Undici metri - Milano è una tappa fondamentale per la Juve e per il sorprendente Allegri. Forse il mister ha trovato la chiave giusta

20.09.2014 01:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Undici metri - Milano è una tappa fondamentale per la Juve e per il sorprendente Allegri. Forse il mister ha trovato la chiave giusta
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Cari amici la Juve di Allegri va che è una bellezza e forse non tutti se lo aspettavano e soprattutto non tutti si aspettavano un impatto così positivo con il mondo bianconero da parte del mister toscano dopo il traumatico addio di Conte. Allegri piano piano sta conquistando i tifosi a suon di risultati e prestazioni convincenti e lo sta facendo in modo pacato ed intelligente, senza proclami e a fari spenti.  La vittoria di Champions contro il Malmoe è stata l’ennesima dimostrazione che la squadra è matura e ha metabolizzato il passaggio di consegne. Fare paragoni tra Conte e Allegri è una cosa sbagliata e di certo è improponibile dopo sole 3 gare ufficiali ma una cosa sembra evidente:  si vede già la mano di Allegri. La Juve di Conte cominciava la manovra dalla difesa, non buttava mai la palla (spesso rischiando qualcosa)  e spesso impostava l’azione partendo dal regista arretrato (Bonucci), era una squadra più fisica, frenetica e imponeva il proprio gioco con esuberanza, dava insomma l’idea di dominare proprio fisicamente l’avversario, la Juve di Allegri è invece più “manovriera”, meno spavalda, ha un possesso palla maggiore, ragiona di più e sembra anche più imprevedibile nel suo gioco di attacco. Conte forse non avrebbe lanciato subito i giovani (Coman), Allegri è forse più propenso a lanciarli nella mischia.  Conte è stato ed è un tecnico preparato e vincente con le sue caratteristiche, il suo carattere forte, l’aspetto quasi maniacale nel preparare le gare, pensate a quante volte lo abbiamo definito un ”martello”.  Allegri può essere anche lui vincente ma con le sue peculiarità. Lo stesso Buffon (uno dei senatori dello spogliatoio) nella sua intervista dell’altro giorno elogiava il tecnico toscano definendolo pignolo, attento all’aspetto psicologico, preparato ma più pacato rispetto a Conte. Dopo il mister salentino che ha “martellato” molti giocatori (non a caso Conte chiedeva in sede di mercato un radicale cambio della rosa..), forse alla Juve ci voleva un allenatore con le caratteristiche di Allegri, un allenatore “diverso” da Conte, ma capace di vincere ugualmente, almeno così si augurano società e tifosi. Adesso arriva il bello o il brutto (dipende dai punti di vista): bisogna confermare le aspettative. La sfida di Milano in questo senso è fondamentale. Affrontare lo spavaldo Milan di Inzaghi fuori casa è il miglior banco di prova che potesse esserci oggi per testare la condizione e la forza dei bianconeri.

Allegri torna a San Siro da ex e sfida Inzaghi con cui, quando allenava il Milan, non ebbe mai grande feeling. I rossoneri di Inzaghi sono una squadra a trazione anteriore ma pagano qualche errore difensivo, la Juve cercherà di approfittarne consapevole del fatto che Milano rappresenta una tappa fondamentale nel processo di crescita, nel cammino tricolore e nel processo di costruzione dell’ autostima. Vincere aiuta a vincere, lo si sa bene . Quest’anno il campionato sarà equilibrato con Roma, Inter, Milan e Napoli (nonostante un avvio così così ) che puntano al tricolore. A Milano Allegri riproporrà il 3-5-2, rientra Chiellini, forse anche Vidal, in attacco sarà confermata la coppia Tevez-Llorente  con Morata che scalpita e che probabilmente avrà uno spezzone di partita per cercare di far male al diavolo, la freccia Coman è pronto all’uso. A Milano ci credono , ho letto dichiarazioni bellicose da parte di tanti giocatori del Milan e ne hanno tutte le ragioni visto l’inizio del campionato dei rossoneri.  Per la gara hanno designato il miglior arbitro italiano, Rizzoli. Bene così.  Le premesse per una grande partita ci sono tutte. Piccola chiosa finale, qualsiasi cosa accada non dimentichiamoci che siamo appena alla terza giornata di Campionato quindi non ci dovrà essere nessun trionfalismo in caso di vittoria della Juve ma neppure il “de profundis” in caso di sconfitta. Manteniamo l’equilibrio e facciamolo sempre. Ho la sensazione comunque che la squadra sia molto più forte dello scorso anno e che abbia trovato la chiave giusta per disputare una grande stagione, con Allegri al comando. Fino alla fine…fino al prossimo successo.