Un suicidio assistito (non autorizzato)

27.04.2023 13:00 di  Leonardo Labita  Twitter:    vedi letture
Un suicidio assistito (non autorizzato)
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Premessa obbligatoria per chi oggi trova le forze di parlare e/o scrivere di Juventus. Il problema non è perdere, essere eliminati, vedere vincere, assistere alla chiusura di un ciclo sportivo. Sono tutte fasi che fanno parte della vita di ogni vero tifoso, sono fasi ancora più logiche e naturali dopo un decennio che ha visto accadere qualcosa di irripetibile. Il problema serio, per certi versi angosciante, assieme a tutte le dinamiche politiche calcistiche ben note negli ultimi mesi è questa sorta di suicidio assistito della vecchia signora al quale siamo assistendo.

Un suicidio assistito figlio di scelte irrazionali dettate da chi ha deciso anteponendo alle scelte lucide e competenti manageriali, simpatie e antipatie personali, accelerando di fatto la chiusura di un ciclo sportivo e la rottura di un giocatolo "quasi perfetto" con tante scelte opinabili che vedono come scelta madre il richiamo di Allegri e del suo staff.

Mai scelta poteva essere più sbagliata per una vagonata di motivi, mai scelta è stata figlia di un modus operandi lontano anni luce da uno stile e dna bianconero ormai stuprato da troppo tempo. Mai scelta poteva trasformarsi in un vero e proprio problema ostativo, alimentato da un allenatore che figuraccia dopo figuraccia sta dimostrando anche i suoi limiti umani, rimanendo avvinghiato ad una comoda e ricca poltrona con un modo di fare che potrebbe essere scritturato da Zalone per il seguito di "quo vado" celebre film dove si celebrava la sacralità del posto fisso.

Il danno che sta arrecando Allegri e il suo staff è incalcolabile. A quello puramente sportivo, si deve considerare l'ormai diffuso sentimento di frustrazione dei tifosi juventini che sembrano lottare contro i mulini al vento dinanzi a chi incurante di tutto e di tutti sciorina battute, frasi fatte e slogan da campagne elettorale (dove non perde mai nessuno) affrontando tutto con una naturalezza e un irritante menefreghismo, cercando di far passare una rosa più scarsa di quello che è realmente con l’aggravante di far passare quasi come un impresa una stagione mediocre.

Viene da piangere se si pensa a quando nella Juve di Moggi, Ancelotti fu esonerato dopo due secondi posti uno dei quali figlio del furto di Perugia. E' agghiacciante constatare come si sia riusciti a far disinnamorare gran parte di una tifoseria che era stata incapace di non amare perfino nell'estate del 2006 quando in tanti invece si erano rivelati pseudo-tifosi.

Assistere inermi a questo gratuito suicidio tecnico è deprimente per tutti coloro che stanno già giornalmente cercando di difendere la propria squadra dai tentati omicidi esterni. Il biennio Allegri porta in dote tantissime figuracce, un impoverimento tecnico pericoloso e un deprezzamento di valore dei talenti in essere (Vlahovic su tutti), il tutto con l'aggravante di snaturare un dna di calcio distante anni luce dalla storia bianconera più recente, quella della Juve di Trapattoni e Lippi che di certo non facevano del catenaccio e del corto uso la propria identità.

Oggi nonostante il futuro sia più che incerto, nonostante la poltrona dell'allenatore porti i segni dei fori delle unghie, nonostante un Europa League ancora da giocare, la società (o quello che ne è rimasto) non può mettere la testa sotto la sabbia e non aver già deciso che comunque andrà, questo dovrà essere l'ultimo anno di questo irritante, desolante, provocatorio e imbarazzante staff tecnico con la sua continua lista di infortunati, gli esperimenti tattici senza logica e una mentalità calcistica troglodita. Non possiamo ancora stare inermi al capezzale della nostra signora, questo suicido assistito non è stato autorizzato da nessuno. Non possiamo lottare contro penalizzazioni che riteniamo ingiuste se siamo noi stessi i primi ad auto-penalizzarci