C'è un clima sempre più ostile nei confronti della Vecchia Signora

C'è un clima sempre più ostile nei confronti della Vecchia Signora: siamo tornati brutti, antipatici, sporchi e cattivi.
31.07.2015 01:15 di  Enrico Danna   vedi letture
C'è un clima sempre più ostile nei confronti della Vecchia Signora
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

C'è un'aria pesante attorno alla Juve, un clima ostile, palesemente ostile. Nello sport, e nel calcio in particolare, lo sfottò e la rivalità sono componenti basilari, diremmo essenziali, purché ovviamente non si trascenda mai nella violenza. E' ovvio che chi vince risulta antipatico ed essendo la Juventus spesso vincitrice, la logica conseguenza è che i bianconeri siano gli avversari da battere, la squadra più amata e contemporaneamente più odiata dagli avversari. L'importante è che si rimanga sempre nei binari della rivalità sportiva (cosa che accade sempre più di rado). Capiamo che la Vecchia Signora era decisamente più simpatica (agli altri) negli anni post Farsopoli, ovvero gli anni dell'operazione “smile – simpatia”, ma preferiamo essere brutti, sporchi cattivi e vincenti, piuttosto che simpatici e far ridere l'Italia intera. Dal punto di vista sportivo, siamo abituati a far “piangere” chi non ama i colori zebrati. Certo, risulta un po' curioso vedere giocatori, dirigenti e tifosi di squadre che sono state rivali della Juve una volta o due nel corso della loro intera storia sportiva, intonare cori anti bianconeri dopo una promozione in serie A, oppure al raduno annuale della propria squadra del cuore. Se escludiamo il Torino per questioni di rivalità cittadina, se escludiamo Inter e Milan che tradizionalmente e storicamente sono le formazioni contro le quali la Vecchia Signora ha battagliato più spesso per aggiudicarsi campionati e titoli, che c'azzeccano squadre che, nell'universo bianconero, sono state miraggi o contendenti occasionali? Qualcuno ce lo spieghi, per cortesia, anche perché certe voci nemmeno le sentiamo. Dopo quattro anni di dominio incontrastato in Italia, la Juve risulta fastidiosa, questo è ovvio. Attorno alla Vecchia Signora c'è un clima che non ci piace, dentro e fuori dal campo. Se le dichiarazioni di giocatori che indossano la divisa di squadre avversarie si possono tranquillamente ignorare (il silenzio e l'indifferenza sono la miglior risposta, oltre al campo), sarebbe opportuno che giornalai e media si prodigassero di abbassare i toni, invece di aizzarli, ritarando il tutto nel giusto senso e dimensione.

Se poi arrivano decisioni cervellotiche come quella odierna della Corte d'Appello della Figc, ecco che ci si interroga sul senso di parole ed azioni. Che senso ha punire un' intera curva, una parte della tifoseria per un gesto di un singolo delinquente che, tra l'altro, è stato individuato ed arrestato? E' sacrosanto il fatto che la Società Juventus faccia ricorso avverso tale decisione al fine di tutelare se stessa ed i propri tifosi. E' pericolosa la deriva che ha preso tale vicenda per la quale l'Osservatorio inibì già ai tifosi della Vecchia Signora la trasferta di Marassi nella scorsa stagione. L'impressione è che, essendoci di mezzo la Juve, si voglia calcare appositamente la mano. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e la giustizia sportiva dovrebbe finalmente essere riformata (Tavecchio sussurra parole al vento) in modo da poter fare il proprio corso e, soprattutto, essere equa e giusta. Utopia. Chi ha lanciato la bomba carta deve pagare per il gesto che ha fatto, chi era responsabile dell'organizzazione dell'evento dovrebbe rispondere per le proprie inefficienze e mancanze, invece di scrivere comunicati stucchevoli quanto inutili sul proprio sito ufficiale (comunicato nel quale, chi ha fatto ricorso dice alla Juve di non fare ricorso ed accettare le sentenze senza commentarle. Mah...). Detto questo, nel caso in cui il ricorso della Juventus non dovesse essere accolto, potrebbero essere i tifosi della curva sud ad organizzarsi ed indire una sorta di "class action" avverso la decisione della Ficg: sarebbe un segnale forte da parte di chi, inopinatamente leso nel proprio diritto, chiede solamente giustizia ed equità. La legge deve essere uguale per tutti e non siamo disposti ad essere, una volta ancora, coloro che pagano il conto senza nemmeno essersi seduti al tavolo.