Buona la prima, ma restiamo con i piedi a terra

Statistiche molto simili, ma risultato diverso. Ecco la differenza con l’esordio dello scorso anno contro il Copenaghen
17.09.2014 08:00 di  Francesco Carini  Twitter:    vedi letture
Buona la prima, ma restiamo con i piedi a terra
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Correva il 17 settembre 2013 ed Antonio Conte sbarcava con i suoi ragazzi a Copenaghen. La vittoria sembrava quasi scontata ed i tabellini mostrarono in effetti la netta superiorità degli ospiti, con un unico handicap: il risultato. Allora finì 1 a 1 e, per la serie “il buongiorno si vede dal mattino”, si capì subito che la strada per la qualificazione agli ottavi sarebbe stata molto ardua. 

A distanza di un anno, la Juve di Allegri è partita da Torino e non dalla trasferta, ma è comunque riuscita a concludere il match con un secco 2 a 0 che non lascia spazio ad alcuna immaginazione. Ma, nonostante esiti differenti, le statistiche parlano di una certa somiglianza fra i dati dei due match. La squadra messa in campo dall’attuale ct dell’Italia riuscì a totalizzare 24 tiri, di cui 12 nello specchio della porta; mentre quella di Allegri è andata alla conclusione in 22 circostanze, centrando 8 volte il bersaglio grande. Pertanto, l’undici messo in campo dal salentino è risultato più offensivo rispetto a quello del livornese, che a sua volta è risultato più efficace in fase difensiva, subendo in totale 4 tiri, al contrario dello scorso anno, quando i danesi insidiarono Buffon in 8 circostanze.

A parte questi dati, sicuramente c’è da analizzare il fatto che gli uomini di Conte hanno iniziato la loro esperienza continentale in trasferta, mentre quelli di Allegri sono partiti in casa, avendo un sicuro vantaggio e soprattutto incontrando una compagine che, in campo internazionale, ha un’esperienza inferiore rispetto a quella del Copenaghen, almeno nell’ultimo decennio.

Se l’ultimo risultato da annoverare per gli svedesi è l’eliminazione dell’Inter nell’edizione 1989/1990 della Coppa dei Campioni, i danesi sono riusciti a raggiungere gli ottavi di finale nell’annata 2009/2010, quando si sono classificati alle spalle del Barcellona, eliminando Rubin Kazan e Panathinaikos.

Di conseguenza, tenendo a mente quanto di buono si è visto allo Juventus Stadium ieri sera, bisogna stare con i piedi bien piantati a terra, anche perché l’unica disattenzione in fase difensiva stava costando il vantaggio ospite nel primo tempo. La strada è ancora lunga e la sconfitta dell’Atletico Madrid non ha certamente favorito Madama, che adesso si troverà ad affrontare i Colchoneros in preda ad una sindrome da rivalsa ed una stupefacente compagine greca che giocherà sull’onda dell’entusiasmo.

Che dire? Confidando nel cuore e nella tecnica dei bianconeri, la moderazione è essenziale alfine di non esprimere giudizi affrettati sia positivi che negativi. L’avventura è appena cominciata ed il viatico è lungo e pieno di insidie. Historia docet!