Viva la mamma

20.09.2010 10:26 di  Vincenzo Ricchiuti   vedi letture
Viva la mamma
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© foto di Federico De Luca

Viva la mamma di Vincenzo Iaquinta, ovviamente. Io sto con Iaquinta, mica con quegli insulta madri che se l’Udinese è quella di ieri l’anno prossimo lo passeranno insultando madri ma di serie B. Sto con Iaquinta si e spero anzi che per l’occasione questa orribile prassi degli ex muti per rispetto non si sa poi di che cosa, se dei soldi presi o dei ricordi non resi, questa inutile e anche violenta saga dell’ipocrisia, termini da ieri in avanti. Liberatevi ragazzi che avete girato. Che non siete stati fedeli a nessuno. Esultate pure come il corpo comanda. Da ieri si può, se ne è fatto carico come di tutte le cause perse il grande Mazinga Iaquinta. Vincenzo Iaquinta d’altronde è nato per questo. Per, perso per perso, spaccar le montagne. Vincenzo Iaquinta resta in questi anni di Juve fast food, di piatti freddi, la cosa nel menù più calda che c’è. Iaquinta non è bello, forte, campione. Vive tra super eroi e semi dei ma non è nulla di ciò. Iaquinta morirà si sa.

E vivrà sempre con gran sofferenze. Iaquinta è l’amico tra tanti che chiami quando c’è da menare le mani. Chiami lui perché è l’unico che sai possa rompersi mani e la faccia. Ne prenderà anche per te sino al momento in cui aperte le braccia in un impossibile abbraccio cercherà di sfondare il nemico a capate senza neanche un poco di testa. Iaquinta soffre, lo vedi dagli occhi. Non ha il calcio da manuale del calcio di Alex Del Piero, non era Arsenio Lupin come Trezegoal. Non ha il raptus circense di un Quagliarella, né l’affetto spontaneo dato ad un fisico da trottolino. Dopo, sarà come adesso. Non lo aspetta qualche vedova ricca come Amauri né un posto vicino a Napolitano come Del Piero. Si sa che fine farà. Girerà ramingo facendo forse l’allenatore. Forse anche meno. Forse se verrà la fine del mondo rimarrà a disposizione.