LEONI PER..AGNELLI – Con le ruote sgonfie prima dello sprint finale. Servono idee, coraggio e appoggio da parte di tutti. Certe vittorie possono fare più danni delle sconfitte.

25.02.2019 11:21 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LEONI PER..AGNELLI – Con le ruote sgonfie prima dello sprint finale. Servono idee, coraggio e appoggio da parte di tutti. Certe vittorie possono fare più danni delle sconfitte.

Madrid è una ferita lacerante che sanguina ancora. La Juventus è moribonda in Champions, ma ancora viva. Deve recuperare forze o, come dice Allegri, riempire il bicchiere un po' alla volta per farsi trovare meglio possibile il 12 marzo, il giorno che vale una stagione (il problema semmai è come si sia arrivati con il bicchiere quasi vuoto proprio ora..).

Purtroppo è così, inutile girarci attorno. Per vincere l'ottavo scudetto di fila non serviva certo Ronaldo, e l'ambizioso progetto estivo di Paratici e Agnelli (Marotta non era tanto convinto e infatti...) rischia di sfumare nel peggiore dei modi. E non basterebbe vincere l'ottavo scudetto di fila con “millemila” giornate d'anticipo, è un po' quando vinci le partite 7-0 o 1-0, valgono sempre tre punti. L'equazione era semplice: prendere il giocatore più forte per spezzare il sortilegio Champions e alzare di nuovo quella maledetta coppa. Anche a costo di mettere in sofferenza il bilancio, perché se in Italia come fatturato, crescita e potenzialità non c'è partita, è altrettanto vero che a livello europeo la Juventus è al decimo posto per fatturato e quindi capacità di investimento economico. Eppure all'ombra della Mole è arrivato uno dei due giocatori più forti al mondo. In gergo aziendale si definisce: “rischio d'impresa”. Per carità, l'arrivo di Ronaldo aiuta i conti in tante altre voci: merchandising, benefici in Borsa, abbonamenti, social e tanto altro ancora; ma l'equazione originale era: CR7 = Champions.

Il punto è che in matematica è solo una questione di calcoli, giusti o sbagliati, azzeccati o azzardati, ma il calcio non è una scienza esatta. Ronaldo da solo non può portarti la Champions. E, dopo la debacle al Wanda Metropolitano, questo concetto è abbastanza chiaro a tutti.

 

Ora bisogna resettare e capire, agire e stare uniti. Dalla società alla squadra, dalla tifoseria al tecnico, perché fare i processi adesso è assolutamente inutile. A che serve insultare, denigrare e attaccare Allegri?? A nulla. Anzi si, a creare lacerazioni interne in una squadra già ferita che sta per affrontare la partita della stagione e deve farlo sentendosi forte dell'appoggio di tutti, fidandosi della propria guida e sentendosi tutelata e protetta dalla società. Guardate l'Atletico Madrid. Il classico esempio dell'unione che fa la forza. Poi, a fine stagione, si faranno i conti. E se non torneranno quelli societari, state pur certi, che qualcosa cambierà e potrebbe riguardare allenatore (e staff) e giocatori. È tuttavia innegabile e inspiegabile come si sia arrivati alla fase clou della stagione con le ruote sgonfie quando bisognerebbe lanciare lo sprint..

 

Contro il Bologna sono arrivate due conferme che spiegano la debacle di Madrid: la prima è che il campionato italiano è oggettivamente poco allenante, se il Bologna avesse avuto un minimo di qualità in più avrebbe travolto la Juventus, e qui arriviamo al punto due. Il Bologna ha tirato in porta 12 volte contro le 6 della Juventus. Il Bologna è terzultimo a 51 punti dalla Juventus. Ma in campo sembrava tutt'altro. Va bene il contraccolpo della sconfitta di Madrid, ci può stare, anzi sarebbe stato anormale il contrario, ma una tenuta fisica così scadente e una percentuale così alta di passaggi sbagliati è perlomeno preoccupante. E fare soltanto 6 tiri di cui soltanto 4 hanno centrato la porta quando hai in squadra Cristiano Ronaldo non è un campanello d'allarme, ma un allarme rosso. Eppure è arrivata una vittoria, ma queste vittorie fanno male, ti danno la percezione di una squadra che tanto vince. E in Italia è così, ma in Europa così perdi anche contro lo Schalke, non c'è bisogno di scomodare l'Atletico. A Bologna c'erano difensori che continuavano a cadere appena gli veniva poggiata una mano sulla spalla, e questi sarebbero guerrieri?

Anche questo atteggiamento in Europa lo paghi.

Insomma, la Juventus è moribonda ma ancora viva. Ma adesso servono idee (Allegri), coraggio (giocatori) e appoggio (tifosi). I conti si faranno alla fine.

E la fine non è ancora arrivata..

Vincenzo Marangio – RmcSport

Twitter @enzomarangio