La "maledizione" del Manuzzi? Non tutti i mali vengono per nuocere

17.02.2015 18:00 di  Caterina Baffoni   vedi letture
La "maledizione" del Manuzzi? Non tutti i mali vengono per nuocere
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Da Ibrahimovic a Vidal: la " maledizione " continua.

Domenica sera ne è arrivata la conferma: lo stadio Manuzzi di Cesana, non porta molta fortuna ad Allegri.

L’allenatore livornese torna dallo stadio cesenate con un pareggio poco fortunato e un rigore sbagliato. Il rapporto con il Manuzzi non è mai stato particolarmente felice per il tecnico della Vecchia Signora, che nel suo anno d’esordio sulla panchina del Milan perse 2-0 e vide Ibrahimovic, appena arrivato, sbagliare un rigore nel finale di partita.

Quando Vidal ha calciato fuori il rigore del possibile 3-2 per la Juventus a Massimiliano Allegri sarà sicuramente venuta in mente la stagione 2010-2011. Max era al primo anno sulla panchina del Milan, la società gli aveva allestito la formazione più forte del campionato,  regalandogli al fotofinish del calciomercato Ibrahimovic e Robinho; la sua squadra si presentava a Cesena dopo il 4-0 rifilato al Lecce nella prima giornata di campionato.

Una partita strana, quella del Manuzzi, con il Cesena per nulla intimorito dal blasone del Diavolo e che quel giorno riuscì a sorpresa a battere i rossoneri grazie alle reti di Bogdani e Giaccherini, che l’anno successivo sarebbe passato alla Juventus di Antonio Conte.

Era ancora il Milan di Thiago Silva e Pirlo, di Gattuso e Pato. Ed era appena diventato il Milan diZlatan Ibrahimovic, che proprio quel sabato 11 settembre 2010 faceva il suo esordio ufficiale con la maglia rossonera. Non una prova particolarmente brillante quella dello svedese, che al 41esimo del secondo tempo sbagliò anche il rigore del potenziale 2-1 che avrebbe permesso al Milan di spingersi nell’assalto finale negli ultimi minuti di partita.

Ibra che sbatte sul palo, Vidal - quattro anni e mezzo dopo - che calcia fuori. Stessa scena, stessa porta, stesso esito: rigore sbagliato. In panchina, sempre Allegri, non più con il Milan, ma con la Juventus. Non è mai stato fortunato il rapporto con il Manuzzi per il tecnico livornese, che da allenatore ha vinto a Cesena solo una volta. Era il 19 febbraio 2012 e Allegri era ancora sulla panchina del Milan: quel giorno finì 3-1 per i rossoneri grazie alle reti di Muntari, Emanuelson e Robinho. Di Colucci l’unica rete cesenate.

Senza dimenticare che la prima partita ufficiale di Max Allegri da tecnico bianconero, avvenne quest'estate proprio contro il Cesena. La partita si concluse a reti bianche senza particolari emozioni.

Ma non è alla fortuna che si deve affidare questa Juventus. Cresce l'attesa per una settimana decisamente importante per le sorti della stagione bianconera che la vedrà protagonista di un vero e proprio tour de force.

Si ricomincia venerdì, con l’anticipo di campionato che si giocherà in serata allo Juventus Stadium e che vedrà i Campioni d’Italia affrontare l’Atalanta allenata da Colantuono e reduce dalla pesante sconfitta subita in casa dall’Inter nell’ultimo turno.

Una partita fondamentale, questa, per la Juventus, l’ultima prima dello scontro diretto a Roma contro i giallorossi di Garcia, in programma il prossimo 2 marzo all’Olimpico alle 20:45.
Ma lo scontro diretto tra le prime due forze della Serie A non si giocherà prima che la Juve torni a confrontarsi con le “grandi” d’Europa. E’ tempo infatti per Buffon e company di giocare l’andata degli ottavi di Champions League e a Torino, a far loro visita, ci saranno i tedeschi del Borussia Dortmund. 
Nella Bundesliga tedesca, la squadra allenata da Jurgen Klopp, si trova in zona retrocessione, ma vanta un ottimo score per quanto riguarda la massima competizione europea.

Ci sarà da stare attenti, dunque. Ma l'obiettivo numero uno tuttavia, sarà quello di recuperare mentalmente gente come Vidal e Llorente. I due ad oggi, sembrano essere lontani parenti di quelli visti lo scorso anno, e Allegri lo sa: per affrontare sfide così importanti come quella di Champions, occorrerà recuperare entrambi perchè il loro supporto, è ed è stato sempre fondamentale per la causa bianconera.

 
Chiude questa mini-serie di gare importanti, l’andata della semifinale della Tim Cup che vedrà la Juventus protagonista contro la Fiorentina, a Torino il prossimo 5 marzo sempre alle 20.45.

Lo scivolone di Cesena, deve servire da esempio: mai sottovalutare l'avversario.

Un Buffon palesemente furibondo lo ha spiegato chiaramente: "

La Juventus alcune volte non capisce che il campionato non ce lo regalano gli altri, e quando lo fanno, noi dobbiamo essere bravi e furbi a cogliere l’occasione perché molti giocatori, tra i quali anch’io, devono ancora capire che la Juventus per avere la legittimità totale di una vittoria di uno Scudetto deve vincere con almeno quindici punti di distacco. Queste sono occasioni troppo importanti da poter dilapidare. Ci ha fuorviato di parecchio il fatto che nel momento in cui abbiamo rischiacciato sull’acceleratore abbiamo ribaltato immediatamente la situazione per cui pensavamo di aver fatto la cosa più importante e più difficile, però alla fine non avevamo fatto i conti con una squadra e con dei ragazzi che si sono dannati l’anima e hanno meritato ampiamente il pareggio.  Una squadra come la nostra, visto che già in precedenza avevamo fallito qualche match-ball doveva secondo me avere un altro piglio. Se io, come capitano, stessi qua a fare finta di nulla e a dire che alla fine non è cambiato nulla perché abbiamo sempre sette punti di vantaggio sulla Roma, farei il male della squadra e di ogni singolo giocatore".

 Cuore di capitano, nel bene e nel male. Fin quando ci sarà un Buffon così, la Juventus ed i suoi tifosi possono dormire sonni tranquilli.