto il punto di partenza in cui ognuno di noi può fare la sua parte in ogni modo possibile. Dobbiamo creare una cultura dello sport, quindi anche del calcio, ma non dobbiamo mai dimenticare che appartiene al popolo".