Moby Dick - Rush finale di Primavera. La Juventus c'è, le polemiche anche. Un clima perfetto per tentare l'assalto Champions al Barcellona

Collaboratore de "Il Riformista" e del tabloid "The Sun". Vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia". Autore delle biografie di Montero e Conte
22.03.2017 00:29 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick - Rush finale di Primavera. La Juventus c'è, le polemiche anche. Un clima perfetto per tentare l'assalto Champions al Barcellona

 

Mai fu così propizia la sosta in campionato. E' una Juventus scarica, sia nel fisico che nella mente, quella che ha mantenuto ad otto i punti di distanza dalle inseguitrici. Una squadra finalmente matura, non necessariamente bisognosa di schiacciare il piede sull'acceleratore per conquistare una vittoria. A Genova, sponda blucerchiata, l'ideale filosofico “allegriano” del “massimo risultato a corredo del minimo sforzo” ha trovato compimento, rendendo vana la marcia, faticosa, di Napoli e Roma.

 

L'obiettivo dichiarato è quello di chiudere il più in fretta possibile il discorso scudetto, dedicandosi quasi completamente all'Europa. Il sogno di poter disputare una nuova finale, possibilmente con esiti diversi rispetto all'ultimo triste epilogo, consentirebbe ai bianconeri di irrobustire il proprio appeal internazionale, già di per sé elevato grazie alla conquista del primo posto nel ranking Uefa per club. Al di là di ogni stucchevole dietrologia europea, la Juventus occupa oramai stabilmente un posto fra le otto squadre più blasonate del vecchio continente. L'urna ha designato il Barcellona, non propriamente una squadra abbordabile ma nemmeno una corazzata invincibile come qualche anno addietro. Rispetto a due anni fa, il club di Torino ha maturato una maggiore consapevolezza europea, grazie anche al lavoro di Allegri, perdendo quella verginità emotiva che aveva accompagnato i bianconeri negli anni contiani.

 

Higuain e Dybala, poi, garantiscono pericolosità ed imprevedibilità, al netto della presenza di Pjanic, un giocatore divenuto imprescindibile dal giorno del cambio di modulo voluto dalla squadra ed avallato dal tecnico. Il 4-2-3-1 è uno schema efficace e cinico, in grado di esaltare l'intero potenziale offensivo a disposizione. Fatta eccezione per Mandzukic, adattato nel ruolo di esterno d'attacco e, talvolta, di centrocampo, ogni giocatore riesce ad esprimere, al meglio, la propria qualità. 

 

Un modulo, quello alla francese reso celebre dai galletti nell'estate mondiale del 1998, che ha responsabilizzato gli interpreti dell'undici titolare, garantendo equilibrio e dinamismo. La presenza di Khedira, vero "ombre vertical" in mezzo al campo, ha costretto Marchisio in panchina, consentendo a PJanic di liberare il proprio estro in fase di impostazione. E con un Dani Alves apparentemente ritrovato...