Dybala, Higuain, Madzukic (e Pjaca): con loro il tridente si può fare

Gli interpreti non mancano. E neanche la volontà: il tridente non è un'utopia, anzi. E' più che un'idea. Dipende dai momenti e dalla partite. "Ci saranno delle gare in cui potremo giocare anche con Pjanic, con i tre davanti, che sono Mandzukic, Higuain e Dybala, più Pjaca" ha confessato ieri Max Allegri, presentando la sfida di stasera contro la Lazio. Che sia trequartista alle spalle di due attaccanti o "albero di Natale" (cosiddetto), con il croato e Dybala dietro un'unica punta, il concetto non cambia. E' solo una questione di sistemi, e di numeri: 3-4-1-2 o 3-4-2-1 (con l'eventualità di una variante "a quattro" dietro, a discapito del centrocampo). La rivoluzione di Allegri, intenzionato a trasferire la stessa audacia espressa in panchina alla guida del Milan, con Boateng, e da calciatore sul campo come mezzala offensiva, potrebbe partire da un presupposto. Anzi, da due: Dybala e Pjaca.

Con l'aggiunta di Cuadrado, qualora il colombiano tornasse a Torino. Ovvero, dalla possibilità di mettere in campo uno (o due) attaccanti "ibridi", di corsa e rottura, in grado di supportare il centrocampo e di creare superiorità in fase offensiva. Il giovane Pjaca può giocare da esterno o da trequartista, è dotato di corsa e di una spiccata propensione all'uno contro uno, bravo a saltare l'uomo e letale in contropiede (come Cuadrado, a corsie inverse). La Joya, si sa, è sempre pronto a inventare magie, a profusione: con un compagno in più a impegnare il reparto, libero da marcature, l'argentino aumenterebbe il suo tasso di imprevedibilità. A supporto di un bomber quale Gonzalo Higuain, ad esempio, vicino al ritorno alla sua condizione migliore. Senza dimenticare la generosità e il senso del gol di Mandzukic. In attesa di quelle gare e di quei momenti giusti. Soprattutto a partita in corso, magari (anche) in Champions League.